Il nostro governo, per quanto riguarda il problema Coronavirus, ha agito in modo ineccepibile e soprattutto va sottolineata l’eroica risposta data dal servizio sanitario nazionale.
Previgenti sono stati anche alcuni sindaci, come la Raggi, che hanno preparato delle tendopoli per accogliere gli eventuali contagiati. Ma proprio questi ultimi provvedimenti ci fanno capire quanto insulsa, egoistica e drammatica sia stata la decisione europea di imporre all’Italia un regime di austerity.
Il taglio lineare alle spese sanitarie ha prodotto una drastica diminuzione dei posti letto e, addirittura, come avvenuto al policlinico di Tor Vergata, ha impedito di utilizzare un intero fabbricato, già pronto per l’uso, per mancanza di fondi.
Ora il Parlamento italiano si appresta ad approvare il MES (meccanismo europeo di stabilità) che pone chi ha bisogno di prestiti, come lo siamo noi, nelle condizioni di non poter assolvere agli obblighi assunti, mentre dispone d’altro canto la immunità degli operatori di questa strana istituzione europea.
Certamente non è questo il momento di fare polemiche o creare fonti di inimicizia. Quello che dobbiamo sperare è un cambiamento della politica economica dell’Unione europea, la quale, sul punto del Coronavirus, non si è ancora espressa con nessun provvedimento.
La lezione che possiamo apprendere dalla vicenda del Coronavirus è che l’Italia, come del resto ha fatto il Portogallo, non deve assolutamente cedere sulla distruzione del welfare e deve riconquistare quel patrimonio pubblico che le è stato sottratto da governanti assolutamente inidonei, i quali lo hanno ceduto a faccendieri privati e a fameliche multinazionali.
La soluzione di tutto è, ancora una volta, nel rispetto della Costituzione e, in particolare: dell’articolo 1 della Costituzione, secondo il quale: “la sovranità spetta al popolo italiano” e non ai mercati finanziari; l’articolo 2 che impone inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale; l’intero titolo terzo della parte prima della Costituzione e, specialmente, gli articoli 41 e 42 che tutelano il patrimonio pubblico e infine l’articolo 54 che impone a tutti i cittadini di osservare la Costituzione e le leggi e a coloro che sono investiti di pubbliche funzioni di agire con disciplina e onore.
Si tratta di reagire al disonore dei precedenti governi che hanno privatizzato e svenduto i nostri servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio attraverso un’onorevole azione da parte degli attuali politici di recupero dei beni del Popolo e, conseguentemente, della nostra onorabilità a livello internazionale.