Tutti con Carola, nessuno per la Gregoretti: Salvini deve fare un monumento all’opposizione

di Giulio Cavalli - linkiesta.it - 30/07/2019
La nave della Guardia Costiera Gregoretti è ferma ormai da tre giorni nel porto di Augusta, eppure nessuno dice niente, opposizione compresa. Al di là del braccio di ferro inutile di Salvini con l’Europa, proprio adesso che a salvare le persone è stata una nave italiana, perché nessuno dice niente?

Forse sarà la calura estiva o forse sarà questa malattia di rincorrere le panzane del ministro Salvini, ma qualcuno lì nel centrosinistra dovrebbe spiegarci per quale imponderabile motivo la nave della Guardia Costiera Gregoretti, ferma ormai da tre giorni nel porto di Augusta, sia terribilmente meno indignante, interessante, discussa, visitata e seguita rispetto alle altre navi che sono rimaste a bollire nei porti per volere del ministro Salvini. Sarebbe da chiederci (e da chiedere) come sia possibile che la riprovazione che si è provata fino a qualche giorno fa, con le molte approvazioni per la rottura del blocco da parte della comandate di Sea Watch Carola Rackete, ora si siano assopite mentre il governo italiano tiene una nave italiana ai bordi di un porto italiano per esercitare pressioni (o meglio: per esprimere una propagandistica muscolosità) contro l’Europa e per poter instillare nel proprio l’elettorato l’enorme bugia che i porti siano chiusi e che non sbarchi più nessuno.

Ma davvero nessuno sente l’urgenza di battersi contro questo pervicace tentativo di normalizzazione quando si parla di un ministro che sequestra barche nei porti italiani ripiene di disperati? Davvero non c’è nessuno che abbia voglia di fare notare che in tutti gli ultimi casi il ministro Salvini (ma anche il ministro Di Maio, a ruota) hanno alzato la voce additando la nazionalità straniera delle imbarcazioni oppure il fatto che fossero Ong e invece nel caso del pattugliatore Gregoretti siamo di fronte a una barca italiana (anzi, in quanto militare che è addirittura suolo italiano) e che non ha nulla a che vedere con i taxi del mare che secondo i nostri vicepremier sarebbero la causa delle partenze? Non c’è qualcuno che abbia voglia di fare notare che gli ultimi salvataggi sono stati effettuati da una nostra nave militare e da un peschereccio, polverizzando in un colpo solo qualsiasi illazione sui trafficanti che invece sarebbero d’accordo con le Ong?

Che il ministro Salvini decida per ogni nave di mettere in campo un goffo e patetico braccio di ferro con l’Europa per accogliere le decine di migranti che sono a bordo, mentre centinaia ne continuano ad arrivare ogni giorno senza che quasi nessuno se ne accorga, è indecente, inumano, politicamente stupido esattamente come qualche mese fa quando cominciò tutto questo balletto, solo che ora (forse per abitudine o forse per un’opposizione che non riesce ad essere appuntita per troppe settimane di seguito, chissà poi perché) sembra che ci siamo abituati a questo orrore. Sarebbe l’abitudine più inumana che avremmo potuto imparare: farci logorare la sensibilità con l’arma della consuetudine.

Si potrebbe anche prendersi il tempo di raccontare che lo stesso Salvini ha mancato più volte gli appuntamenti europei in cui si è tentato di trovare una formula di ridistribuzione chiara e applicabile ogni volta perché non siano i Paesi affacciati sul Mediterraneo a doversi fare carico ogni volta della prima accoglienza senza nessuna garanzia. Del resto, se ci pensate, una regola precisa, stabilita e accordata tra gli Stati membri dell’Unione sarebbe un colpo mortale per chi ha l’occasione ogni volta di mostrare i denti e fare il bullo sulla pelle dei disperati. E forse sarà anche per questo che nonostante la Germania si sia già dichiarata disponibile ad accogliere parte dei migranti attualmente a bordo della nave il vicepremier leghista preferisce lasciare bollire la Gregoretti, i naufraghi e il suo equipaggio per un pugno di voti in più.

In tutto questo però rimane, fissa, una domanda: ma perché l’opposizione non si oppone? Si attende la risposta, che ormai è come Godot.

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