Le notizie che provengono dall’Ucraina sono sempre molto contraddittorie a causa della propaganda di guerra, come nel caso dell’affondamento della nave militare Moskowa (che sarebbe stata colpita da missili Neptune forniti agli ucraini dagli inglesi), la quale, secondo alcune fonti di stampa, sarebbe stata la nave ammiraglia della marina russa, mentre da parte di altri, compreso il nostro Generale della marina Vincenzo Camporini, si sarebbe trattato di un ferro vecchio.
Il dato più importante riguarda tuttavia il fallimento delle sanzioni economiche alla Russia, le quali sono state inflitte dai governanti senza tener conto del fatto che oramai, a causa del proditorio sistema economico neoliberista, la ricchezza non è più, almeno in buona parte, nelle mani degli Stati, ma nelle mani di singoli operatori economici, i quali non si fanno nessuno scrupolo di aggirare i divieti e di continuare i loro commerci con la Russia.
Questo stesso pensiero economico neoliberista sta recando danni enormi anche all’unità europea, nella quale Paesi più egoistici e meno solidali, come Germania e Ungheria, non vogliono rinunciare al gas russo e si dichiarano disposti anche a pagarlo in rubli.
Il richiamo di Zelensky contro questo atteggiamento, seppur fondato su indiscutibili dati di fatto, ha tuttavia offerto il destro, sia a Putin, sia a Biden di porre in evidenza la debolezza dell’Unione europea.
La cui forza da fastidio sia al primo che al secondo. Da questo punto di vista si è trattato di una pura gaffe. A mio avviso, in una situazione tanto dannosa e pericolosa come quella che viviamo, l’Europa dovrebbe mettere da parte gli egoismi nazionalistici e unirsi in una chiara volontà di combattere la guerra e sopratutto la sua escalation, che sta arrivando a livelli davvero impressionanti e altissimamente pericolosi.
Ritengo che in una situazione del genere i popoli europei debbano capire di essere preda delle due potenze mondiali e che non possono evitare del tutto il peso che loro deriva dalla necessità di un’azione difensiva contro l’aggressione di Putin, un peso che consiste nel porre l’embargo all’importazione del gas russo, diminuendone il consumo e cercando altre fonti alternative.
Quello che è certo è che in tale situazione, per un verso alcuni Paesi, come l’Italia, hanno assunto un atteggiamento servile nei confronti degli Usa, accettando senza discutere qualsiasi tipo di imposizione, mentre altri Paesi, come la Germania e l’Ungheria, si disinteressano del tutto e vogliono perseguire gli interessi propri ritenuti intoccabili, mentre Svezia e Finlandia (la quale ricorda bene le sofferenze patite per sottrarsi al dominio sovietico) fomentano anche esse la guerra chiedendo di far parte della NATO, alla quale, peraltro, si accede su chiamata e non su richiesta di adesione.
In questo guazzabuglio di contrasti sembra di capire che le vie di soluzione diplomatiche si assottiglino, e che lo spettro di una guerra nucleare si faccia sempre più evidente sul fondo della scena.
L’unica soluzione potrebbe essere l’immediata approvazione di una Costituzione europea che risulti dal confronto tra le varie Costituzioni esistenti, e specialmente la nostra, ma di fronte alla descritta realtà si tratta di una pura illusione e sembra che gli Stati viaggino a luci spente a rischio di scontrarsi uno contro l’altro.
L’unica forza che è reale è il fatto che le guerre sono volute dalle autorità imperialistiche ed economiche e non certo dai popoli, per cui l’unica via da seguire è quella già illustrata di trovare il modo di far decidere le controversie internazionali dai popoli e non da dittatori o da governi asserviti a lobby finanziarie o di multinazionali.
Non mi resta che chiedere come al solito l’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”