Resistere e reagire, insieme, il 25 aprile. Grazie a il manifesto per l’idea e per la promozione di un 25 aprile coerentemente partigiano e determinato. Come Coordinamento Antifascista Torino, che riunisce le sezioni territoriali di associazioni nazionali, come Anpi, Arci e Fiom, mondo del lavoro, associazioni culturali, centri sociali, aderiamo con entusiasmo.

Assistiamo al tentativo, in stadio avanzato, di mettere fine a una storia di affermazione di diritti, di libertà, di uguaglianza, una storia nata con la Resistenza e trasfusa nella Costituzione del 1948. La destra al governo è erede diretta del fascismo di ieri: per esplicite rivendicazioni, per i simboli e le immagini del passato che porta con sé; per la cultura che esprime, per il linguaggio che usa, e, ancor più, per il blocco sociale ed economico di cui è espressione e per le politiche che pratica.

Riaffiora la guerra, con la sua violenza, fisica e culturale; dilagano senza freni il razzismo e il colonialismo, con le politiche di esternalizzazione e chiusura delle frontiere e la disumanizzazione delle persone migranti. Emerge il culto della forza, del successo, che si esprime nella visione di una scuola del merito che giudica, punisce ed esclude, così come nella guerra ai poveri, ma anche nell’autonomia differenziata come «secessione dei ricchi». Meritocrazia ed espulsione sociale si accompagnano alla volontà di lasciare le mani libere a chi vuole fare i propri affari in connessione con un fisco sempre più iniquo e non redistributivo. Conservatorismo e nazionalismo (la triade «Dio, patria e famiglia») si congiungono in un abbraccio mortifero con l’adesione all’agenda neoliberista, affossando il progetto di liberazione e trasformazione sociale sancito dalla Costituzione (magistralmente sintetizzato nell’articolo 3).

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Quelli che si potrebbe… il 25 aprile a Milano

Lo smantellamento della sanità pubblica è emblema dello svuotamento dello stato sociale e del prevalere del privato sul pubblico. E poi, ancora, l’ulteriore precarizzazione del lavoro, l’ideologia del workfare, l’attacco al diritto di sciopero. A chiudere il cerchio è la volontà di modificare la Costituzione introducendo la «democrazia del capo», con l’elezione diretta del presidente del Consiglio che disequilibra i poteri, riducendo il ruolo del presidente della Repubblica e dando il colpo di grazia ad un parlamento già esautorato e marginalizzato. La mistificazione dell’elezione diretta occulta la riduzione della sovranità popolare a delega ad un decisore. Affidamento, passività e acquiescenza sono terreno fertile per la crescita del fascismo, nei modi nuovi in cui si sta presentando.

Non solo: assistiamo ad una pericolosa riduzione dello spazio politico, con una repressione e intimidazione del dissenso sempre più arrogante, attraverso il diritto penale del nemico (sono 22 i nuovi reati introdotti dal governo Meloni) e la delegittimazione e criminalizzazione dell’avversario politico, di chi si oppone (la legge che punisce ad hoc gli atti di disobbedienza civile degli eco-attivisti è paradigmatica).
Siamo oltre rispetto a una semplice alternanza di governo. Dobbiamo reagire. Fermare la macchia nera che si espande e i venti di guerra.


È tempo di ricostruire una politica che concretizzi i valori che hanno segnato la nascita della Repubblica e, prima ancora, di tornare a difendere e praticare, in ogni occasione, la visione antifascista, internazionalista, egualitaria, pluralista e pacifista della Costituzione. Cominciamo a farlo in tante e tanti, insieme, il 25 aprile a Milano. Noi ci saremo.

Alessandra Algostino e Livio Pepino

Foto aleandro biagianti