Per la destra la 'riforma' della Giustizia sembra essere diventata una vera e propria ossessione.
Per la verità il fenomeno non è recente ed è esploso con l'entrata in politica della buonanima, che ha inaugurato la strategia di non difendersi dalle accuse nei processi, ma dai processi. Evitando cioè di dover argomentare,dimostrare la propria innocenza in un contraddittorio rischioso, spcialmente se siconosce la propria colpevolezza.
Molto più semplice, disponendo della maggioranza parlamentare, cancellare il reato o rendere inapplicabile l'eventuale pena.
Cosi c'è già stata una grandinata di condoni,limiti di età, prescrizioni, legittimi impedimenti, eccetera.
Tutto sotto lo slogan del'giusto processo' e amplificando i (pochi) casi di malcostume verificati fra i Magistrati, che,e ssendo esseri umani, possono sbagliare e anche non essere onesti.
E' comprensibile che l'opinione pubblica,di fronte a argomenti complessi si senta talvolta disorientata e attratta da slogan accattivanti. Pensiamo ad esempio a due obiettivi che la destra ripropone continuamente:la separazione delle carriere e l'obbligatorietà dell'azione penale.
Naturalmentela nomina a Ministro della Giustizia di un personaggio da sempre 'sopra le righe' come Nordio e in generale lo stile da 'guerra lampo' della Meloni impongono una azione di informazione e un invito alla riflessione per evitare di trovarci difronte a scelte le cui conseguenze possono essere disastrose.
Un buon punto di partenza può essere chiederci semplicemente cosa chiediamo al sistema giudiziario, magari rileggendo cosa dice in propositola nostra Costituzione,che alla Giustizia riserva numerosi articoli.
Anche qui suggerisco alcuni punti di partenza: se il principale obiettivo è evitare che i reati vengano commessi, come deterrente non è sufficente la pesantezza della pena, se non abbinata a una percentuale alta di casi in cui il colpevole viene individuato.
Quindi non è accettabile il depotenziamento della organizzazione giudiziaria, come non lo sono i complessi cavilli burocratici che consentono di trascinare il processo fino alla prescrizione.
Un altro argomernto,quasi mai citato dai nostri 'riformatori', è la tutela del diritto da parte della vittima al risarcimento del danno nei tempi più brevi. Magari facendo ricorso all'intero patrimonio del colpevole e dei suoi congiunti.
Infine come cittadino mi sento particolarmente offeso dai reati commessi dai nostri rappresentanti politici, che tradiscono la fiducia che abbiamo ripostain loro: penso che la condizione di 'eletto' (che comporta numerosi benefici anche su altri piani) dovrebbe dare luogo a aggravanti,invece di fornire immunità. Ma mi contenterei che, come dicela Costituzione,la legge fosse uguale per tutti.
Chiediamoci quali di questi problemi risolverebbe la 'riforma Nordio'.
(ragionamenti in un pomeriggio troppo caldo)