La Svizzera deve aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, ossia il TPNW/TPAN. È quanto chiede un'iniziativa lanciata martedì scorso a Berna, capitale svizzera, il cui centro storico è patrimonio mondiale Unesco, l'agenzia delle Nazioni Unite che contribuisce alla costruzione della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienza e cultura. Questa iniziativa della società civile è anche sostenuta da diverse personalità celebri e conosciute nell'ambito dell'attivismo per la pace e della politica e anche vari rappresentanti della rete e campagna internazionale ICAN che si è spesa - e tuttora si dedica - moltissimo per la proibizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari.
Un Trattato Onu che rappresenta una autentica rivoluzione nel mondo del pacifismo e un importante principio di salvezza e riscatto per l'umanità nel suo complesso
Il TPNW è stato negoziato nell'ottobre del 2017 a Palazzo di Vetro, a New York, la sede delle Nazioni Unite alla presenza di 122 nazioni e della società civile organizzata nella rete e campagna internazionale ICAN che si è tanto spesa e prodigata per il disarmo nucleare universale così da conseguire il Premio Nobel per la pace nel dicembre 2017. In questo consesso, per la firma e l'approvazione del TPNW erano presenti prestigiosi nomi e personalità del pacifismo italiano e internazionale.
La Svizzera importante stato depositario del diritto storico internazionale e umanitario, anche per le Convenzioni di Ginevra
La Svizzera ha svolto un ruolo importante in questa trattativa per la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, prima di decidere di non firmarlo nel 2018. La trattativa per il disarmo nucleare contiene un divieto esplicito e completo e paradigmatico di questi ordigni: il loro impiego, la minaccia di impiego, la fabbricazione, lo stoccaggio, l'acquisizione, il possesso, lo stazionamento, la trasmissione e la sperimentazione.
L'entrata in vigore del TPAN/TPNW con la ratifica di ben 70 Paesi
Entrato in vigore nel 2021, il TPNW/TPAN è stato ratificato da 70 Stati, tra cui per esempio Irlanda e Austria, ma non dalle potenze nucleari né dalla maggior parte dei loro alleati europei od occidentali, naturalmente sotto il controllo e l'egida Nato/Usa. Alla fine di marzo, il Consiglio federale della Svizzera ha rifiutato di riconsiderare la sua posizione, sostenendo e approvando il fatto che non è nell'interesse della Svizzera aderire al TPAN.
Allo stato Svizzero spetta la decisione di promuovere la pace universale con la ratifica del Trattato Onu
Alimentare e non vietare la promozione della pace, in quanto, durante una conferenza stampa di qualche giorno fa, il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga ha ricordato la sua mozione a favore dell'adesione al trattato, adottata dal Parlamento nel 2018. Allo stato attuale, spetta al popolo votare per superare il rifiuto del Consiglio federale di attuare la volontà del Parlamento.
La campagna internazionale ICAN si è espressa a Berna per la ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi nucleari
In un momento e soprattutto nella tragica congiuntura attuale di violenza, odio, morte e guerra, in cui il disarmo nucleare continua a essere una priorità della politica estera svizzera, "chiediamo che alle parole seguano finalmente i fatti", ha aggiunto e proclamato Annette Willi, della Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN), la coalizione di Ong che è stata insignita del premio nobel per la pace collettivo in cui sono coinvolti i pacifisti a livello mondiale e sono chiamati in causa nella testimonianza di disarmo e invitati all'azione nonviolenta e alla nonviolenza in azione per suffragare ulteriormente il Premio Nobel per la pace.
La minaccia delle armi nucleari è reale e non era così immane da molto tempo
In questo contesto, il TPNW annuncia un cambiamento di paradigma necessario e urgente nel campo del disarmo nucleare. Più Stati sosterranno, il TPNW, ossia il Trattato emanato dall'ONU e dal mondo pacifista e che rappresenta una vera rivoluzione per l'umanità intera, maggiore sarà la pressione sulle potenze nucleari.
La Svizzera depositaria delle Convenzioni di Ginevra è ulteriormente chiamata in causa per la ratifica del Trattato Onu e per proibire e vietare le armi nucleari
Il consigliere nazionale della Svizzera Marc Jost ha da parte sua nettamente sottolineato che la Svizzera è depositaria delle Convenzioni di Ginevra del 1949, che costituiscono il nucleo del diritto storico e internazionale umanitario.
L'impiego delle armi nucleari contrasta nettamente con i dettami e i principi del Diritto Internazionale e ogni Nazione in possesso degli ordigni nucleari, secondo il Trattato Onu, è considerata criminale
Le armi nucleari, per la minaccia di cui sono portatrici e per l'emergenza umanistica ancor prima che umanitaria che costituiscono, sono per loro stessa natura contrarie ai principi del diritto storico internazionale, in quanto uccidono indiscriminatamente, causano sofferenze inutili e violano i più fondamentali diritti umani alla vita e alla sicurezza e potrebbero cancellare la storia dell'intero genere umano dall'infinità dell'universo.
La Svizzera ha un grande peso e un importante ruolo nella promozione della pace e nello svolgimento della diplomazia internazionale
La Svizzera dovrebbe svolgere un ruolo attivo nella promozione della pace e della sicurezza a lungo termine, e, pur essendo un piccolo Paese, ha un grande peso e un importante ruolo nella diplomazia internazionale.
Secondo il comitato promotore, la mancata adesione al trattato rompe con la tradizione della Svizzera e mina la sua credibilità in termini di neutralità e aiuto umanitario e impegno storico per il disarmo nucleare universale.
Berna città nodale per la proibizione degli ordigni nucleari, in quanto capitale svizzera, il cui centro storico è patrimonio mondiale Unesco, l'agenzia delle Nazioni Unite che contribuisce alla costruzione della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienza e cultura
Berna deve svolgere un ruolo attivo nella promozione della pace e della sicurezza a lungo termine. E per sempre. Il nostro proclama, in qualità di pacifisti e nel ruolo della società civile e dei cittadini dal basso, si basa proprio sulla proibizione delle armi nucleari.
Il ruolo delle capitali europee e mondiali al fine di disarmare dal nucleare tutto l'ecosistema terrestre ha inoltre validità effettiva e schiacciante con la possibile capacità di travalicare e porre fine alla prepotenza Usa/Nato e alla viralità e recrudescenza e crudeltà delle guerre in corso e dei genocidi in atto ovunque su tutto il nostro pianeta.
Anche su Transform - organo della sinistra europea
Sitografia per approfondire:
Bibliografia essenziale:
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Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Resistenza e nonviolenza creativa, Mimesis Edizioni.
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Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro, Mimesis Edizioni. Con scritti e partecipazione di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Giorgio Cremaschi, Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero e altr*