I nodi del "Paese di Pulcinella"

di Claudio Mazzoccoli - 10/03/2022
Siamo il paese di Pulcinella, e mai come in questi momenti si capisce come siamo stati lasciati soli ad affrontare le conseguenze della incapacità di chi avrebbe dovuto gestire le cose

Governi e Governicchi si sono succeduti ma senza affrontare la questione energetica.
Se le giuste misure fossero state prese a partire dal 2010, oggi staremmo guardando le cose sempre con angoscia ma almeno potremmo dire, "Uau! per fortuna che il nostro paese ha preso per tempo le contromisure".
L' andamento  negli anni della dipendenza della UE e dell'Italia dal gas russo mostra una impennata che dimostra tutto. L'Italia, a fronte del fabbisogno di energia legato all'essere una delle nazioni con il settore manifatturiero più sviluppato, si presenta pericolosamente esposta, senza una sufficiente copertura di energia rinnovabile, primo intervento che, a qualunque costo, avremmo dovuto vedere.
Un paese che per due  volte ha rifiutato il nucleare avrebbe meritato una classe politica attenta a rendere il paese ben gestito dal punto di vista energetico, con in piano di riconversione ecologica serio, un approccio sistematico alla solarizzazione, alla cogenerazione etc...   Quanto hanno fatto altri paesi dell'Europa, dotati di classi politiche ed amministrative degne di questo nome.
Siamo il paese di Pulcinella, e mai come in questi momenti si capisce come siamo stati lasciati soli ad affrontare le conseguenze della incapacità di chi avrebbe dovuto gestire le cose. 
I nodi vengono al pettine uno ad uno.  Ma nessuno pensa sia venuto il momento del "Confiteor"  da parte delle classi politiche negligenti.

Come per l'Evasione fiscale, la corruzione e la illegalità diffusa non solo ignorate sin dagli anni '70 , ma tollerate, se non addirittura di giustificate ed elogiate.

La prova ? Eccola
Due economisti di origine italiana, ma di formazione accademica statunitense, Alberto Alesina e Mauro Marè, sono stati tra i primi ad assumersi questo compito, con risultati di notevole importanza:
• Se gli Italiani avessero evaso, dal 1970 in poi, le imposte tanto quanto gli Americani, il debito pubblico in Italia nel 1992 sarebbe stato appena superiore all’80% del PIL, cioè all’incirca il 30% in meno del livello del 1992 (108%).
• Se gli Italiani avessero evaso tanto quanto gli Inglesi, il debito pubblico sarebbe stato appena superiore al 60% del PIL, non lontano dal limite previsto dagli accordi di Maastricht; e cifre in questo intervallo si ottengono se si effettua il confronto con altri paesi”.
Sappiamo oggi che le classi politiche sopperirono con debito pubblico all'ammanco catastrofico legato alla incapacità di mettere a punto una politica fiscale equa e re-distributiva.
Classe politica inetta quanto ingorda. Interprete del più bieco "laissez-faire" quando non apertamente pronta allo scambio favore-voto.
I nodi vengono al pettine uno dopo l'altro, facendoci trovare esposti a causa quasi esclusivamente di chi, pensando di fecondare un elettorato bue, ha dato in pasto ad esso promesse vantate come diritti della libertà, senza neanche soffermarsi sulla questione dei doveri.
I nomi sono davanti a tutti e questi personaggi, confidando sulla mancanza di memoria degli italiani, agiscono ancora oggi.

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