La fiera della sanità

di Off topic - offtopic_lab - 16/05/2020
Ricordate la grande inaugurazione dell’Ospedale in fiera di Milano (20 milioni di euro di spesa pubblica), l’ultima invenzione del modello d’eccellenza della sanità lombarda? Chiuderà per manifesta inutilità, dopo essere stato presentato come la soluzione in piena crisi Covid-19. Il triste simbolo dei processi di privatizzazione e gestione manageriale della sanità

Venti milioni di spesa pubblica, inaugurazione degna dei grandi eventi… e cinque pazienti complessivi. È notizia di mercoledì 13 maggio che entro un paio di settimane l’Ospedale in Fiera di Milano potrebbe chiudere, secondo il direttore della Rianimazione del Policlinico che gestisce la nuova struttura, per manifesta inutilità dopo essere stato presentato come la soluzione in piena crisi Covid-19 (i quattrocento posti di terapia intensiva annunciati in realtà erano scesi a cinquantatré). È divenuto invece tristemente il simbolo del fallimento conclamato non solo della gestione dell’emergenza ma del modello d’eccellenza della sanità lombarda, che lungi dall’essere trasformato viene invece confermato nella delibera regionale XI/3132 del 12 maggio che impone la tariffa al test sierologico. Insomma, si permette di lucrare senza ritegno sull’emergenza e non si sostiene la prevenzione.

Il pubblico e il privato, per il Sistema sanitario in Lombardia, sono di fatto la stessa cosa. L’Asl è ridotta a stazione appaltante e gli erogatori dei servizi, le Aziende Ospedaliere, sono fra loro in competizione, il che stimola i processi di privatizzazione e gestione manageriale della sanità, secondo criteri valutativi della prestazione medica basati sul profitto. È un sistema unico in Italia, immune dal cambiare anche dopo i limiti che ha dimostrato.

A chiudere il cerchio la decisione del Governo, su pressione di Confindustria, di sospendere l’Irap per il mese di giugno: si tratta della tassa con cui si finanzia principalmente la sanità pubblica. Per la Lombardia, sul bilancio 2020-2022, avrebbe coperto un quarto dei quasi ventiquattro miliardi di finanziaria per anno, destinato appunto al sistema sanitario regionale assieme alla partecipazione regionale all’Iva (undici miliardi) e a altre risorse per un totale di diciannove miliardi di euro (di fronte a cui i tre miliardi complessivi previsti nell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. sono poca cosa). È l’ennesimo ricatto che pone in alternativa ripresa produttiva e salute pubblica, imposto anzitutto da Assolombarda.

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