Buon capodanno!!!

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 02/01/2024
Il 2023 ci ha lasciato e arriva un altro anno bisestile…ossignore….

Non basta: l’anno che viene sarà l’anno del Drago…eh? Che ne dite? Un segno premonitore? Ah, per carità: no no, non voglio fare il bis del mio pezzo del 2019, quando – alle porte del 2020 – scherzavo sul detto “anno bisesto, anno funesto!!!” e poi è arrivata la pandemia…ci mancherebbe altro! Ma anche quella potrebbe tornare, anzi – visti i casi di Covid in continuo aumento – è chiaro che non se ne è mai andata del tutto… e questo, per calcoli politici demenziali, sta passando inosservato, ma fino a quando?
E’ stato comunque anche il 2023 un anno terribile, pur non essendo bisestile, soprattutto per il clima. Dovunque nel mondo alluvioni, tornados, esondazioni, bombe d’acqua, tzunami, tempeste in terra e in mare hanno fatto di questo 2023 un anno d’acqua, così come il 2019 fu quello del fuoco, se vi ricordate: incendi in tutto il mondo distrussero milioni di alberi e andò a fuoco anche Notre Dame, a Parigi.

Ma vediamo di riassumere in pochi punti gli avvenimenti salienti dell’anno passato. Non aspettatevi le cavolate dette e fatte dai vari ministri di questo “arronzato” governo: non c’è abbastanza spazio qui. E poi ne abbiamo già parlato altrove. Meno che per il fatto recentissimo del deputato di FdI Emanuele Pozzolo, dalla cui minipistola sarebbe partito un colpo, durante un party di Capodanno alla Pro loco di Rosazza, che ha ferito un 31enne, genero di un uomo della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro, presente alla festa. Il deputato è già stato ascoltato per diverse ore dai carabinieri subito dopo il fatto e ha dichiarato di non aver sparato e tuttavia ha fatto ricorso all'immunità parlamentare, rifiutando di sottoporsi al test dello stub, vestiti compresi, per verificare se addosso avesse tracce di polvere da sparo. Comincia dunque benissimo l’anno nuovo! E ci dice che questo governo non solo non cambierà la sua faccia arrogante, ma è destinato a continuare nelle figuracce e nelle ribalderie.

Ma torniamo al nostro 2023: ricordiamo che l’anno è cominciato malissimo, con una tragedia in mare, un naufragio terribile, nella notte fra il 25 e il 26 febbraio, a Cutro, in provincia di Crotone, in Calabria. Una barca, un caicco, partito dalla Turchia, con sopra almeno 180 persone migranti, naufraga portandosi con sé la vita e le speranze di tanti di loro. “Il natante si arenò su una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, nei pressi della foce del fiume Tacina. L’impatto con la secca espose l’imbarcazione, già in difficoltà di navigazione, alla violenza delle onde del mare tra forza 4 e forza 5, che rovesciarono e distrussero il natante”.
A soccorrere per primi i naufraghi furono due pescatori del luogo, che sentirono il frastuono del disastro e le grida di chi era in difficoltà e allertarono i carabinieri e altra gente del luogo per correre in aiuto. “Nel buio più completo e al gelo della notte, i volontari e i carabinieri salvarono chi era ancora vivo, cominciando a estrarre dall’acqua numerosi corpi senza vita spinti verso la riva dalla violenza delle onde. Alle prime ore dell’alba il bilancio appariva già drammatico: il caicco sbriciolato veniva trasportato dalla risacca e decine erano già i corpi distesi sulla sabbia e coperti da sudari bianchi; intanto, era scattata un'imponente macchina di ricerca e salvataggio di altri eventuali superstiti, oltre agli 81 già recuperati, ma il mare molto mosso continuava a restituire di ora in ora cadaveri di uomini, donne e bambini.”

La gestione di questo disastro fu oggetto di polemiche e di accuse da parte delle opposizioni. Ma il problema dei migranti è stato al centro – per tutto l’anno 2023 – di scontri a livello italiano ed europeo, fino alla geniale pensata di pagare l’Albania, in cui costruire dei centri di raccolta di migranti (leggi campi di concentramento) a spese nostre. Per cui non si capisce perché, visto che tutte le spese sarebbero a carico dell’Italia, non vengano costruiti qui. Anche perché sembra che la corte costituzionale albanese abbia sollevato problemi e perplessità sulla loro legittimità. Proprio un bel successo per la Meloni, una brutta figura da aggiungersi a tutte le altre - e sono tante e tutte risibili - raccolte anche dai suoi più stretti collaboratori, in un colossale sciocchezzaio…

A marzo a Nashville nel Tennessee (USA) c’è stata l’ennesima strage in una scuola, la “Covenant School”. L'episodio ha coinvolto sei persone, di cui 3 alunni e 3 componenti del personale scolastico. È morta anche la esecutrice della strage, identificata nella ventottenne ed ex-alunna della scuola Audrey Elizabeth Hale. Quest'ultima è stata uccisa dalla polizia intervenuta sul luogo del crimine. Il numero di episodi simili è in continuo aumento negli USA: sono 502 le sparatorie di massa registrate nel 2023. Il problema delle armi continua ad essere uno dei più grossi in America, in cui i produttori di ordigni bellici e soprattutto di pistole, fanno il bello e il cattivo tempo. Del resto negli Stati Uniti, nel 2022, si sono verificate 600 sparatorie, 46 delle quali hanno avuto luogo all'interno di scuole. 

E qui da noi dobbiamo ringraziare la Lega se, con la scusa miserabile della legittima difesa, si è introdotto l’uso delle armi per difesa personale. Secondo l’ISTAT del 2019 erano già 7 milioni le armi in circolazione in Italia, figuriamoci adesso! E a proposito: in questo periodo si discute molto sulla sentenza che ha condannato a 17 anni il gioielliere che uscì dal suo negozio e inseguì i ladri che erano entrati nel suo negozio e gli scaricò addosso il caricatore della sua pistola, ammazzandone due e ferndo il terzo a una gamba. Salvini lo difende a spada tratta: «A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario» poi gli ha telefonato promettendogli di «restare in contatto e di non dimenticare il suo caso», aggiungendo la determinazione «affinché venga approvata la riforma della giustizia». Una bella dimostrazione di rispetto per i magistrati e la democrazia! Ma adesso Salvini ha altri pensieri per la testa, col caso degli appalti ANAS che coinvolge Verdini, e non solo perché sua figlia è l’ attuale compagna del ministro leghista... Tanti auguri Italia!

E siamo a maggio 2023, mese che dal 2 al 17  vede nella regione Emilia-Romagna una serie di eventi alluvionali e geologici prodotti da “ un fronte meteorologico occluso di origine atlantica, alimentato a sua volta da un ciclone mediterraneo”, che ha generato fenomeni metereologici violentissimi, con piogge persistenti, allagamenti, straripamenti e frane. La perturbazione ha inoltre interessato anche le province settentrionali delle Marche e i tre comuni della Toscana che ricadono nei limiti della città metropolitana di Firenze.

L'alluvione ha coinvolto 44 comuni romagnoli, tra cui principalmente la provincia di Ravenna e le province di Forlì-Cesena, Rimini Bologna, Modena e di Reggio Emilia. Le forti piogge hanno fatto straripare  ben 23 corsi d'acqua e nel territorio colpito si sono inoltre verificate 250 dissesti e frane, che hanno coinvolto 48 comuni.  Nonostante le promesse fatte dal governo, dei soldi che avrebbero dovuto essere stanziati per i cosiddetti “ristori”, ancora non hanno visto un centesimo nè le famiglie, né gli agricoltori, nè le imprese danneggiati e tuttora in difficoltà. Ma questo governo, ormai lo sappiamo bene, è contro i poveri, i fragili, i deboli e i malati. Questo è chiaro e, a questo punto, c’è solo da sperare che lo abbiano capito anche i loro elettori. Amen.

L’ autunno ci ha portato un’altra guerra atroce e terribile. Proprio mentre Netanyahu era in procinto di essere cacciato dal governo israeliano, Hamas gli ha regalato un bel assist, per cominciare uno sterminio sistematico dei Palestinesi, con un conflitto armato nella Striscia di Gaza, iniziato il 7 ottobre 2023 con l’attacco ai coloni. La disparità di forze tra lo Stato di Israele e il gruppo paramilitare di Hamas è sensibilmente sbilanciato in favore di Israele, che poi ha anche l’abitudine, quando si trova in torto e la gente l’attacca, di rifugiarsi dietro la Shoà e l’accusa di antisemitismo. Dal punto di vista israeliano la guerra è chiamata "operazione Spade di Ferro" e sta diventando di giorno in giorno sempre più un vero e proprio genocidio, con bombardamenti su obiettivi civili, scuole e ospedali. Questa aggressione vergognosa deve essere fermata dall’ONU e cessare assolutamente, prima che tutto il mondo diventi complice del governo assassino di Netanyahu.

E a proposito dell’altra guerra fra Russia e Ucraina: il 23 agosto 2023 un aviogetto privato si è schiantato nei pressi del villaggio di Kuženkino, in Russia. Tra le vittime c’erano Evgenij Prigožin e Dmitrij Utkin, i vertici della compagnia militare privata russa detta Wagner. Prigožin era un fedelissimo di Putin, che guidava la guerra in Ucraina, ma poi si era opposto al dittatore russo, reclamando armi migliori e denunciando la situazione precaria, addirittura drammatica dei soldati russi al fronte. Aveva anche cominciato una marcia su Mosca, poi interrotta a soli 200 km di distanza dall’obbiettivo. Forse la sua era solo una prova di forza, forse Putin gli avrà fatto delle promesse, chissà, ma è certo che l’incidente che lo ha ucciso difficilmente può essere considerato casuale. Ha pagato, io credo, il “tradimento” di aver mostrato la debolezza dell’esercito russo e l’impreparazione e il pressapochismo di Putin, non solo davanti al mondo, ma soprattutto davanti ai russi. A bordo del velivolo, che era in volo da Mosca a San Pietroburgo, vi erano 3 membri dell'equipaggio e 7 passeggeri. Non ci sono stati supersititi.

A novembre il fatto più eclatante è l’omicidio della giovane Giulia Cecchettin, assassinata dal suo ex  fidanzato Filippo Turetta. L'uccisione della studentessa di 22 anni ha suscitato notevole indignazione e aperto un dibattito pubblico sul tema del femminicidio. Questo tipo di omicidi ha sempre le stesse motivazioni e la stessa metodica, eppure in questo caso c’era qualcosa che ha suscitato un violento senso di ribellione, di rabbia e di rivolta non solo fra le donne. Perché l’assassino in questo caso era geloso non solo dell’affetto, ma dell’intelligenza, del talento, delle capacità della sua giovane vittima, uccisa perché si laureava prima di lui, perché era più brillante, più intelligente e motivata, perché voleva decidere il proprio futuro da sola e così lui, non potendola dominare, l’ha uccisa, ha spento la sua vita, per invidia, per rancore, perché si sentiva inferiore. Non è l’unico miserabile complessato, che sopprime una donna perché più in gamba di lui. Costoro, come i pedofili, non sono recuperabili e vanno isolati come belve idrofobe. Un preoccupante dilagare di questi casi deve farci riflettere sul perché accadano tanto spesso. L'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha infatti scelto come parola del 2023 femminicidio, e lo ha fatto, spiega, "per stimolare la riflessione e promuovere un dibattito costruttivo intorno a un tema che è prima di tutto culturale", ovvero la violenza di genere. Insomma, più le donne conquistano terreno, più si emancipano, più reclamano una vera parità e più violenta è la risposta da parte non solo dei maschi più arretrati e rozzi, ma da un pezzo di società sempre più primitiva, incolta e sottosviluppata. C’è qualcosa di avvelenato e di morboso che parte proprio dalla destra più becera, quella che vorrebbe di nuovo la donna sottomessa, che usa anche la religione come strumento di coercizione, che vuole abolire l’aborto e perfino il divorzio, che sponsorizza la famiglia tradizionale, come se in essa spesso non avvenissero fatti non proprio edificanti, come cronache recenti testimoniano. E il peggio è che le più motivate in questa crociata sono spesso proprio altre donne! Del resto la Meloni non vuole che ci si rivolga a lei, nel suo ruolo pubblico, usando il maschile?

L’anno che viene ha tre grandi appuntamenti elettorali, che decideranno, più delle guerre in corso, il destino del mondo: le elezioni europee, le elezioni americane ( sempre cheTrump riesca a farsi candidare e dunque a partecipare alle primarie) e le elezioni in Russia, dove Putin, che si candina per la quinta volta a fare lo zar, si presenta praticamente da solo. Infatti Alexey Navalny, il suo unico coraggioso oppositore, è stato mandato nell’ultimo gulag russo, al circolo polare artico. Putin ha cercato di farlo fuori in ogni modo diverse volte e perfino di ammazzarlo addirittura avvelenandogli la biancheria intima e adesso l’ha sbattuto fra gli orsi bianchi. Morde il freno, ma anche lui si rende conto che ucciderlo non sarebbe tollerato dal resto del mondo, soprattutto ora, dopo l’invasione dell’Ucraina. E quindi spera nel “generale inverno”. E intanto Navalny che fa? Tranquillizza tutti dicendo che sta bene e scherza, come riporta Il Foglio: "Sono il vostro nuovo Babbo Natale" scrive ironicamente sui social Navalny. "Indosso un cappotto di pelle di pecora, un cappello colbacco (fatto di pelliccia con paraorecchie) e presto avrò un valenki (una tradizionale calzatura invernale russa). Mi sono fatto crescere la barba per i 20 giorni del mio trasporto". La prigione nel quale è al momento detenuto, spiega, si trova "sopra il circolo polare artico. Nel villaggio di Charp. La città più vicina si chiama Labytnangi". In questa zona sorge la colonia penale IK-3. Le temperature in questa zona della Siberia sono estreme: nei primi giorni di gennaio, per intenderci, sono previsti anche -30 gradi centigradi. "Non ci sono renne" continua il suo post, ma "cani da guardia belli e soffici. Non dico 'Ho-ho-ho', ma dico 'Oh-oh-oh' quando guardo fuori dalla finestra, dove posso vedere la notte, poi la sera e poi la notte ancora. I 20 giorni del mio trasporto sono stati piuttosto estenuanti, ma sono ancora di buon umore, come si addice a un Babbo Natale".
Navalny sa bene che sono queste le cose che fanno crepare di rabbia Putin. E ha ragione: prenderlo in giro è l’unico modo per colpirlo davvero, per ferirlo a morte.
Se le cose andranno male, se all’europee vincerà l’estrema destra, se in America ce la farà Trump e se Putin continuerà a fare lo zar, senza che nulla e nessuno lo fermi una volta per tutte, allora saremo davvero nei guai. Temo che sarà davvero finita, anche per il pianeta, visto che l’egoistica e demenziale legge del profitto sconfiggerà ancora una volta il buon senso. Ma questa sarà davvero e senza appello, l’ultima volta. A questo punto sappiamo tutti cosa dobbiamo fare, no? O dobbiamo sempre e solo subire i bulli? Facciamo che quest’anno bisesto sia funesto solo per loro: i prepotenti, gli arroganti, gli egoisti, i servi, gli stupidi opportunisti, i corrotti.

E adesso, come facciamo ogni anno, salutiamo qui le persone che durante il 2023 ci hanno lasciato. Lo facciamo in genere per ringraziarle di averci donato i frutti del loro talento. C’è poi anche qualche personaggio che non si può evitare di nominare, certo… come Silvio Berlusconi, per esempio, a cui sono stati tributati funerali degni di un faraone, ci mancava poco che lo facessero santo subito!  E’ stato onorato come un re, mentre un vero re: Costantino II di Grecia, se ne andava in silenzio e in punta di piedi. Se ne è andato anche chi i regnanti li ha disturbati non poco: parlo del padrone del famoso emporio londinese Harrods, Mohamed Al Fayed, il padre di Dodi (compagno della principessa Diana), della cui morte non ha mai smesso di chiedere conto alla Corona.
Ma vediamo meglio l’elenco di chi ci ha lasciato e partiamo proprio dalla politica: a cento anni compiuti ci ha lasciato Henry Kissinger, tedesco naturalizzato americano, lui sì uomo di potere e di grandissimo potere e che ha condizionato la poliica del mondo occidentale! Se ne è andato a 98 anni anche Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana e per ben due volte, anche se la nostra Costituzione non lo prevede. E’ morto anche Luigi Berlinguer, cugino di Enrico, che è stato ministro dell’Università e della ricerca scientifica, purtroppo per noi, perché ha fatto danni innumerevoli. È morto Arnaldo Forlani, anche se politicamente era già scomparso da un pezzo. Annus horribilis per il povero Romano Prodi, che in questo 2023 ha perso due fratelli: Quintilio Prodi architetto e violoncellista e Vittorio Prodi, professore universitario di fisica e politico, ma soprattutto l’amatissima moglie Flavia Franzoni. A 102 anni ci ha lasciato Marisa (Maria Lisa) Cinciari Rodano, partigiana, esponente del Partito Comunista Italiano, deputata, senatrice e parlamentare europea. A lei si deve la scelta della mimosa quale fiore emblematico della festa della donna dell’8 marzo. Fu fra le fondatrici dell’UDI (Unione Donne Italiane), di cui fu anche Presidente nazionale. Un’altra donna straordinaria ci ha lasciato a 99 anni: Lucy  Salani, che è stata un'attivista italiana, nota come l'unica donna transgender italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.
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                                                              Lucy Salani, 99 anni

Nel mondo del cinema e dello spettacolo in genere, la lista è davvero lunga: i registi William Friedkin – innovatore nei generi horror (due Oscar per L’Esorcista) e polizieschi ( un Oscar nel 1972 per il film Il braccio violento della legge) – e il nostro Giuliano Montaldo (ricordiamo solo alcuni dei suoi film memorabili: Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, Gli occhiali d’oro, L’Agnese va a morire, etc,); la produttrice Marina Cicogna, prima donna produttrice cinematografica in Europa, ha prodotto alcuni fra i più importanti film italiani del cinema d'autore (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri con Gian Maria Volontè vinse l’Oscar nel 1971 per il miglior film straniero). Ha dovuto ricorrere al suicidio assistito la regista e produttrice Sibilla Barbieri, malata terminale da tempo. Ma per farlo ha dovuto andarsene dal suo Paese e spendere 10 mila euro. Ha lasciato un messaggio terribile: lei si è potuta permettere di affrontare il costo di quel viaggio senza ritorno, ma quelli che non hanno soldi? E magari, azzardiamo noi, molti degli altri malati terminali sono arrivati a quel punto di non ritorno, perché prima non si sono potuti permettere nemmeno di curarsi. Sono cose troppo dolorose anche solo a pensarle. Ma è la realtà che dobbiamo guardare in faccia. Questo è un governo che trova i miliardi per il ponte sullo Stretto, che non vogliono né i siciliani, né i calabresi, ma continua a fare tagli sulla Sanità pubblica. In un prossimo futuro, come in America, potranno curarsi solo i ricchi.


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Sibilla Barbieri                                             Marina Cicogna

Ma torniamo agli attori e alle attrici che non ci sono più e vediamo insieme chi sono.
Fra quelli che ci hanno lasciato c’è Ryan O’Neal, che nel 1970 divenne famosissimo, a livello mondiale, col film Love Story, interpretato insieme ad Ali MacGraw. Lui visse nella realtà la stessa vicenda con la sua compagna Farah Fawcett, che morì di cancro nel 2009. Ci ha lasciato anche Marisa Pavan, sorella gemella e meno nota di Anna Maria Pierangeli, morta giovanissima, nel 1971. Ci ha lasciato anche la bellissima Raquel Welch e la straordinaria Glenda Jackson. Abbiamo perso anche l’austriaco Helmut Berger, che fu compagno di Luchino Visconti fino alla sua morte nel 1976 e suo attore di punta. Oltre a La Caduta degli dei e a Ludwig di Visconti, lo ricordiamo anche ne Il giardino dei Finzi Contini di DeSica.
A 76 anni abbiamo perso Jane Birkin, una icona femminile della tendenza della cultura e del costume giovanile inglese degli anni 60, un movimento detto Swinging London, cullato dalla musica dei Beatles e dei Rolling Stones. Fu col film Blow-up del 1966 di Michelangelo Antonioni che la Birkin raggiunse la celebrità. Nel 1968 conobbe il musicista francese Serge Gainsbourg con cui instaurò un sodalizio professionale e sentimentale che raggiunse l’apice del successo con la canzone sensuale e trasgressiva Je t’aime… moi non plus, che addirittura qui in Italia fu proibita, ovviamente aumentando la sua fama.
E’ morto anche l’attore Francesco Nuti, da anni muto e menomato perchè vittima di un incidente domestico: una disastrosa caduta dalle scale. Si è spenta per un tumore anche Anna Kanakis, Miss Italia 1977. A 97 anni, per complicazioni del Covid 19, ci ha lasciato anche Mario Valdemarin, un attore di teatro, cinema e TV, molto noto negli anni 50/90, che si era fatto conoscere al pubblico televisivo degli anni ’50 come concorrente e campione di Lascia e Raddoppia, esperto di film western. Se ne è andato anche Mattew Perry, lo stralunato Chandler dell’arcinota e amatissima serie televisiva  Friends. E il nostro Ivano Marescotti, il “cattivo”per antonomasia  in tante serie TV. Ma soprattutto abbiamo perso la nostra “bersagliera”, lasciandosi dietro tante battaglie legali per il suo vasto patrimonio: Gina Lollobrigida.

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Anche il reparto cantanti e musicisti è stato fortemente penalizzato: è morta l’icona Tina Turner, una donna straordinaria, con una voce splendida, ma con una vita molto dura e difficile e martoriata da gravi malattie, nonché penalizzata da un marito violento, che comunque lei riuscì a piantare. Nel 1967 fu la prima artista afroamericana e la prima donna ad apparire sulla copertina della rivista Rolling Stone. La Turner nel corso della sua carriera ha ricevuto dodici Grammy Awards, di cui otto competitivi e quattro onorari, oltre a tre Grammy Hall of Fame e un Grammy Lifetime Achievement Award.
In questo 2023 abbiamo perso anche un musicista meraviglioso come Burt Bacharach, la cui musica è stata la colonna sonora degli anni della nostra giovinezza e quella di molti film, come James Bond 007-Casino Royal o Butch Cassidy o Ciao Pussicat…Il suo primo successo fu Magic moments nel 1958, cantata da Perry Como nel suo programma Perry Como Show… io me lo ricordo, lo risento e lo rivedo cantare, come immerso in una nebbia grigiastra, non solo perché il ricordo è tanto lontano nel tempo, ma anche perché la TV non era allora molto nitida. La canzone vinse il primo disco d’oro, nel 1958, premio istituito proprio quell’anno. Bacharach è noto per i grandi successi discografici degli anni 1962-1969 scritti assieme a Hal David e interpretati principalmente da Dionne Warwick. È mancato anche il grande paroliere Franco Migliacci, autore di Nel blù dipinto di blu per Modugno, o Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, ma  anche C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. per Morandi, o Il cuore è uno zingaro  e  Ma che freddo fa, per Nada, etc. Non c’è più neppure l’ultra novantenne – ma sempre bellissimo – Harry Belafonte, dalla voce profonda e vellutata, che cantava Banana Boat e faceva conoscere e ballare il Calypso in tutto il mondo (https://www.youtube.com/watch?v=DYYkJ0kwNss). È morta anche Lisa Marie Presley, figlia di Elvis, cantautrice statunitense e il nostro Gino Landi, coreografo, regista teatrale e regista televisivo italiano. Non c’è stato programma di intrattenimento sulla Rai dei tempi d’oro, che non lo vedesse coinvolto. Si è spenta anche la splendida, dolcissima voce della soprano Renata Scotto.


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Burt Bacharach                           Tina Turner             Franco Migliacci
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Harry Belafonte                Renata Scotto

Anche il mondo dello sport è in lutto: se ne sono andati tre grandi protagonisti del calcio: Luisito Suarez, star dell’Inter degli anni 60, Gianluca Vialli, che ha lottato come un vero campione contro un male incurabile e Carlo Mazzone, che è ststo anche allenatore del Cagliari, lasciando qui da noi un ricordo indelebile. È morto anche Idris, pseudonimo di Edrissa Sanneh, che ricordiamo tutti come giornalista, personaggio televisivo e opinionista gambiano a “Quelli che il calcio”...

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E, cari amici e compagni non è ancora finita! Ci sono nomi importanti, come l’architetto Paolo Portoghesi; il pittore Fernando Botero, morto a 91 anni di polmonite, le cui opere mi rincuorano sempre un po’….; il sociologo Francesco Alberoni, famoso per il suo libro Innamoramento e amore; il vignettista Sergio Staino, papà del personaggio Bobo; il filosofo Gianni Vattimo; la scrittrice sarda Michela Murgia, donna straordinaria, mente luminosa; Milan Kundera, autore de L’insostenibile leggerezza dell’essere; lo stlista Paco Rabanne e l’inglese Mary Quant che ha inventato la minigonna ed è morta a 93 anni

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E infine tanti giornalisti: da Maurizio Costanzo a Curzio Maltese, a Luca Goldoni, a Gianni Minà e soprattutto ad Andrea Purgatori. Maurizio Costanzo ha creato un format di tv talk che ha cambiato il modo si fare informazione e spettacolo insieme. Da  Bontà loro al Maurizio Costanzo Show, per anni l’intrattenimento ha avuto il suo nome. La sua attività giornalistica e professionale è stata complessa e varia: dalla carta stampata al cinema, dalla TV alla musica…impossibile riassumere qui in poche righe la sua lunga carriera, ma su Wikipedia troverete tutto della sua vita e del suo lavoro, compreso il problema della sua appartenenza alla loggia P2, numero di tessera 1819, fascicolo 626. Curioso che Berlusconi avesse la tessera numero 1816 e il suo fascicolo il numero 625, no? Già…peccato però che sia da un pezzo che non credo più alle coincidenze…
Densa anche la biografia di Gianni Minà, giornalista sportivo, ma non solo: sono rimaste famose le due  interviste a Fidel Castro, il suo libro sulla vita di Ernesto Che Guevara, la sua competenza e il suo interesse per il mondo latino-americano. Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a Tuttosport. A cui è seguito il debutto in Rai e la realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma del 1960. E poi ancora Sprint, programma sportivo; documentari e inchieste per numerose trasmissioni. Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson ha poi fondato L'altra domenica, a cui nel tempo è seguito Blitz e tanti altri programmi. Minà è morto a 84 anni. I suoi cari hanno scritto nella sua pagina facebook: "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall'amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari.”

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Tutti credo siamo rimasti sbalorditi e attoniti  dalla notizia della morte di Andrea Purgatori Seguivamo il suo programma su La7, Atlantide, con grandissimo interesse, perché il suo giornalismo d’inchiesta era pieno di impegno e di passione. Era un mastino che non mollava mai. Lo aveva provato con il caso di Ustica e col caso di Emanuela Orlandi, facendo riaprire indagini e suscitando nuovi interessi intorno ai casi di cui si occupava. Sapeva fare le domande giuste e non aveva paura di infilarsi in gineprai pericolosi. Il suo film “Il muro di gomma” lo testimonia. Ma devo confessare che la sua partecipazione alla serie televisiva Boris e al film di Corrado Guzzanti “Fascisti su Marte” sono le cose sue che mi hanno davvero conquistato ed anche esilarato, forse perché da uno serio e impegnato come lui non mi aspettavo tanto senso umoristico e voglia di scherzare. Questo aspetto scanzonato, ma in modo intelligente e raffinato, me lo ha fatto apprezzare ancora di più. Era un luglio  caldissimo, il mese in cui ci ha lasciato, in un modo che non ha convinto i suoi cari e i suoi amici e che sembra porsi come uno dei casi che lui studiava e analizzava con attenzione. C’è da augurarsi che qualcuno faccia chiarezza e ci informi dei risultati dell’inchiesta ancora in corso. Sarebbe davvero un modo per celebrare il suo impegno giornalistico. Ci mancherà moltissimo.

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A questo punto che altro posso dirvi, cari amici e compagni? Auguro a tutte e tutti noi un anno almeno sereno, ma è necessario impegnarsi però: niente ci viene regalato. Certamente non a noi gente comune, almeno. Quindi, mi raccomando, almeno alle prossime elezioni andiamo tutti a votare!!!!


Barbara Fois

https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/12/26/news/navalny-parla-dall-ultimo-gulag-russo-nell-artico-sono-babbo-natale-a-regime-speciale--6046412/

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