Il termine pace dal latino pactum, pacere, ossia accordo prevede un’intesa che va oltre gli schematismi imposti dal sistema capitalista e neoliberista, omologante e impositivo. L’accordo, la pace sono modelli e metodi di intesa e di comunicazione innanzitutto nella duplicità dell’essere umani, ossia nel genere donna e uomo, femminile e maschile e anche nei percorsi transgender, omosessuali e transessuali, dove l’accordo e la pace e l’intesa sono sempre forme di resistenza e resilienza alle difficoltà imposte dal quotidiano e dal sistema di violenza che ci circonda. E soprattutto pace e resilienza rispetto ai molteplici problemi, come emergenze e minacce, che incombono sull’umanità, dalla paura delle pandemie, al terrore delle apocalissi nucleari all’indigenza e alla povertà che colpiscono gran parte dell’umanità, nella disuguaglianza sociale globale, dove il10 per cento della popolazione mondiale detiene il 90 per cento dei beni comuni dell’umanità.
Pace è la parola ecumenica che accomuna le più varie culture del pianeta, le differenti popolazioni, minoranze genti, etnie, con i rispettivi culti, credi, fedi, religioni, che da un punto di vista agnostico rappresentano un dato culturale imprescindibile più che una visione cultuale, più che una presa di posizione di credo e di culto teologicamente e teoreticamente parlando. Infatti noi osserviamo la relazione e il dialogo tra fedi e religioni da un punto di vista fenomenologico, studiando e classificando i fenomeni appunto, l’evidenza dei fatti, degli eventi come si manifestano all’esperienza nel tempo e nello spazio. L’interscambio di incontro tra culture lo consideriamo un evento fenomenologico come avviene con il modello Riace. Un modello locale che diventa globale, ossia glocale, che dal particolare si apre all’universale, come specifico fenomenologico di interazione di culti e culture nella pace, nell’armonia, nell’equilibrio e nell’accordo: un patto tra gli esseri umani e madre terra. In un’ottica universalistica, in una visione di terrestrità circostante e dell’esistente, Riace come sinonimo e modello di pace potrebbe rientrare in una base pratica di coosviluppo tra nord e sud, est e ovest del mondo per risolvere i grandi problemi, le gravi emergenze e minacce del nucleare, della disuguaglianza sociale globale e dei dissesti climatici e delle guerre imposte dal commercio di armi e dal dio petrolio per far fatturare le potenze mondiali. Questi sono i grandi 'virus' che infettano l’umanità e nostra madre terra. Le lobby mortifere del nucleare detengono un sistema sociale mondiale ingiusto dove un miliardo di persone vivono con due dollari al giorno e 821 milioni soffrono la fame. Le migrazioni sono causate da tutte queste sperequazione e dalle carestie, dal terrorismo, dalla guerra, dai disastri e dissesti ecologici e climatici e dalle manovre economiche.
Riace che fa rima con pace ha saputo conciliare in un piccolo borgo tutte queste contraddizioni, e questi virus e piaghe per l’umanità intera che è figlia di un villaggio globale, di una madre terra che il genere umano deve tutelare e salvaguardare dall’estinzione.
Per questo usiamo il motto Riace è la pace. Come microcosmo e crogiolo di bellezza, dove l’immagine estetica di colori, sguardi, volti, musica, odori e sapori producono il bello estetico, non estetizzante e fine a se stesso, ma una bellezza di cromie che salverà il mondo. Riace è la pace per l’umanità.
L’Agenda ONU 2030 pone nell’obiettivo pace, giustizia e istituzioni solide, vale a dire i cardini di questo patto stabilito tra gli uomini: un patto di pace che è sancito in tutte le carte della terra e nelle costituzioni e istituzioni nate dopo il grande trauma della seconda guerra mondiale. Dopo questo grande trauma, con un sussulto positivo di speranza, dalla resistenza partigiana antifascista, sono nate le grandi dichiarazioni dei diritti umani, l’ONU e da quest’ultima le Cop per il clima a partire dal grande summit di Rio de Janeiro nel 1992. E non dimentichiamo il TPAN, ossia il trattato ONU varato a New York a palazzo di vetro nel luglio 2017 da 122 nazioni e dalla società civile organizzata nella campagna per l’abolizione degli ordigni nucleari Ican. Questo trattato Onu è stato una svolta per l’umanità e per il concetto pacifista e il movimento nonviolento: un passo mondiale imprescindibile per il disarmo nucleare universale che è valso a tutti gli attivisti e alle associazioni per la pace e per il disarmo nucleare che operano in Italia e in tutto il mondo il premio Nobel per la pace 2017.
Fare pedagogia della memoria, fare pedagogia della pace è quanto mai urgente e necessario in un mondo globalizzato che annienta e annulla gli ultimi per promuovere i più forti e i potenti.
Suggerimento bibliografico:
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Riace. Musica per l'Umanità, Mimesis Edizioni. Con contributi scritti di Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli
Per approfondire:
Canale Facebook https://www.facebook.com/laura.tussi
CanaleYouTube https://youtube.com/@LauraTussi?si=vToObZGDLPkXKGAJ
Canale Instagram https://instagram.com/cracolicifabrizio
Canale TikTok @fabrizio.cracolici
Mastodon @laura@sociale.network