IN ITALIA ALLA DATA DEL 21 SETTEMBRE 2021 , LA RICCHEZZA ERA COSI REDISTRIBUITA:
- 1% più ricco della popolazione detiene il 24% della ricchezza globale;
- Il 10% della popolazione detiene il 55% della ricchezza globale;
- Mentre lo strato più povero detiene solo lo 0,5% della ricchezza globale esistente in Italia .
Inoltre in Italia ci sono circa 1,5 milioni di Italiani che detengono un patrimonio Immobiliare e finanziario che varia da un minimo di un milione ad una massimo di 5 milioni di euro ; 50.000 persone che guadagnano più di 300.000 euro all’anno; 500.000 persone che guadagnano tra i 100.000 ed i 300.000 euro l’anno.
Ora dal governo dei “migliori” molti si aspettavano, un inversione di tendenza rispetto alle inique politiche liberiste con le conseguenti disuguaglianze del sistema fiscale, che negli anni , a partire dalla metà degli anni 80, hanno messo in discussione progressività Costituzionale a danno delle fasce più deboli , le quali sono state sempre più penalizzate dai vari governi di centrodestra e centrosinistra....
Il sistema fiscale che è passato dai 32 scaglioni di tassazione prevista nella riforma del lontano 1974 , la quale prevedeva ritenute del 10% a partire da 2 milioni di lire fino ad un massimo del 72% per chi guadagnava più di 500 milioni di lire , fino agli attuali 4 scaglioni della riforma Draghi così composti :
- L’aliquota con il 23% di ritenute fiscali per la fascia fino a 15.000 euro l’anno, la quale resta invariata rispetto al sistema precedente , con i circa 30 milioni di ceti poveri che non avranno un euro in più ;
- L’aliquota di chi ha redditi tra i 15.000 ed i 28.000 euro l’anno, passa dal 27% al 25% con un incremento medio sulle buste paga di circa 20 euro lordi , con una elemosina di circa 15 euro netti;
- L’aliquota dello scaglione tra i 28.000 euro ed i 50.000 euro l’anno viene ridotta dal 38% al 35% con riduzioni notevoli soprattutto per coloro che percepiscono tra i 40.000 ed i 50.000 euro l’anno con un risparmio di circa 700 euro ;
- L’aliquota per le fasce superiori ai 50.000 euro l’anno che sarà del 43% anche per coloro che percepiscono più di 300.000 euro l’anno e che una volta pagavano il 72% allo Stato.
Va inoltre tenuto presente che il bonus di 100 euro alle fasce di reddito medio basse , voluto a suo tempo da Renzi, verrà tolto e sostituito con un meccanismo di detrazioni ancora ignoto, ma che non resterei stupito se finisse ancor più per penalizzare i ceti poveri.
CHE DIRE ? Perfino Bankitalia aveva detto che gli 8 miliardi erano pochi e comunque andavano dati tutti ai ceti medio bassi al fine di rilanciare la domanda interna... invece non c’è una reale riduzione fiscale per i ceti medio/bassi (lavoratori e pensionati) mentre continua “la vendetta di classe” contro i ceti più poveri e subalterni.
Ora mentre in Italia il valore reale dei salari e delle pensioni sono diminuiti di molto , anche rispetto a quelli percepiti 30 anni fa, agli strati più ricchi della popolazione , non solo non viene imposta nessuna tassa sui grandi patrimoni (patrimoniale) ma lor signori, vengono ulteriormente arricchiti a danno dei più poveri , spostando ulteriore ricchezza dai ceti poveri ai ceti ricchi, con il continuo “infame “ aumento delle disuguaglianze.
Una domanda sorge spontanea: coloro che sono al governo che anziché vergognarsi , si vantano di avere fatto una riforma strutturale che durerà nel tempo... forse pensano che gli operai con i salari più bassi d’Europa, i precari che percepiscono paghe sotto i 5 euro l’ora, i pensionati che al 60% prendono meno di 1000 euro al mese , siano spariti ?
La contrapposizione di classe che segna questa riforma fiscale fatta sotto la guida del Banchiere Draghi , non può che incrementare la rabbia e la volontà di rivolta esistente nei ceti subalterni...
Una rabbia che il sindacato Confederale e soprattutto la CGIL, dovrà recepire e indirizzare verso una lotta vera anche con lo sciopero generale, su una piattaforma rivendicativa più generale , con al centro gli incrementi dei salari e delle pensioni medio basse, le vere riforme sociali riguardanti la Scuola, la sanità pubblica, i trasporti, la casa, i servizi sociali... la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario, la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, l’eliminazione di tutte le leggi esistenti che permettono il lavoro precario ed il ripristino dell’art: 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori ed una reale politica con al centro il risanamento dei territori e gli investimenti “alti” di processo e di prodotto compatibili con l’ambiente.
Se così non sarà, dovranno essere le masse più diseredate a provvedere , manifestando la loro presenza politica con “inattese” forme di lotta dirompenti !
Umberto Franchi già Dirigente sindacale CGIL