Referendum sulla separazione delle carriere, il Nobel Parisi con Bindi&C.: “Fermiamoli”

di Antonella Mascali - Ilfattoquotidiano.it - 21/12/2025
Presentazione. Debutta il fronte del No guidato da Bachelet: iniziativa pubblica il 10 gennaio

Uno schieramento ampio e trasversale quello che ieri ha lanciato a Roma il Comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma Meloni-Nordio cosiddetta della separazione delle carriere, ma che è molto altro. Una “controriforma” è stata definita nella sala dell’Istituto don Sturzo, in via delle Coppelle, a pochi passi dalla sede di Fratelli d’Italia, in via della Scrofa.

Il presidente è Giovanni Bachelet, già professore alla facoltà di Fisica della Sapienza, ex parlamentare e figlio di Vittorio Bachelet, ex vice presidente del Csm, ucciso dalle Brigate rosse nel 1980. Rosy Bindi, che di Vittorio Bachelet fu assistente universitaria, il costituzionalista Gaetano Azzariti, la scrittrice e storica Benedetta Tobagi fanno parte del direttivo del Comitato che ha tra i promotori anche Maurizio Landini. Hanno già aderito, fra gli altri, il Nobel per la fisica Giorgio Parisi, l’ex magistrato Gherardo Colombo, il professor Tomaso Montanari, il giornalista Gad Lerner . Del Comitato “Società Civile per il No al Referendum costituzionale” fanno parte Cgil, Anpi, Libera, Arci, Lega Ambiente e molte altre associazioni. Perché votare No? “Per difendere Giustizia, Costituzione, Democrazia” è lo slogan scelto.

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Bisogna difendere il principio, ha detto Bachelet, “della legge uguale per tutti”. L’obiettivo è “salvare la Costituzione”. Il professore ha ricordato che il compito di un ministro della Giustizia sarebbe quello di curare l’organizzazione della macchina giudiziaria e che “già mio padre segnalava i problemi di organico, che ci sono anche oggi”. Invece, la legge Meloni-Nordio “non migliora in nulla la qualità del servizio della giustizia: non aumenta gli organici, non riduce i tempi del processo, non stabilizza le migliaia di precari del settore, non aumenta, anzi riduce, le garanzie per le persone. L’unico obiettivo che persegue è quello di indebolire il controllo di legalità sulle scelte di chi esercita il potere”. Bachelet ha poi letto un messaggio inviato da Parisi: “Divide et impera: con questo motto i romani hanno conquistato l’impero. Con questa riforma – ha scritto il Nobel per la Fisica – il governo vuole dividere il Csm per renderlo più debole e più facile da controllare politicamente. Una magistratura indipendente dal governo è un bene preziosissimo, perderlo sarebbe un danno per tutti tranne per i politici che realizzerebbero il loro sogno più ambito cioè arrivare all’impunità e trasformarsi in una casta di intoccabili”.

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L’importanza dell’indipendenza della magistratura è stata al centro dell’intervento di Benedetta Tobagi: “Tutela noi cittadini prima che i magistrati. Si sta cercando, con il pretesto di una separazione delle carriere, che c’è già, di indebolire l’indipendenza della magistratura e di intaccare l’equilibrio dei poteri”. Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha premesso che “non si possono fare paragoni tra periodi storici diversi”, ma si può avere “una forte preoccupazione per gli interventi governativi che stanno riducendo progressivamente gli spazi di partecipazione e gli equilibri democratici”. E ricorda “il decreto anti-rave, la legge Caivano, il decreto Cutro e soprattutto il decreto Sicurezza e l’autonomia differenziata. Un lungo percorso che nelle intenzioni del governo si dovrebbe concludere con il premierato, un uomo solo o una donna al comando”. Anche il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, ha parlato di vulnus alla democrazia: “Siamo di fronte a un attacco ai valori dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, che non sono il privilegio di una casta, ma la garanzia più importante affinché tutti siamo uguali davanti alla legge”. Per Ferrari “si vuole accentrare il potere nelle mani dell’esecutivo”.

La prima uscita pubblica del Comitato sarà a Roma il 10 gennaio. Intanto, ha detto il presidente Bachelet, “uno dei primi atti sarà quello di richiedere un incontro sia con il Comitato promosso dall’Anm, sia con le forze politiche” schierate per il No. I cittadini che vogliono aderire al Comitato, possono inviare una mail: adesioni@referendumgiustizia2026.it.

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