Comunicato dei Giuristi Democratici sulle recenti vicende riguardanti magistratura e politica

di ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI - 07/06/2019
Csm: si dimettano tutti i magistrati coinvolti, ma si difenda l'autonomia dagli attacchi del Ministro dell'Interno
La vicenda che ha coinvolto in questi giorni  il CSM e che ha fatto emergere commistioni tra politica e magistratura nella scelta dei dirigenti da porre a capo dei principali Uffici Giudiziari italiani costituisce un autentico scandalo che rischia di rendere negativo, agli occhi dei cittadini, il ruolo della Magistratura, ridotta a mere logiche spartitorie, in stretto collegamento con ambiti politici e, dunque, in pieno contrasto con il principio di autonomia di quel potere, così come voluto dalla Costituzione.
Tutto ciò è tanto più grave in un momento in cui la Magistratura, è sotto attacco da parte della maggioranza governativa che spinge, da un lato, a realizzare quella separazione delle carriere, vista da taluni, incomprensibilmente, come la panacea di ogni male della Giustizia e dall'altro ad introdurre criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti, imposte dall'Esecutivo, mettendo in discussione il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale: tutto ciò finirebbe per portare il PM sotto il controllo della maggioranza di Governo e porrebbe, conseguentemente, in grave crisi l'autonomia della Magistratura.
In questo clima non può considerarsi casuale l’ultimo intervento del Viminale di inedita e inaudita gravità, allo scopo di alimentare una “caccia alle streghe” senza precedenti.
Il Ministro dell’Interno si scaglia contro i Magistrati che hanno pronunciato sentenze favorevoli all’iscrizione all’anagrafe di cittadini extracomunitari richiedenti protezione internazionale.
Debordando da ogni diritto costituzionale, il tentativo esplicito è quello di colpire Magistrati sgraditi al Ministro, nell’esercizio della loro giurisdizione, aggredendo mediante un’opera di dossieraggio palesemente intimidatoria il loro impegno civile e sociale, nonché la loro libertà di manifestazione del pensiero, quali cittadini.
Ben vengano, dunque, le dimissioni di tutti coloro che abbiano tenuto quei comportamenti opachi che stanno emergendo (e ciò a prescindere, ovviamente, dalle responsabilità penali personali che dovranno essere accertate), così come richiesto dall'ANM e da numerose assemblee di base della Magistratura tenutesi in vari Distretti, ma occorrerà che, altresì, vi sia una risposta forte di tutta la Magistratura che metta la trasparenza, l'indipendenza e la professionalità al centro delle scelte dei vertici gerarchici delle Procure e delle candidature al CSM: ogni corrente coinvolta dovrà fare un esame di coscienza al proprio interno ed approntare meccanismi che impediscano il ripetersi di simili fenomeni.

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