L'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede contesta la decisione vaticana di far portare insieme la croce a una famiglia ucraina e a una russa alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, presieduta dal Papa. "L'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede - twitta l'ambasciatore Andrii Yurash - capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull'idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo". "Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze", aggiunge. Ma il Vaticano non risponde, confermando con questo silenzio che al momento non ha intenzione di tornare sui propri passi.
L'arcivescovo di Kiev
A seguire entra in campo da Kiev anche l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina: "Abbiamo trasmesso alla Santa Sede l’alta indignazione degli ucraini di tutto il mondo, penso che si tratti di un’idea inopportuna".
La tredicesima stazione
La decisione di portare alla Via Crucis una famiglia ucraina e una russa era stata comunicata ieri dalla sala stampa vaticana. Le due famiglie dovranno intervenire durante la tredicesima stazione, considerata una delle più strazianti del percorso: rappresenta il momento in cui Cristo è deposto dalla Croce ed il suo corpo viene riconsegnato alla Madonna.
Gli altri temi oltre a quello della guerra
Il tema scelto per la Via Crucis quest'anno è "la famiglia a cinque anni dalla pubblicazione della Amoris Laetitia". Gli altri temi delle meditazioni sono, oltre alla guerra, anche la crisi acuita dalla pandemia, la mancanza di lavoro e la conseguente angoscia di una vita familiare precaria e il dramma dei migranti.
Le tappe della salita al Calvario
Questo lo schema della Via Crucis, stazione per stazione: I una coppia di giovani sposi, II una famiglia in missione, III una coppia di sposi anziani, IV una famiglia con 5 figli, V una famiglia con un figlio con disabilità, VI una famiglia che gestisce una casa di accoglienza, VII una famiglia che affronta la malattia VIII una coppia di nonni, IX una famiglia con figli adottivi, X una donna con figli che ha perso il marito, XI una famiglia con un figlio consacrato, XII una famiglia che si confronta con la perdita di un figlio, XIII una famiglia ucraina e una famiglia russa, XIV una famiglia di migranti.
Il momento dell'incontro tra le due famigle
Le due famiglie interverranno nella stazione nella quale Gesù grida a gran voce: "Eloì, Eloì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Il libretto della celebrazione, editato dalla Libreria editrice vaticana e pubblicato dalla sala stampa vaticana, reca la seguente meditazione, che verrà letta quella sera: "La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L'esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d'inverno, l'andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie... tutto".
Le parole di padre Spadaro
Su Facebook anche padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica da sempre vicino al Pontefice, spiega la decisione vaticana: "Occorre comprendere una cosa, Francesco è un pastore non un politico. Agisce secondo lo spirito evangelico, che è di riconciliazione anche contro ogni speranza visibile durante questa guerra di aggressione definita da lui 'sacrilega'. Per questo ha pure consacrato insieme Ucraina e Russia al Cuore di Maria".