Quali energie rinnovabili ha in mente il ministro Cingolani?

di Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Massimo Scalia - 05/12/2021
Osservatorio sulla transizione ecologica - Promosso da Coordinamento per la Democrazia costituzionale, LaudatoSi’, NOstra

I poteri economici e le aziende che puntano sul nucleare e sul mantenere le fonti fossili per produrre energia elettrica hanno in ostaggio Cingolani.

Il Ministro ha partecipato giovedì scorso ad una riunione europea che discuteva cosa inserire nell’elenco delle energie rinnovabili (tassonomia) e ha sostenuto posizioni inaccettabili.

Cingolani ha affermato che non si può essere contrari ad un fantomatico nuovo nucleare in attesa di quello da fusione.

Premesso che il Governo, e quindi i suoi Ministri, sono tenuti a rispettare l’esito dei due referendum popolari che hanno bocciato a grande maggioranza il nucleare in Italia, parlare di quarta generazione è in gran parte fumo negli occhi.

La quarta generazione del nucleare da fissione è per ora in costruzione in Cina con la realizzazione di due mini reattori da soli 100 megawatt. Mentre ancora non sono entrate in funzione in Europa le centrali di terza generazione che Sarkozy provò a rifilare all’Italia. L’entrata in funzione degli EPR in Francia e Finlandia è stata ulteriormente rimandata, ha già 12 anni di ritardo e ormai un costo di 19 miliardi contro i 3,2 previsti all’inizio dei progetti.

Il nucleare da fusione è ancora a livello sperimentale e il progetto ITER di Cadarache entrerà in funzione, forse, nel 2050 per produrre energia elettrica.

E’ evidente che il nucleare, da fissione o da fusione - anche volendo - non potrà dare alcun contributo all’Italia per realizzare la riduzione del 55 % della CO2, ma non solo, per rispettare gli obiettivi europei al 2030, che comportano per il nostro paese almeno 70 GW di energia da rinnovabili.

Il Ministro Cingolani continua a non presentare piani e scadenze per raggiungere questo risultato nel rispetto degli obiettivi europei. Senza dimenticare l’impegno a non produrre più dal 2035 auto con motore a scoppio in Europa.

Inoltre continua ad esserci una pressione per utilizzare il gas naturale, i cui prezzi sono ora alle stelle, fingendo di non sapere che produce emissioni di CO2 e che la dispersione nell’atmosfera a causa delle estrazioni e lavorazione del metano provoca un effetto climalterante ancora più grave.

Il governo deve essere coerente con le sue dichiarazioni programmatiche e con gli obiettivi del PNRR e deve presentare una proposta complessiva per realizzare gli impegni presi, altrimenti emergerà una contraddizione inaccettabile e preoccupante con i comportamenti reali.

 

Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Massimo Scalia

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