Aspetti della putrefazione capitalistica

di Pasquale Vecchiarelli e Leila Cienfuegos - lacittafutura.it - 23/12/2023
Nella sua fase imperialista il capitalismo spinge le proprie politiche predatorie sulla pelle dei lavoratori fino alle estreme conseguenze, basta guardare come abbiano iniziato ad introdurre subdolamente la sanità privata in regioni apripista come la Lombardia

Supponiamo che hai lussato la clavicola o hai ingerito un corpo estraneo, o hai un’intossicazione acuta, o un altro qualsiasi maledetto accidente che non sia troppo grave da poter essere considerato di massima urgenza ma che comunque necessiterebbe di un soccorso, potremmo dire “pronto”. Bene, in Lombardia - e presto forse anche nel resto d’Italia - giunto in ospedale, all'accoglienza troverai un cartello che ti invita a scegliere tra due opzioni: pagare e quindi essere visitato o non pagare e attendere un controllo per un tempo indeterminato sperando che il corpo estraneo non sia troppo pericoloso.

La sanità lombarda sta sperimentando infatti una soluzione veramente all’avanguardia nel diritto alla salute… dei ricchi! Non è una novità dell’oggi che chi ha i soldi può curarsi meglio di chi non ne ha ma la sete di profitto della sanità privata si sta spingendo fino a raggiungere livelli mai visti prima, e questo è il caso appunto dei pronto soccorso privati. La Lombardia, governata dalla destra ininterrottamente da decenni, è regione capofila nella privatizzazione della sanità e sta ora testando i reparti di pronto soccorso a pagamento, nonostante sia ancora freschissima la ferita provocata dalla pandemia di pochi anni fa e alla faccia di tutti i proclami giunti da ogni dove sul "sostegno alla sanità pubblica”. In questi reparti si può accedere pagando una parcella e in questo modo evitare l’interminabile attesa e trafila che ormai in quasi tutti gli ospedali attende coloro che, vittime di incidente, non risulterebbero tanto gravi da procedere con il codice rosso. Una persona in codice verde che sceglie di non pagare e attendere, finirà con l’essere visitata dopo rispetto a una in codice bianco che paghi la parcella: la salute di chi paga ha la priorità a prescindere dalla gravità della situazione, più chiaro di così!

E’ inutile anche commentare la notizia, risalire alle cause, discutere sulla solita tattica di indebolire ciò che è pubblico per giustificare agli occhi delle grandi masse l’esistenza della sanità privata, tutte cose che sappiamo già e che dobbiamo analizzare, ma per ora lasciateci esprimere un concetto semplice: siamo di fronte ad uno scempio di politica reazionaria portata avanti principalmente dalla destra e che paghiamo con la vita. La salute delle persone è diventata un ricco banchetto da spartire ormai da anni, sanità privata e industria dei farmaci racchiudono insieme un grande mercato centralizzato i cui profitti sono sempre più di tipo “monopolistico” e a scapito della salute umana. Una barbarie.

La sanità privata purtroppo si sta consolidando ormai come una realtà diffusa e accettata socialmente senza che finora ci siano state grandi proteste popolari, evidentemente la tattica di distruggere la sanità pubblica per giustificare quella privata ha dato tutti i frutti sperati. Si tratta di ingenti risorse che, drenate dal già basso salario dei lavoratori, vengono dirottate verso il centro della costellazione monopolistica del settore medico-farmaceutico. Non serve un raffinato matematico per comprendere che la sanità privata, per erogare il medesimo servizio, dovendo prevedere -proprio in quanto privata- l’estorsione di un plusvalore, non può che costare notevolmente di più ed essere inefficiente. Se vi è un esempio che meglio di altri può illustrare il concetto di “putrefazione” del sistema capitalistico nella sua fase più reazionaria e cioè quella monopolistica, bene questo esempio è proprio la gestione della sanità nelle mani borghesi. Proprio sul concetto di “putrefazione” e in generale di “reazione” quali caratteristiche peculiari del sistema capitalistico nella fase attuale dovremmo ritornare più attentamente per chiarire alcuni aspetti. Il primo dei quali, che abbiamo già sottolineato nell’articolo sulle privatizzazioni del settore energetico, è comprendere che il capitalismo, giunto alla sua fase suprema della centralizzazione sempre più spinta dei capitali, non può che portare avanti politiche reazionarie tipiche dell’imperialismo, poiché se non lo facesse sarebbe destinato a soccombere. Questo è un fatto storicamente determinato e dimostrato: o profitti monopolistici o perire, questo c’è scritto sulla bandiera del borghese ai giorni nostri.

La tendenza al monopolio e alla politiche reazionarie -cioè allo sfruttamento massimo della forza lavoro corrispondentemente alla massima compressione dei diritti borghesi- rappresenta la summa economico-politica della risposta che i borghesi danno alla perdurante e inevitabile crisi da sovrapproduzione: usando varie leve quali quelle finanziarie, salariali, espansionistiche, tutte egregiamente esaminate da Marx nei cosiddetti “fattori di controtendenza”, il capitale, tentando di recuperare la caduta del profitto, si annida in una spirale che lo conduce appunto nella fase imperialista e dalla quale non può certo tornare indietro, pena la perdita del mercato.

Una caratteristica di questa fase è appunto il prevalere delle scorribande organizzate da trust capitalistici sul mercato mondiale. Tali scorribande quando non sono finalizzate direttamente ad accaparrarsi plusvalore nei settori industriali, puntano all’estorsione dei profitti tramite sottomissione e scontri a sfondo inter-imperialistico a scapito di altri mercati e capitali più piccoli i quali a loro volta non possono che rifarsi dello scippo direttamente sulla classe operaia. Proprio questa dinamica tipicamente predatoria del modo attuale di produzione, è contraddistinta da folli investimenti in attività improduttive e anti-sociali che non portano nessun progresso per l’umanità ma solo appunto stagnazione e putrefazione.

Rifuggendo dalle pie illusioni di un ritorno ad una fase “originale” del capitale - e in tal senso i richiami dei sinceri democratici alla Conte e Bersani fanno veramente tenerezza, che poi è il peccato in cui incorre la sinistra iper-realista che ha perso il senso dell’utopia - non possiamo al contempo non notare che tali politiche reazionarie, se è vero che nessun partito borghese può evitare di portarle avanti, certamente da quelli della destra, più o meno estrema, vengono proposte frontalmente senza neanche preoccuparsi di oscurare o bilanciare tali politiche con una parvenza di palliativi utili a compensare un minimo la continua perdita di potere d'acquisto delle famiglie. Da questo punto di vista dovrebbe preoccupare e non poco la diffusione del populismo di destra e il continuo sorgere di proposte di governo dell’ultradestra in giro per il mondo (proposte di cui noi italiani siamo degli avanguardisti visto che proprio il nostro Paese, nel contesto dell’imperialismo europeo è stato tra i primi ad affidare il governo alla frazione più reazionaria del ceto politico della classe dominante).

Il governo Meloni è la dimostrazione di come anche chi si oppone da destra alle politiche imperialiste poi, una volta giunto al governo, non può che avallarle dimostrando per giunta tutta la pusillanimità del tanto sbandierato nazionalismo. Non solo l’attuale governo non ha fatto nulla per aiutare le classi popolari del nostro Paese ma, al contrario, si renderà disponibile e supino alle richieste del grande capitale che esige Stati sempre meno democratici e protezioni finanziarie -garantite dai già magri salari dei proletari- sempre più robuste per sostenere le scorribande (e quindi le possibili sconfitte) sul mercato mondiale. Tradotto: presidenzialismo e MES e il tutto sta passando senza che il governo si ponga il minimo problema di attuare anche solo una parvenza di concessioni agli strati più poveri giungendo perfino a togliere il reddito di cittadinanza e cassando la proposta di salario minimo. Certo visto che al peggio non c’è mai fine, la cosa più assurda è che sta passando l’idea che le attuali forze di governo di estrema destra siano ispirate da spirito patriottico ponendosi in opposizione ai diktat europei e nello specifico al meccanismo di stabilità (ossia stabilità dei ricchi s’ntende) e al contrario purtroppo proprio la sedicente sinistra sta perdendo ulteriormente credibilità avallando tutte le più nefaste politiche di Bruxells. E poco conta che quella della destra è solo una parvenza di patriottismo a buon mercato, è solo una tattica utile ad arrivare indenni alle prossime elezioni europee: nell’immaginario comune si consolida l’idea di una destra filo-patriottica e di una sinistra cosmopolita e svendipatria. Per fortuna almeno il movimento cinque stelle ha mantenuto una certa coerenza su questo punto.

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