Una delle candidate democratiche alle presidenziali americane 2024 è la scrittrice e attivista Marianne Williamson, che recentemente ha preso impegni concreti per la ratifica del Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Con Ennio Cabiddu di Disarmisti Esigenti analizziamo questa candidatura per capire se e come può incidere concretamente sul processo globale di pace.
Si potrebbero definire “quasi rivoluzionarie” le dichiarazioni di Marianne Williamson, scrittrice, attivista da anni impegnata nel sociale e nel disarmo e candidata alle primarie del Partito Democratico che hanno preso il via il 23 gennaio in New Hampshire e si concluderanno l’8 giugno 2024, quando verrà designato il candidato democratico per la corsa alla Casa Bianca che culminerà con le elezioni presidenziali americane del 5 novembre.
Di questa candidatura abbiamo parlato con il professor Ennio Cabiddu, membro dell’associazione ecopacifista Disarmisti Esigenti, una rete di attivisti che – fra le altre cose – partecipa attivamente alla campagna internazionale ICAN per il disarmo nucleare universale, insignita nel 2017 del Premio Nobel per la pace. Uno degli strumenti principali della campagna è il Trattato Onu TPNW per la proibizione delle armi e degli ordigni di distruzione di massa nucleari, che Marianne Williamson ha dichiarato di voler ratificare in caso di vittoria elettorale – 93 Paesi sinora hanno firmato il trattato e fra essi non figurano gli Stati Uniti né l’Italia.
Sulle quasi rivoluzionarie dichiarazioni della candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti Marianne Williamson abbiamo raccolto le delucidazioni del professor Ennio Cabiddu membro dell'associazione ecopacifista Disarmisti Esigenti una rete di attivisti parte della Campagna internazionale ICAN Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale grazie al Trattato Onu TPNW per la proibizione delle armi e degli ordigni di distruzione di massa nucleari.
Una candidata degli Stati Uniti Marianne Williamson comincia con il disarmo nucleare? Potrà essere il vero cambiamento?
La campagna internazionale Ican per il disarmo nucleare universale e Premio Nobel per la Pace comincia a rientrare nelle agende politiche di una superpotenza come gli Stati Uniti? ma è un sogno?
Vogliamo accogliere e commentare questa dichiarazione dell'Associazione ecopacifista "Disarmisti Esigenti", in quanto accogliamo con grande soddisfazione e altrettanta speranza le dichiarazioni della candidata democratica alla Casa Bianca Williamson. Soddisfazione perché la campagna Ican, premio Nobel per la Pace di cui i Disarmisti Esigenti sono parte insieme ad altre realtà di attivismo per la pace e il disarmo e la nonviolenza, sta cominciando ad essere apprezzata in tutta la sua storica portata anche da una parte significativa del ceto politico della più grande potenza nucleare al mondo: gli Stati Uniti.
Finalmente il cittadino medio comprende che l'investimento continuo in armi sottrae incentivi allo Stato Sociale.
Basta con l'eliminazione di incentivi al welfare per incrementare l'armamentario nucleare. Vi è forse un po' di speranza? Speranza perché stanno maturando i tempi in cui il cittadino americano che più soffre della carenza di welfare comincia a vedere chiaro lo stretto legame della sua qualità della vita con le scandalose risorse finanziarie destinate al mantenimento dell'arsenale militare a cominciare, ovviamente, da quello nucleare.
La proposta di una fondamentale e rivoluzionaria e innovativa riconversione economica per politiche di pace.
E' quanto la Williamson afferma, ossia di voler sottrarre risorse finanziarie agli armamenti nucleari. La candidata sta praticamente proponendo una radicale riconversione economica e sociale per consentire al genere umano di continuare a essere parte integrante del pianeta terra.
La Williamson, candidata democratica alla Casa Bianca, può essere sostenuta dal mondo dei movimenti pacifisti a livello internazionale?
Viene anche demolita la folle dottrina della deterrenza nucleare che, come purtroppo si vede, non ha impedito le guerre anzi, a guerra appena iniziata, non sono mancate esplicite minacce di far ricorso alle armi nucleari magari con la pietosa attenuante di essere "a corto raggio". Certo che la Williamson andrebbe sostenuta - dichiara sempre Ennio Cabiddu - in tutti i modi e con l'augurio che la rete pacifista mondiale, a cominciare da Ican, trovi la forza per incidere sull'elettorato americano.
Anche nel nostro Bel Paese, i pacifisti devono continuare a denunciare l'illegalità della presenza di ordigni di distruzione di massa nucleari statunitensi sul territorio italiano.
Ma anche noi pacifisti italiani possiamo contribuire continuando a denunciare la illegale presenza nel nostro territorio di ordigni nucleari statunitensi come, ad esempio, a Ghedi e Aviano, e continuando nella paziente opera di educazione alla pace e quindi nell'azione nonviolenta dell'intessere, sulla base della creatività di pace, la solidarietà e la cooperazione fra i popoli, oltre i limiti artificiali frutto di un aberrante e disumano desiderio di sopraffazione. Le prossime generazioni non chiederanno conto dei confini dei nostri Stati, ma ci chiederanno delle condizioni in cui dovranno sopravivere.
La Williamson: un Faro di speranza per tutti gli oppositori agli armamenti nucleari.
La candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Marianne Williamson durante la campagna elettorale delle primarie delle elezioni presidenziali nel New Hampshire ha firmato una dichiarazione che la impegna ad abolire le armi nucleari se sarà eletta Presidentessa degli Stati Uniti.
Un segno dei tempi: nelle agende politiche di una superpotenza finalmente la presenza del trattato di proibizione delle armi nucleari.
E' un segno dei tempi assolutamente fondamentale perché finalmente vediamo nell'agenda politica del potere e dei potenti del mondo la volontà di assumersi l'onore e l'onere dell'abolizione delle armi nucleari, ponendosi come obiettivo la ratifica del Tpnw.
La candidata afferma che se sarà eletta Presidente, firmerà il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e lavorerà con le altre nazioni dotate di armi nucleari per assicurare l’eliminazione irreversibile e verificabile di tutte le armi nucleari da tutti i Paesi.
Utopia o rivoluzione?
Sembrerebbe un intento utopico ma sempre più improcrastinabile, dal momento che l'arsenale nucleare mondiale ammonta almeno a 25.000 unità di armamenti atomici di cui Stati Uniti e Russia ne posseggono 3000 pronti al lancio e la Cina vorrebbe arrivare al migliaio di ordigni nucleari entro il 2030, oltraggiando così, è proprio il caso di pronunciarsi in merito, i 17 obiettivi dell'Agenda Onu 2030 che al sedicesimo punto prevede la pace e le istituzioni solide per porla in essere e per attuarla.
Con i fondi destinati al nucleare vi è il progetto di destinare questi dannosi finanziamenti per fronteggiare l'emergenza climatica che minaccia il globo terraqueo.
L’impegno è anche quello di reindirizzare tutti i trilioni di dollari dei contribuenti attualmente destinati a un massiccio sviluppo di armi nucleari per affrontare invece l’emergenza climatica globale.
Si tratta del primo candidato alle primarie sia repubblicane sia democratiche che parla del tema disarmo nucleare e prende un impegno pubblico, a parte la deputata Ocasio Cortez.
Williamson è cofondatrice dell’Associazione “The Peace Alliance” ed è la seconda volta che si presenta alle primarie come candidata democratica. Purtroppo viviamo tutti perseguitati dalla paura dettata dal principio della cosiddetta deterrenza nucleare. Mentre il genere umano e l'umanità intera hanno il diritto di vivere senza il terrore dell'incubo nucleare e senza essere turbati dai demoni della deterrenza atomica.
Le testate nucleari non hanno motivo di esistere, in quanto la maggioranza delle persone non vuole la guerra.
L'Armageddon nucleare è altamente possibile. Anche come sancisce il gruppo di scienziati antinuclearisti del Doomsday Clock. Perché basta un niente, un minimo incidente delle macchine informatiche guidate dall'intelligenza artificiale, per fare partire il primo colpo e così a catena un lancio di missili che su scala ridotta porterebbero a un inverno nucleare che espanderebbe la radioattività su tutto il sistema planetario, provocando man mano l'estinzione della specie vegetale, poi animale e poi dell'intero genere umano.