Molti commentatori politici sostengono che , dopo la pandemia , nessuno può permettersi di tornare a quello che c’era prima ... perché nel prima ci sono anche i guasti che sono avvenuti durante la pandemia e quelli di oggi...
Ma è cosi?
Non c’è dubbio che L’impatto della crisi sull’economia viene da lontano e non è creata solo dalle misure per contrastare il contagio del Covid.
Soprattutto in Italia , emerge sempre più con forza, come Il virus sia solo l'avamposto di catastrofi climatiche, sanitarie, economiche, sociali distruttive già più volte annunciate, scritte, documentate e strettamente legate al sistema di “sviluppo” incompatibile con l’ambiente e l’Uomo... un sistema capitalista e liberista , voluto e sostenuto dagli imprenditori e da molti anni, anche da tutti i governi di centrodestra e centrosinistra....
Quindi sicuramente la pandemia distruttiva verificatesi nel nostro Paese , è anche legata al fatto che per oltre 30 anni abbiamo assistito a tagli disastrosi verso la sanità pubblica, con la scelta di trasformare gli ospedali i Aziende, di curare gli acuti senza più fare politiche di prevenzione efficaci nei territori, favorire la sanità privata, nonché dai danni causati all’ambiente.
In Italia siamo anche in presenza di grande e vergognose disuguaglianze con manager pubblici e privati che guadagnano 400.000- 500.000 euro al mese... oltre 400/500 volte quello che percepisce un operaio.
Abbiamo inoltre una imprenditoria che ( come avviene da molti anni) non fa il proprio mestiere: quello di rischiare i propri capitali nel fare investimenti “alti” sull’innovazione tecnologica e di prodotto... sulla ricerca... sulla formazione delle risorse umane... sulla conversione dell’economia in termini di compatibilità con l’ambiente e la natura... ma preferisce la strada più facile e meno rischiosa della finanziarizzazione dei capitali , procedendo celermente attraverso scelte speculative o di accorpamenti tra diversi gruppi... che hanno si aumentato le quote azionarie ed i dividendi ai ricchi soci, ma hanno impoverito il tessuto produttivo del Paese, quello occupazionale, bloccato la produttività, ridotto la spesa di ricerca... senza contare anche la presenza di una grande evasione fiscale di centinaia di miliardi l’anno....
Se il 19 giugno, il Parlamento Europeo approverà la proposta della Commissione Europea, si aprirà un corpo colossale di intervento dello Stato con finanziamenti pubblici provenienti dall’ Europa, di 172,7 miliardi NEXIT GENERATION , che suscitano molti appetiti tra gli imprenditori, i quali dopo aver già usufruito circa 27 miliardi del decreto “crescita” , continuano a pretendere che anche il grosso dei 172 miliardi di finanziamenti Europei, sia destinato a loro.
In questo quadro, “i padroni del vapore “ non solo chiedono al governo ed allo Stato Italiano di essere uno involucro al loro servizio, ma tornano anche ad agitare le acque nel Mondo del Lavoro, con proposte classiste e distruttive di ogni diritto di chi lavora.
Gli imprenditori con la nomina di Bonomi a presidente della Confindustria , vogliono annullare tutta la parte normativa del CCNL riguardante la gestione degli orari, dei turni di lavoro, degli organici, la contrattazione degli investimenti ... ed utilizzare la manodopera in modo flessibile, precario in funzione dell’aumento delle merci e del plusvalore... .
Vogliono governare in modo unilaterale (o con un sindacato subordinato alle loro scelte) tutta l’organizzazione del lavoro , legando anche i minimi possibili incrementi salariali, alla produzione individuale svolta dai lavoratori nelle aziende ...
ORA NON E’ VERO CHE IN ITALIA LE IMPRESE POSSONO FARE CIO’ CHE VOGLIONO PERCHE’ ESISTE LA LIBERTA’ DI IMPRESA.... no, l’art.41 della Carta Costituzionale , sostiene che l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana... e’ la legge che determina programmi e controlli opportuni. La legge naturalmente la deve fare il governo e non le imprese ... ma sono anche le OO.SS, che devono uscire dal letargo e sviluppare il confitto su un proprio progetto di lavoro e di società.
a) la distruzione dello stato sociale (sanità , scuola, pensioni, ) con particolare riferimento dalla distruzione della sanità pubblica avventa nel nostro Paese , che si è manifestata con oltre 34.000 morti tra i colpiti dal coronavirus;
b) una qualità dello sviluppo da modificare perché inquinatore e distruttivo dell’ambiente;
c) oltre 8 milioni di lavoratori messi in cassa integrazione ordinaria, speciale ed in deroga, con una riduzione media dei salari del 25%,
d) vi sono 247.000 occupati in meno nel mese di aprile... ma in prospettiva potrebbero aumentare di gran lunga ;
e) un pesante ’impatto sull’economia informale... quella non regolamentata, precaria e flessibile, temporanea...e quasi tutte queste fasce di lavoratori hanno subito danni ingenti per incapacità di produrre reddito e per essi nessuna sicurezza, nessun futuro, niente cibo;
f) centinai di migliaia di migranti, che avendo perso il lavoro è tornato ai margini non riuscendo nemmeno a ripartire per il proprio Paese di origine ;
g) la riapertura delle attività economiche con la necessità di affrontare la questione della sicurezza anti-contagio, ma che non è semplice delle piccole aziende con i lavoratori senza diritti e ricattati dal possibile licenziamento in caso di rivendicazione del diritto alla salute
- le ricette del presidente di Confindustria sono vecchie e corrono il rischio di alimentare il conflitto ... mentre per fare crescere il Paese c’è bisogno di rinnovare i contratti, defiscalizzare gli incrementi salariali, affrontare l’innovazione tecnologica, la rimodulazione degli orari, i nuovi modelli organizzativi per ridurre la precarietà, la formazione continua... Serve un contratto nazionale forte e un contratto aziendale o di sito o filiera;
- che occorre realizzare una riforma degli ammortizzatori sociali universale cioè capace di dare reddito dignitoso a tutte le categorie di lavoratori... ma andrebbe soprattutto dato un lavoro dignitoso non precario e con diritti a tutti i lavoratori;
- che l’obiettivo comune (Sindacato ed imprese) dovrà essere quello di assumere e migliorare contemporaneamente le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti unitamente alla competitività ed innovazione delle imprese ;
- che serve un contrato sociale per affermare l’idea che la ricostruzione del Paese si realizza nel dare dignità ai lavoratori e nell’affrontare le disuguaglianze... per cui il confronto con tutte le parti sociali, va benissimo ma poi deve essere seguito da impegni precisi su cose concrete da fare a cominciare dalla lotta alla precarietà e sulle politiche industriali a partire dalla difesa dell’ambiente;
- che la riforma fiscale è necessaria per ridurre l’evasione, ridurre il contante, rivedere gli scaglioni irpef per favorire i lavoratori ed i pensionati;
- che Il decreto semplificazioni delle opere pubbliche per accelerare la riapertura dei canteri non è accettabile se liberalizza i subappalti, se indebolisce i regolamenti contributivi o la sicurezza sul lavoro
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a) pretendere che risorse siano indirizzate per riprogrammare e ricostruire tutta la sanità pubblica a livello di presenza nei territori, di siti ospedalieri riaprendo anche quelli chiusi, di personale sanitario specializzato ed infermieristico, di attrezzature, di ricerca ;
b) Pretendere programmi di intervento per ricostruire una scuola ed una ricerca efficiente in grado di fronteggiare la nuova realtà anche attraverso di nuovi siti scolastici e personale adeguato anche e soprattutto a fronteggiare i bisogni dei ceti studenti più deboli, portatori di handicap ;
c) Pretendere che le risorse siano soprattutto in funzione di risanare i territori, bonificare e convertire le fabbriche in senso ecologico, a partire da quelle che producono armi, per fare nascere una economica compatibile con l’ambiente, ridurre gli orari di lavoro a parità di salario per salvare l’occupazione con lo Stato che deve riacquisire un ruolo di intervento già previsto dalla nostra Costituzione;
d) pretendere un intervento legislativo che cancelli le leggi sul precariato come la legge n. 30 (Biagi) ed il JOBS ACT (Renzi), un salario minimo di riferimento dignitoso per tutti i lavoratori, un incremento sostanziale delle pensioni medie e basse, ed un intervento legislativo che riduca l’orario di lavoro a parità di salario.
Quindi, anche se è difficile, il sindacato deve provare ad uscire dalla difensiva... esistono ancora fabbriche strutturate dove le RSU ed RLS sono forti... dove abbiamo i rapporti di forza necessari per cambiare... serve solo la volontà sindacale che dia precise indicazioni... ed il cambiamento è possibile .
MA TUTTO QUESTO OBBLIGA il sindacato dei lavoratori a cercare di stabilire e di “governare” le scelte legate “alla ricostruzione” con il fine di una svolta in termini di conversione ecologica dell’economia , di organizzazione del lavoro e riduzione degli orari a parità di salario, di tutele e diritti di chi lavora, di profondo revisione e riforma dello Stato sociale (Sanità, Pensioni, Scuola).
Occorre il coraggio delle scelte per una svolta che deve maturare anche culturalmente nei quadri intermedi della CGIL e che deve investire tutto il sindacato, non solo al vertice ma anche i quadri intermedi e quelli periferici ... abituati da troppo tempo a gestire senza conflitto ed in termini assistenziali le scelte fatte dal padronato e dal governo.
Umberto Franchi