La rabbia del Barbaro è grande

di Riccardo Petrella - 03/07/2019
Indegnità del vicepremier ministro (degli interni) della Repubblica italiana, indecenza del vicepremier (ministro dello sviluppo economico), inesistenza del premier

Indegnità del vicepremier ministro (degli interni) della Repubblica italiana,  indecenza del vicepremier (ministro dello sviluppo economico), inesistenza del  premier.

La rabbia del Barbaro è grande contro la magistratura italiana dopo la decisione del gip che scagiona e libera Carola Rachete per aver agito  “nell’adempimento di un dovere: quello di salvare vite umane in mare”. Il Barbaro grida "si tratta di una decisione politica e vergognosa" "Dalla giustizia mi aspettavo pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani' e si chiede "Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia?" Una domanda pertinente da parte sua perché ha dimostrato di saper bene cosa fare per non andare in galera anche se è stato dimostrato che l'organizzazione di cui è responsabile  sul piano giuridico  è stata colpevole di un'appropriazione indebita di denaro pubblico per 49 milioni di euro. La differenza con Carola è che molti cittadini italiani si sono subito mossi in suo favore e raccolto un centinaio di migliaia di euro per permetterle di coprire le eventuali spese processuali, il Barbaro invece ha utilizzato il suo stato di deputato eletto e chiesto l'appoggio "spontaneo" dei suoi alleati politici ed ha cosi evitato, secondo alcuni suoi colleghi "vigliaccamente"  di andare al processo davanti alla giustizia italiana.

 Infine, il Barbaro come sua abitudine, non sa fare altro che insultare e minacciare la magistratura e le persone che non obbediscono ai suoi diktats affermando, poverino, " Mi vergogno di chi permette che in questo paese arriva il primo delinquente dall’estero (cioéCarola, ndr)  e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro” e termina con una falsificazione evidente della realtà comparando l'atto della capitana a quello di colui che all'alt della polizia stradale per un controllo di routine  "tira diritto e sperona un’auto della polizia". Ma che paragone strampalato e del tutto sballato!. E conclude "E' urgente la riforma della giustizia, cambiare i criteri di assunzione, selezione e promozione di chi amministra la giustizia in Italia. Questa non è la giustizia che serve a un Paese che vuole crescere". La minaccia del ministro degli interni non poteva essere più esplicita, anche se l'allusione al rapporto tra giustizia e crescita (di cosa, d'indegnità?) è piuttosto malconcia. Lo si sa, il Barbaro ha introdotto la volgarità ("mi hanno rotto i coglioni"), la menzogna ("vedremo chi ha la testa più tosta") e la falsificazione come forma primaria di "legittimo"  malgoverno.

C'è da dire che  le altre altre autorità dello Stato lo lasciano fare non per ignoranza ed  incuranza ma per "realpolitik" (che indecenza!). A mia conoscenza, silenzio totale da parte del suo collega ministro della giustizia.Presento le mie scuse qualora la realtà fosse diversa.  Assenza totale da parte del primo ministro (noto oramai per la sua assenza evanescente). Muta come un pesce la presidente del Senato. Più loquace, invece, l'inquilino del Quirinale ma per segnalare ai responsabili  dell'UE che non  ci sono le condizioni obiettive per intimare una procedura d'infrazione contro l'Italia in materia di bilancio. Apparentemente, a livello delle nostre conoscenze,  i fatti relativi alla Sea Watch non sono stati di valenza politica ed umana assai elevata per indurre il Quirinale a rompere leggermente la tradizionale riservatezza e dire qualcosa in favore almeno del rispetto della divisione dei poteri dello Stato.

La ciliegina del 3 luglio mattina viene dalla presa di posizione del ministro Perbenino il quale credendo di scrivere alcune righe se non di alto valore letterario e politico, almeno di buona furbizia  politicante, afferma solennemente in un twitter di ieri sera inoltrata : "Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rachete (perché? ndr). Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza. Il tema  resta la confisca immediata dell'imbarcazione (sic). Se confischiamo subito, la prossima volta  non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi". Che saggezza e pertinenza politiche!

Ma di che lamentarci!  Non siamo noi  "Italiani brava gente" a partire dal nostro ministro degli interni?

Riccardo Petrella, Verona, 3 luglio 2019

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