Il fatto di cronaca
In questi giorni i talk di tutte le emittenti TV offrono dibattiti verbosi e spesso assurdi, sul caso del runner di 26 anni Andrea Papi, ucciso da un’orsa nel bosco in cui correva. Il fatto è che le informazioni offerte dai media sono carenti di alcuni dati fondamentali. In quali circostanze l’orsa e l’uomo sono venuti a contatto? E perché l’animale ha aggredito quel povero ragazzo? L’unico che ci offre una spiegazione plausibile è l’etologo Federico Tettamanti, a cui è stato chiesto che idea si era fatto dell’aggressione e lui ha risposto: ” Nel caso specifico avvenuto in Trentino, probabilmente il corridore è arrivato silenziosamente addosso all'orsa, forse già vecchia e problematica. Così si è spaventata e autodifesa, come fanno tutti gli animali selvatici. L'autodifesa per un'orsa può significare una zampata, ma bisogna considerare che la specie può pesare fino a 350 kg, quindi un suo movimento non è una carezza, ma una botta reale e forte.”.
Bisogna considerare inoltre che l’orsa aveva con sé ben tre cuccioli e questo fatto è una ulteriore spiegazione dell’aggressività dell’animale. Insomma un concatenarsi di eventi quanto mai sfortunati, ma non inspiegabili e non senza motivo. Il povero giovane correva tranquillo, magari a ridosso di una curva c’era l’orsa coi suoi cuccioli, lui le è finito addosso e lei si è difesa e ha difeso i suoi cuccioli. E ora vogliono abbatterla come una belva rabbiosa: non ha senso! Ci dispiace davvero infinitamente per quel ragazzo, ma adesso uccidere l’orsa – come hanno detto con infinita civiltà e buon senso i familiari di Papi – non gli renderà il loro caro. Uccidere l’orsa non può diventare una sorta di vendetta, è davvero fuori da ogni logica!
Ma vediamo di capirci un po’ di più, in tutta questa storia, partendo dalle radici del caso.
La storia
Partiamo dal progetto “Life Ursus” che portò la regione Trentino Alto Adige a ripopolare le Alpi trentine reintroducendo gli orsi, fauna in via di estinzione. Era circa la metà degli anni ’90 quando il progetto “Life Ursus”sulla reintroduzione degli orsi nelle Alpi Centrali, finanziato coi fondi europei, scelse il Trentino come area ideale. Si consultarono i cittadini e venne fuori che 7 cittadini su 10 erano favorevoli al progetto. Questo fu affidato al Parco Adamello Brenta, all’Istituto Nazionale della fauna selvatica e alla provincia di Trento. L’obiettivo era di ripopolare la zona con orsi provenienti dalla vicina Slovenia fino a raggiungere una popolazione di ungulati di 40-50 esemplari, nel corso di qualche decennio. Si era nel 1996. Tre anni dopo, nel 1999, arrivarono i primi esemplari chiamati Masun e Kirka. Erano muniti di radiocollari per monitorarne gli spostamenti. Tra il 1999 e il 2002, sono stati importati dalla Slovenia 10 esemplari, che avrebbero dovuto ricreare , come dicevamo prima, una popolazione di circa 40-50 orsi nel giro di una ventina d'anni, ma in quasi 25 anni dal nucleo originario importato dalla Slovenia si è sviluppata una popolazione ben più numerosa di quella prevista: infatti, in tutte le Alpi, si stima una presenza di circa un centinaio di esemplari, perché nessuno ha pensato di pianificare le nascite, anche sterilizzando alcuni esemplari e monitorandone gli spostamenti. Ma si sa come vanno le cose in Italia: i soldi dall’Europa li hanno presi e poi hanno abbandonato gli orsi al loro destino, non hanno costruito zone dedicate, non hanno messo nemmeno cartelli, avvisi, non hanno istituito dei corsi nelle scuole, niente di niente. E gli orsi, dal canto loro, hanno apprezzato l’habitat e si sono riprodotti, come era previsto, ma, in questo caso, senza alcun controllo. Del resto il radiocollare di JJ4 non funzionava nemmeno… anche la cavigliera dell’oligarca russo che è scappato non ha funzionato: in questo paese la cialtroneria è quasi d’obbligo…
Oggi il progetto “Life Ursus” non è più gestito dal Parco, essendo in capo alla Provincia autonoma di Trento. E si vede bene, anche se il Parco continua a fare la sua parte, soprattutto con attività di ricerca, monitoraggio ed educazione ambientale.
Animali e bestie
E adesso l’orsa JJ4 è stata catturata, di notte, in compagnia dei suoi cuccioli, che sono ora rimasti soli, senza più nessuna protezione, senza una guida e senza cibo e la possibilità di procurarsene. Chi di noi ha avuto un animale in casa sa bene che tutti loro sono esseri senzienti e il fatto che l’orsa sia un animale selvatico non le toglie questa capacità di provare sentimenti e sentire paura, dolore, angoscia. Sembra che ci siano persone che questo non lo capiscono… d’altra parte non gliene frega niente degli esseri umani, figurati degli animali! Per chi farebbe annegare in mare i migranti, cosa volete che sia uccidere o torturare un animale!? Ma che bestie sono??E così l’orsa è finita a Casteller, un lager per poveri orsi, colpevoli solo di essersi comportati come tali! Un articolo del 2021 – quindi scritto in tempi non sospetti – di Brunella Paciello, documenta la crudeltà di questo carcere per animali e infatti scrive: “Seppelliti in cubicoli di cemento, impossibilitati a seguire la loro indole di plantigradi, senza uno sfogo naturale, in un ambiente non certo confacente alla loro natura. Lo dimostra un video impressionante girato da alcuni attivisti trentini che sta circolando in rete da qualche giorno. E il senso di soffocamento delle gabbie di cemento, il buio, le sbarre… ci danno l’esatta dimensione del terribile stato di questi poveri animali a cui è stato sottratto il bene più prezioso: la libertà.”
Il video a cui si riferisce la Paciello è stato girato da un gruppo di animalisti trentini, infrangendo le misure di sicurezza del “carcere” e ha mostrato per la prima volta le reali condizioni in cui vivono gli orsi. Il presidente dell’OIPA (Organizzazione internazionale protezione animali) Massimo Comparotto, a proposito del Centro Casteller dice: ” Il centro di detenzione del Casteller è inidoneo e non garantisce il benessere degli animali reclusi per la cui libertà stiamo lottando da mesi nelle aule giudiziarie”. E il video girato al Casteller dimostra con i fatti la crudeltà della situazione degli orsi trentini. Orsi che girano su se stessi incessantemente, che rifiutano il cibo, che non vanno in letargo e giacciono sul fondo di un cubicolo cieco: le condizioni dei poveri plantigradi detenuti in Trentino sono davvero un colpo al cuore per chi ama gli animali e la natura. “
Il 15 aprile scorso, 5 giorni fa, il Partito Animalista Europeo ha depositato una querela nei confronti del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti per i reati di istigazione a delinquere e tentato delitto, secondo gli articoli 414 e 56 del Codice Penale.
Del resto l’odio di Fugatti e dei suoi compagni di partito, la Lega di Salvini, nei confronti degli orsi e del Progetto “Life Ursus” è ben noto già dal 2011, quando organizzarono la festa della Lega a Imer, in Trentino, a base di bistecche di orso: 50 chili di carne arrivata dalla Slovenia, per essere cucinata con ricette della tradizione austro-ungarica, come dicevano i militanti del Carroccio. Avevano preparato pure lo spezzatino. Un’iniziativa in polemica con il progetto di ripopolamento della specie ‘Life Ursus’. “Ma sulla tavole dei partecipanti non è arrivato nulla – scrive il Fatto Quotidiano – Perché in mattinata sono giunti i Nas dei carabinieri. E hanno impedito la vendita dei piatti. Il motivo? “Mancano i certificati di importazione”.
A suo tempo il WWF fu molto critico sulla vicenda: ”E’ solo un pessimo esempio che ignora le leggi nazionali ed europee e mette così a rischio una specie particolarmente protetta”, disse il responsabile per l’Italia Massimiliano Rocco, esprimendo “apprezzamento per l’operato delle autorità”. “Siamo esterrefatti – aggiunse – da quanto la Lega ha voluto politicamente promuovere con questa iniziativa. Se voleva essere una provocazione per parlare della corretta gestione dell’orso in Trentino non serviva commettere un reato importando illegalmente carne di una specie protetta. Una condotta inaccettabile per un partito di governo”.
Animali e belve
Ma quello che succede agli orsi nel lager di Casteller è niente rispetto a quello che patiscono i cosiddetti “orsi della Luna”, in Cina. Catturati con trappole che spesso causano terribili mutilazioni. Immobilizzati in gabbie grandi quanto il loro corpo, che deformano le ossa ed atrofizzano gli arti, con un catetere infilato nella cistifellea per estrarne due volte al giorno la bile che servirà a realizzare medicinali, unguenti, bibite e shampoo, vivono tutto l’orrore di una crudele esistenza. Non possono letteralmente alzarsi, muoversi, girarsi. Resteranno in queste condizioni anche per 20, 30 anni, ovvero tutta la durata della loro vita, fino alla morte, causata dalle infezioni, dalla sofferenza psichica, dalle malformazioni ossee, dalla denutrizione. È la intollerabile sorte degli orsi neri asiatici, conosciuti come “orsi della Luna”, per via della loro pelliccia scura ornata da una stupenda mezza luna bianca, in prossimità del petto. Incarcerati nelle infernali fattorie cinesi, vietnamite e coreane, torturati ogni giorno a centinaia per l’estrazione della loro preziosa bile, elemento base della medicina tradizionale asiatica, che la prescrive a scopi curativi da 3.000 anni, trascinano così la loro miserabile esistenza da incubo.
“La bile d’orso contiene infatti un principio attivo noto come acido ursodeossicolico (UDCA), alla cui ingestione si attribuiscono riduzione della febbre e delle infiammazioni, effetto protettivo sul il fegato, miglioramenti della la vista ed eliminazione dei calcoli biliari. Ma quando negli anni 70, gli orsi detti “della luna” diventano specie protetta perché in via d’estinzione, proibendone la caccia nelle grandi foreste del continente asiatico, si escogita la realizzazione di “fattorie” in cui “mungerli”, evitandone lo sterminio e ottenendone pure una produzione infinitamente superiore di bile. È così che ha inizio il tremendo calvario degli orsi della luna”. Anche in questo caso dobbiamo la conoscenza di questi luoghi di tortura a tre animalisti e documentaristi cinesi: Elsa Xiong, Tu Qiao e Chen Yuanzhong, che hanno prodotto un video frutto di una indagine durata 4 anni di cui alcuni sotto copertura fra il 2009 e il 2010. Il documentario mostra gli orsi forzati a indossare il cosiddetto metal jacket, tremendo strumento di tortura che moltiplica a dismisura le sofferenze che questi animali devono sopportare.
Si tratta di una sorta di pettorina studiata per comprimere l’addome dell’animale, che ha uncini metallici che si conficcano nel collo al fine d’impedire qualsiasi movimento del capo e stringhe di metallo per limitare il movimento degli arti. Dotato di un catetere permanente che riversa la bile in una sacca alloggiata sotto la pettorina, per rendere l’estrazione più agevole, il metal jacket è paragonabile ai più tremendi strumenti di tortura della Santa Inquisizione.
Grandissima è stata la lotta e l’impegno della Animals Asia Foundation, soprattutto contro la potente azienda farmaceutica Guizhentang, fino alla firma di uno storico accordo delle autorità cinesi per il salvataggio di 500 Orsi della Luna della provincia dello Sichuan, che prevedeva in prospettiva futura l’eliminazione delle fattorie della bile in tutta la Cina, nonché la promozione delle alternative erboristiche e sintetiche alla bile d’orso. Ogni anno a scaglioni, vengono liberati gli orsi, che tornano alla libertà in condizioni disperate e scioccanti, con ossa fragili, ammalati e spaventati. La loro riabilitazione richiede diversi mesi e purtroppo non possono più essere liberati nella natura selvatica: sono indifesi, mutilati, cresciuti in cattività senza le necessarie difese per sopravvivere in natura. Ma con tante cure amorevoli e la continua supervisione veterinaria, la grande maggioranza di loro riesce a riprendersi. Inutile, in questo caso, chiedersi chi siano le belve. Del resto l’uomo è l’unico animale che uccide per sport e per diletto.
Orsi e teddy bears
Eppure, prima di informarmi su questo caso, credevo che noi umani amassimo gli orsi. E non solo perché siamo tutti cresciuti con i cartoni animati di Yoghi e Bubu, impegnati sempre a rubare cestini da Pic-nic, ma anche perché i bambini avevano quasi tutti, nel mondo occidentale almeno, un orsetto di peluche, che accompagnava la loro nanna. Mia figlia quando era piccina aveva diversi orsetti di varie dimensioni e colori, ma il suo preferito era un gigantesco orso di pelo scuro che lei aveva chiamato Balù, come il personaggio de “Il libro della giungla” e che le piaceva tanto. Sono passati tanti anni, ma Balù è ancora in casa, in un baule di vimini, coi suoi giocattoli preferiti.
Per i piccoli e grandi Teddy bears ( dimentichiamoci per un attimo che prendono il nome dal presidente americano Teodoro Roosvelt, cacciatore di orsi) ci sono addirittura degli “ospedaletti” appositi, che li rimettono in forma, sostituiscono le parti distrutte o mancanti, e poi li restituiscono ai proprietari, piccoli o ormai anziani, e al loro affetto imperituro.
Ancora: ci sono orsetti letterari molto famosi come Winnie-the-Pooh - creato nel 1926 da Alan Alexander Milne - che fu il protagonista di una serie di romanzi per bambini, di cartoni animati, di film e serie TV… a questo proposito leggiamo su Wikipedia una incredibile notizia: “ Il 17 luglio 2017 Winnie the Pooh fu bandito in Cina in quanto usato in alcuni meme per la somiglianza al presidente Xi Jinping. La vicenda era iniziata nel 2013, quando una fotografia di Xi e Barack Obama era stata affiancata e paragonata a una di Winnie the Pooh con il suo compagno Tigro. Da allora l'immagine di Winnie è usata da critici del governo: una famosa fotografia ritrae il dissidente Liu Xiaobo e la moglie mentre brindano con tazze con l'immagine dell'orsetto. Ciò ha causato ulteriori restrizioni da parte delle autorità cinesi circa la fruizione di film e altri prodotti con l'immagine di Winnie.” I cretini non hanno frontiere…
E poi c’è l’orsetto Paddington, nato nel 1958, protagonista di una deliziosa clip in cui prende il tè con la Regina Elisabetta II, in occasione del suo giubileo di platino. Lei sì che era intelligente e piena di autoironia…ho allegato il link in modo che possiate vederlo: ne vale la pena. Questo video piacque tanto ai sudditi di sua Maestà, che quando Elisabetta è morta, davanti a Buckingham Palace e alle altre dimore reali, la gente ha portato migliaia e migliaia di orsetti, che saranno dati in beneficenza, e anche di panini con la marmellata..
In conclusione
C’è un abisso fra i dolci orsetti delle fiabe e dei cartoni animati, fra i peluche amati dai bambini e gli animali selvaggi, ma l’abisso è ancora maggiore fra gli animalisti che li proteggono e le bestie e le belve umane che li torturano e li uccidono. Dare la colpa all’orsa perché si comporta come tale e coi cuccioli, per giunta, è una ottusità ai margini del cretinismo puro. Pensare di uccidere tutto quello che minaccia in qualche modo, o per qualche aspetto, il nostro tran-tran quotidiano, è ugualmente stupido e incivile, ma soprattutto è pericoloso, molto pericoloso. Adesso uccidiamo l’orsa e poi magari altri orsi e poi spariamo ai cinghiali, ai gabbiani, ai piccioni, ai gatti e ai cani randagi e poi ci spariamo fra di noi come succede in America, finchè non abbiamo sterminato ogni forma di vita? E’ così che và? Ci stiamo arrivando, comunque, non sono chiacchiere da salotto. Il fatto è che abbiamo distrutto i loro habitat (è latino, non inglese) e siccome lì dove stavano prima ora non possono più vivere, vengono nelle nostre città, dove possono trovare il cibo…questo numero non lo abbiamo fatto solo con la fauna selvatica, ma purtroppo anche con altre popolazioni umane, più deboli e più povere… ma noi comunque ci meravigliamo sempre degli effetti nefasti delle nostre scelte egoiste e abiette, e non vogliamo mai prenderci le nostre responsabilità: la colpa è sempre degli altri, che sono brutti, sporchi e cattivi. Non è facile capire come possa finire questo scontro fra civiltà e barbarie, ma da quello che vediamo succedere intorno a noi, da questa voglia di guerra, di sangue, di violenza, di dittatura, da questo putrido mefitico odore di fascismo, la cosa non si presenta bene e non promette niente di buono…Io, comunque, sto con mamma orsa.
Barbara Fois
Approfondimenti
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/18/runner-ucciso-trentino-catturata-orsa-jj4/7133735/
https://www.lifegate.it/orsi-del-casteller-un-video-ne-documenta-la-prigionia
https://tg24.sky.it/cronaca/2023/04/18/centro-faunistico-casteller-trento
https://youtu.be/cDCY5EPYSZE amate gli animali e la natura
e infine: