Roma 22 nov 08 – Allegre e colorate, come sempre sono le manifestazioni di donne; autorganizzate,perché è sufficiente l’unione, la volontà, l’autofinanziamento, internet, il passaparola;femministe, perché il femminismo è rivoluzione in continua evoluzione; lesbiche, per rivendicare con orgoglio appartenenza e libertà; solidali nel dire no alla violenza maschile, al decreto “antilucciole” del ministro Carfagna, al decreto anti-tutte del ministro Gelmini, che discrimina maestre e insegnanti, studenti e ricercatrici.
Un grande “BASTA” alla violenza e al sessismo in casa e sul lavoro ha attraversato il corteo di otre 50.000 donne che nel pomeriggio di sabato ha attraversato Roma , da Termini a Piazza Navona.
Donne di tutte le età e da ogni parte d’Italia, dalle protagoniste del femminismo degli anni ’70 alle giovani e giovanissime studenti dell ”onda anomala”, madri e figlie, nonne e nipotine, Malgrado la crisi che impoverisce e riduce le risorse hanno voluto esserci, ritrovarsi, ricordare a tutte e tutti che la violenza e lo stupro sono una devastante realtà della famiglia italiana.
Ogni tre giorni nel nostro paese una donna viene assassinata da una familiare, padre o marito, convivente o fidanzato.
Diceva un cartello “Donna prima che moglie, Donna prima che madre, donna prima che figlia, Donna prima che sia troppo tardi.” Donne che hanno scelto di esserci per ricordare a partiti e Parlamento, prima che diano il via alle rituali celebrazioni del 25 novembre “giornata mondiale contro la violenza alle donne” che oltre le parole c’è bisogno di “riconoscere, intervenire e finanziare” la lotta contro la violenza di genere in ogni ambito e sotto ogni aspetto.