Sui muri del metrò di Parigi è comparsa una scritta: “Buone notizie: il 2020 è finito!”
Quando l’anno scorso mettevo in guardia dagli effetti nefasti degli anni bisestili, certo non potevo nemmeno immaginare quanto sarebbe stato funesto questo! E non avevo nemmeno guardato il calendario cinese: scopro adesso che il 2020 era l’anno del Topo, un animale associato, fra le altre cose, all'aggressione, alla morte, alla guerra, all'occulto, alla peste e alle atrocità in genere. Insomma insieme al bisesto ha creato una sinergia potente e malefica… per chi ci crede, certo. E comunque è finito, almeno per noi, perché per i poveri cinesi durerà ancora fino all’11 febbraio!
Bene, mi sono premunita per l’anno prossimo: tranquilli, è l’anno del bufalo ( tradotto anche come bue e perfino mucca), secondo dei 12 segni zodiacali cinesi, che, in ordine, sono: Topo, Bufalo, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale. Ed è un segno positivo, definito diligente, affidabile e determinato. Mi piace di meno quello che si dice dei nati sotto questo segno: “Onesti di natura, le persone del segno del Bufalo hanno alti ideali e sono molto ambiziosi. Molto spesso mostrano un forte senso di appartenenza e un patriottismo che spesso sfocia in tendenze conservatrici. Danno grandissima importanza alla famiglia, al lavoro e alle tradizioni… Le donne nate sotto questo segno sono mogli fedeli, amanti dei valori tradizionali e molto legate ai figli e alla loro educazione”. Uff, sento puzza di destra, voi no?…
Va be’, ripercorriamo insieme gli avvenimenti di questo annus horribilis, per parafrasare la regina Elisabetta.
Annus horribilis, passo passo….
E’ cominciato subito malissimo: già il 23 gennaio il governo cinese mette in quarantena la metropoli di Wuhan (11 milioni di abitanti) per un focolaio epidemico di un nuovo ceppo di coronavirus. Poi il provvedimento viene esteso a tutta la provincia di Hubei. Siamo solo all’inizio di quella che nel giro di un paio di settimane diventa la pandemia più estesa della storia.
Ma non sembra essere l’unico problema, almeno per noi europei: il 31 gennaio il Regno Unito cessa di essere uno stato membro dell’Unione Europea, con un seguito di dubbi e dilemmi che riguardano la circolazione delle merci e delle persone, nonché il nodo cruciale delle sei contee dell'Ulster nell’Irlanda del nord, che si ripresenta, inquietante e pieno di incognite.
A febbraio si riaffaccia l’altro grande malanno di questo periodo: il riscaldamento del globo: in Antartide si raggiunge la temperatura record di 7 gradi c° e si stacca un iceberg grande quanto l’isola di Malta. Gli effetti profetizzati dalla giovane ecologista e attivista svedese Greta Thunberg si stanno avverando uno dopo l’altro, sotto gli occhi del pianeta. Eppure i potenti del mondo ancora nicchiano, inseguendo solo i soldi e infischiandosi allegramente del bene di tutti e della salute del pianeta. Giustamente la giovane ecologista ha detto all’ONU “La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica! Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un'altra parte?”
Il quarto filone che riempie i giornali e le tv sono le elezioni negli USA. Per tutto il corso dell’anno saranno questi gli argomenti, insieme a quello sui diritti umani, di cui si parlerà ovunque. Ma naturalmente sarà la pandemia ad avere la gran parte dell’attenzione di tutti.
Dal mese di marzo l’Italia è in lockdown e noi italiani ci distinguiamo per creatività, entusiasmo e ottimismo: è emblematica l’immagine delle due ragazzine che giocano a tennis sui loro terrazzi facendo volare la palla sopra la strada che divide i due palazzi.
Per non parlare dei concertini improvvisati dalle finestre, i messaggi e le scritte che invitano all’ottimismo e alla speranza e che hanno deliziato il mondo. Ci hanno copiato ovunque, ci hanno osannato, siamo diventati l’esempio virtuoso da seguire. E’ durato poco: durante l’estate il popolo scervellato dei vacanzieri ha pensato bene di riportare la nostra immagine nella sua dimensione naturale di cialtroneria. E non basta: abbiamo scoperto, grazie al programma Report di Rai3, che il paese – contrariamente a tutti gli altri – non aveva un piano pandemico, se non quello che risaliva al 2007 e che nessuno aveva aggiornato. Che avevamo delle consistenti scorte di vaccino buttate a marcire in una discarica e che c’erano persone tanto ciniche da speculare sulla salute degli altri, perfino in un momento così drammatico del paese, con la gente che si ammalava e moriva, in solitudine, lontano dai familiari. Gentaglia che vendeva mascherine tarocche o lucrava su camici, respiratori e attrezzature abbandonate in ospedali fatiscenti, mentre la sanità pubblica era stata smantellata per ingrassare le cliniche private. La solita Italia di sempre, insomma, scalcagnata, furbastra, avida e ciabattona, senza etica, amorale e bugiarda. E mentre ci rendevamo conto con amarezza di tanta pochezza, vedevamo, sugli schermi dei nostri televisori, sfilare i camion che portavano via le bare di centinaia di morti, troppi per trovare posto nel proprio cimitero. Una immagine che ci ha segnato per sempre, come quelle delle sepolture nelle fosse comuni, scavate nei parchi di New York.
Già a settembre, per via della pazza estate, i contagi erano ormai aumentati in maniera esponenziale, costringendoci di nuovo a restrizioni della libertà personale. E mentre i contagiati e i malati aumentano e i morti sono sempre più numerosi, governo e opposizioni non fanno che litigare fra loro e all’interno di ciascuna compagine e danno l’immagine di un paese inaffidabile, che sarà incapace di impiegare in modo intelligente i soldi che arrivano dall’Europa.
In tutta questa pochezza della politica e non solo italiana, c’è un’altra immagine da fine del mondo che resterà nella nostra memoria: è il papa tutto solo in una piazza san Pietro deserta, battuta dal vento e dalla pioggia, lui povero vecchio un po’ zoppo, ma con una voce ferma che prega e cerca parole di conforto. Sono sempre stata fieramente anticlericale, ma devo ammettere che quella immagine mi ha commosso profondamente.
Perché mi sono resa conto che in questo momento vanno cercate non le differenze, ma i punti di contatto, le cose che ci unificano, i valori in cui ci riconosciamo tutti, proprio ora che il cinismo e l'egoismo di pochi stanno affossando la vita sociale e democratica del paese. E l’avidità per i miliardi che arrivano dall’Europa ha suscitato appetiti selvaggi, anche in parte della destra più becera, che fino ad ora, sterilmente, non ha fatto altro che remare contro, senza proporre niente, fregandosene delle condizioni disperate del paese, ma proponendosi ora come una risorsa. L’economia è a terra, tanti negozi, fabbriche e imprese chiudono e non riapriranno più, e c’è gente insospettabile che oggi fa la fila alla Caritas per un piatto di minestra. Questa è l’immagine di un paese disperato, gestito da incapaci, improvvisati, avventurieri, corrotti, dilettanti allo sbaraglio.
E negli Stati Uniti c’è il flagello Trump
E non va certo meglio negli USA, dove un tronfio e inadeguato Trump, sempre in una condizione psicotica di autocelebrazione selvaggia, non ha saputo gestire la pandemia, ma anzi, col suo ottuso negazionismo e le sue adunate affollate e senza protezioni, ha fomentato i contagi ed ora cerca di incitare i suoi bolsi, violenti e ignoranti seguaci, a una guerra civile. Qualunque cosa, qualsiasi trappola, insidia, inganno e sotterfugio è ammesso pur di battere Biden, o almeno per lasciargli un paese in macerie. Il risultato è che gli USA sono la nazione, con circa 20 milioni di contagiati e quasi 400mila morti, più a rischio del mondo. Ed ora, pur avendo perso le elezioni con una distanza irrecuperabile, Trump non ammette la sconfitta e parla di brogli e chiede continuo riconto dei voti, operazioni che si rivelano tutte a suo sfavore. Ma lui non demorde ed ora cerca, dopo aver ricevuto continui insuccessi umilianti, di vincere almeno le elezioni della Georgia al senato. Se vincessero i repubblicani il Senato sarebbe a maggioranza repubblicana e Biden avrebbe molta difficoltà a governare. Dovremo ancora attendere un paio di giorni: entro il 5 gennaio sapremo cosa dobbiamo aspettarci. Ma fino al 20 gennaio, quando il nuovo presidente si insedierà alla Casa Bianca, dovremo aspettarci qualsiasi mossa, anche bassa e ignobile, da parte di Trump.
Arriva la cavalleria: una pioggia di vaccini anti Covid
Ed ecco, dopo averlo invocato a lungo e quando ormai disperavamo di averlo in tempi brevi, è arrivato il vaccino. Vista la velocità con cui è stato prodotto lo chiamerei istantvax, un po’ come gli istantbook, quei libretti pubblicati per l’occasione di fatti eclatanti. Che ne sappiamo di questi vaccini? Quanti sono, chi li ha realizzati? Quanto dura la loro copertura? Vediamo di fare un po’ di chiarezza, con l’aiuto di esperti che hanno scritto su giornali e su internet e sono intervenuti in TV in innumerevoli talk. Come si potrà accertare, l’iter è lungo e complesso.
“ Inizialmente la ricerca comincia con la valutazione in vitro delle componenti dell’agente che andrà a costituire l’elemento attivo del vaccino.
Una volta definito questo aspetto ha inizio la cosidetta fase preclinica, in cui viene testata la risposta immunitaria e/o i meccanismi avversi, su organismi viventi complessi non umani.
Superata questa fase ha inizio la vera e propria sperimentazione clinica sull'uomo, che normalmente inizia dopo circa 2-5 anni dalle iniziali ricerche sulla risposta immunitaria, cui seguono altri 2 anni di prove pre-cliniche che coinvolgono la sperimentazione animale. La sperimentazione clinica si realizza in 3 fasi, in base al modello sperimentale adottato, la quantità di componente somministrata e la numerosità del campione di popolazione coinvolta:
Fase I: prima somministrazione del vaccino sull’uomo per valutare la tollerabilità e la sicurezza del prodotto (il numero dei soggetti coinvolti è molto ridotto)
Fase II: se la fase I ha mostrato risultati positivi, il vaccino viene somministrato ad un numero maggiore di soggetti (sempre esiguo) per valutare la risposta immunitaria prodotta, la tollerabilità, la sicurezza e definire le dosi e i protocolli di somministrazione più adeguati.
Fase III: se la fase II ha mostrato risultati soddisfacenti, il vaccino viene somministrato a un numero elevato di persone allo scopo di valutare la reale funzione preventiva del vaccino. Se tutte le fasi hanno dato esito positivo, il vaccino viene registrato e si procede alla produzione e distribuzione su larga scala.”
Lo sviluppo del vaccino è dunque un processo lungo, che normalmente richiede anni e numerosi investimenti economici. I trial clinici richiedono molti test su migliaia di persone e normalmente iniziano dopo circa 2-5 anni dalle iniziali ricerche sulla risposta immunitaria, cui seguono altri due anni di prove precliniche che coinvolgono la sperimentazione animale.
Beh, non ci pare che ci sia stato tutto questo tempo, per creare e testare nessun vaccino, oggi pronto all’uso. E tuttavia dal 27 dicembre è cominciata in tutta Europa, simultaneamente, la vaccinazione col vaccino Comirnaty (BNT162b2) della Pfizer, prodotto in Belgio. Ma è già pronto anche quello di Moderna, detto mRNA-1273. In Russia si vaccina con lo Sputnik V, efficace a circa il 95% a 42 giorni dalla prima dose. Infine c’è l’AZD1222 il vaccino di AstraZeneca, efficace in media al 70%. Poi ci sono i farmaci, su cui lavorano alacremente molti studiosi e ricercatori, utilizzando anche dei farmaci già impiegati contro altre malattie. Ma scatta già l’allarme: nel mondo siamo troppi e le case farmaceutiche non sono in grado di produrre milioni e milioni di dosi. Questo vuol dire che ci vorrà quasi un anno per poter vaccinare tutti e che ci vorrà l’impiego di diversi vaccini. Ma restano ancora tante domande: quanto durerà la copertura? Non si sa, visto che non è mai stato sperimentato abbastanza a lungo. Le persone allergiche possono vaccinarsi? Visto che una sola casa farmaceutica non potrà provvedere a tutti i miliardi di dosi necessari, si dovranno usare vaccini diversi: saranno tutti ugualmente efficaci, o ci saranno farmaci di serie A e di serie B? E quale toccherà a noi?...
Nonostante questi dubbi ( e il maggiore è: ma ci stanno inoculando un vaccino o acqua fresca?Dati i pregressi non è un dubbio tanto sbagliato, purtroppo), comunque la buona notizia di un vaccino e di farmaci anti Covid ci danno comunque la sensazione che le cose si muovano e di essere a pochi passi dalla salvezza, ma l’immunologo Anthony Fauci sostiene di aspettarsi una impennata di contagi e di morti in questo mese di gennaio e del prossimo febbraio. Probabilmente grazie anche ai contagi nelle feste natalizie e ai negazionisti no mask, che continuano a non prendere alcuna precauzione. Questo “ottimismo” di Fauci mi ricorda il dialogo di un anonimo, letto su internet:
“Finalmente vedo una luce in fondo al tunnel!”
“sei sicuro che non sia un treno?”
Il rispetto per il pianeta, il rispetto per i diritti umani, il rispetto per le donne
Quello appena trascorso è stato un anno orribile anche per quanto riguarda il clima: incendi, uragani, bombe d’acqua, straripamenti, terremoti, eruzioni, invasioni di locuste e tutto l’ inventario dei disastri possibili e più spaventosi, a cominciare dalle 10 piaghe d’Egitto. Qualche esempio: in Australia gli incendi boschivi inarrestabili hanno ucciso – secondo le stime del professor Christopher Dickman, docente di ecologia all’Università di Sydney – circa un miliardo di animali (!!!!) e accumulato danni per 5 miliardi di dollari.
Altra piaga: gli sciami di locuste che si sono riversati nell’Africa orientale hanno prodotto danni per 8,5 miliardi di dollari. Alcuni sciami sono arrivati anche in Italia: a giugno milioni di cavallette si sono abbattute sulla Sardegna centrale. L’invasione è la peggiore degli ultimi 70 anni e i danni sono ingentissimi: l’agricoltura della regione infestata è in ginocchio, fra i problemi dati dalla pandemia, le bizzarrie del clima che hanno distrutto i raccolti e fatto marcire il foraggio, si sono aggiunte le cavallette e gli allevatori non sanno più come nutrire il bestiame. Tutta l’economia è al collasso.
E poi ci sono state le tempeste: da quella chiamata Ciara a febbraio, che portò alla cancellazione di centinaia di voli tra Regno Unito, Francia, Irlanda e Germania, per i forti venti, accompagnati da raffiche di pioggia e neve, distruzioni e vittime: ci sono stati 14 morti e oltre 2,2 miliardi di euro di danni; alla tempesta Alex, in ottobre, che ha flagellato le Alpi Marittime, Piemonte compreso, uccidendo 16 persone e distruggendo infrastrutture per un valore di 2,6 miliardi. Non ci siamo fatti ancare niente e abbiamo avuto anche trombe d’aria e cicloni: a maggio quello chiamato Amphan, che si è abbattuto sulle coste di India e Bangladesh, aveva venti che hanno raggiunto 270 chilometri orari. Almeno 128 persone sono rimaste uccise e migliaia di case sono state distrutte, con perdite economiche superiori ai 10,6 miliardi di euro.
Quella del 2020 è stata una stagione da record per gli uragani nell’oceano Atlantico. Ne sono stati catalogati addirittura trenta, due in più rispetto al precedente record del 2015; e questo conteggio include solo quelli a cui è stato attribuito un nome, perché i loro venti hanno superato i 62 chilometri orari. Sommandoli, si arriva a sostenere che abbiano provocato almeno 400 morti e oltre 33 miliardi di euro di danni.
In Cina piogge torrenziali hanno prodotto estese inondazioni, causando la morte di 278 persone e 2 miliardi di euro di danni. In India, le piogge monsoniche, la cui consistenza si è triplicata negli ultimi anni, ha provocato la morte di 2mila vittime e raggiunto gli 8 miliardi di euro di danni.
Anche in Giappone, nella regione del Kyushu, ci sono state violente inondazioni, per oltre 5 miliardi di euro di danni.
Anche qui in Italia abbiamo avuto inondazioni, bombe d’acqua, grandinate eccezionali, morti annegati e uccisi dal crollo di muri e di alberi e danni ingentissimi, a cui si sono aggiunti, nell’ultimo mese di dicembre, una serie di terremoti, che hanno riguardato perfino Milano ( zona che pensavamo asismica) e diverse regioni del nord, del centro e del sud. In Croazia il 29 dicembre scorso c’è stato un terremoto di magnitudo 6.4, uno dei più violenti di questi ultimi anni. Si contano 7 morti e il crollo di numerosi edifici. La scossa è stata sentita anche nel nord e centro Italia.
Nella notte fra il 13 e il 14 dicembre – ciliegina sulla torta – una nuova e intensa attività eruttiva è avvertita nell’Etna, con fontane di lava impressionanti.
Fra le catastrofi, ma questa volta provocate dall’incuria dell’uomo, non possiamo non ricordare la gigantesca, terribile esplosione di Beirut che ha provocato la morte di 200 persone e il ferimento di oltre 7000. Inoltre 300.000 persone sono rimaste senza casa a causa del disastro. La potenza dell’esplosione è risultata equivalente a quella di 500 tonnellate di TNT, come stima più attendibile, ma potrebbe anche trattarsi di 1100 tonnellate nell'ipotesi massima: ossia circa un ventesimo della bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945, che aveva una potenza di 13/15mila tonnellate (13/15 chilotoni) di TNT. L'esplosione principale è stata attribuita alla detonazione di 2750 tonnellate di nitrato d'ammonio, che erano state confiscate nel 2014 da parte del governo libanese alla nave abbandonata Rhosus e depositate nel porto, senza attivare mai alcuna misura di sicurezza, e questa detonazione avrebbe poi innescato una seconda esplosione, ancora più devastante.
E sempre pensando all’uomo e alla sua incapacità di rispettare la natura, le cose e soprattutto gli altri esseri umani, non possiamo non ricordare la rivolta di Hong Kong, quelle in Tailandia, le proteste delle donne in Polonia per la mancanza di libertà e la minacciata soppressione del diritto all’aborto e soprattutto non possiamo non parlare della forza e determinazione delle donne, che hanno cominciato la più straordinaria delle proteste per la democrazia in Bielorussia. Una di loro, Svetlana Tichanovskaja, è stata indicata come antagonista politica di Aleksandr Lukašenko, da molto, troppo tempo presidente della Bielorussia, ma è dovuta scappare in Lituania sotto pesanti minacce.
Sono sempre due donne le figure dell’opposizione più rilevanti del paese, rapite, minacciate o costrette all’esilio. Ma la coraggiosa Maria Kolesnikova ha strappato il suo passaporto per non essere costretta all’esilio. Purtroppo di Maria non si hanno più notizie, da quando l’hanno arrestata e incarcerata. Però, secondo fonti diplomatiche citate dall’agenzia Reuters, l’Unione Europea si preparerebbe a imporre sanzioni economiche, contro 31 alti funzionari bielorussi, tra cui il ministro degli Interni, considerati tra i responsabili della repressione del regime, sempre più dura, contro l’opposizione e contro chiunque prenda parte alle manifestazioni di protesta. Tuttavia, malgrado il giro di vite e le minacce, alle dimostrazioni organizzate in piazza contro il dittatore Lukašenko, continuano a partecipare decine di migliaia di persone.
Maria Kolesnikova
Ma anche negli USA c’è un fermento che coinvolge la popolazione afroamericana, che sotto la presidenza Trump è stata fortemente penalizzata ed emarginata. L’uccisione dell’afroamericano George Floyd ha indignato il mondo intero e acuito il conflitto razziale fra bianchi e neri (ancora oggi!! Nel terzo millennio!!!) mai sopito. Da questo momento prende nuovo corpo e forza il movimento Black Lives Matter, fondato nel luglio 2013. Come dicevamo prima, la politica divisiva di Trump mostra i guasti prodotti nel tessuto sociale americano e possiamo solo sperare che venga rimosso quanto prima dalla Casa Bianca come un intruso pericoloso.
A tutta questa violenza dobbiamo aggiungere i femminicidi, che con queste restrizioni e l’obbligo di restare in casa, forzando le coppie alla convivenza coatta, stanno aumentando non tanto di numero, quanto soprattutto di ferocia, coinvolgendo non solo le donne, ma sempre più spesso i figli, specialmente minori. Si calcola che nel 2020 ci siano stati in Italia 87 femminicidi: un assassinio ogni 2 giorni. E tuttavia incredibilmente in Europa i numeri italiani dei femminicidi, insieme a quelli spagnoli, sono i più bassi, rispetto a quelli di UK e della Germania.
Insomma, è inutile ripetere ancora una volta che è stato un anno orribile, complicato, deprimente e pieno di ogni sorta di pericoli e insidie. L’esserne usciti faticosamente fa venire in mente quel passo stupendo del I canto dell’Inferno
E come quei che con lena affannata
uscito fuor del pelago a la riva
si volge a l'acqua perigliosa e guata,
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
E a proposito…
Addio agli amici che se ne sono andati…
Come facciamo sempre, riserviamo questo spazio al ricordo di coloro che ci hanno lasciato durante l’anno trascorso e a cui siamo riconoscenti per quello che ci hanno donato coi loro vari talenti. Ma questa volta i nomi sono tanti, troppi, anche fra le celebrità. Una ecatombe senza confronti. E questa volta i nomi sono davvero di prima grandezza: Gigi Proietti, Sean Connery, Maradona…. Ma andiamo per ordine: il settore dello spettacolo è stato quello più tartassato: a 104 anni è morto Kirk Douglas e lo ha seguito la sua coetanea e fantastica attrice Olivia de Havilland. Chi non ricorda la dolce Melania di Via col vento? E la frustrata Caterina in l’Ereditiera, l’inquietante interprete di Mia cugina Rachele, la pazza Carlotta in Piano, piano dolce Carlotta?
Ed è morta di Covid a 89 anni la nostra Lucia Bosè, attrice famosa negli anni 50-60, sposata poi col torero Dominguin e madre del cantante Miguel Bosè. E ci ha lasciato a 100 anni Franca Valeri, attrice, autrice, sceneggiatrice e straordinaria interprete di cinema e teatro.
E a cento anni se ne è andato anche il poliedrico Gianrico Tedeschi e il nostro amatissimo Gigi Proietti, nato e morto il 2 di novembre: inutile ricordare e parlare delle sue numerose, straordinarie performance al teatro, al cinema e in televisione: tanto nomini nullum par elogium. E se ne è andato anche l’attore francese, ma che noi abbiamo sentito sempre come nostro, Michel Piccoli (La grande abbuffata, Habemus papam, Bella di giorno, etc.). Una coincidenza toccante: è stato sposato per anni – per poi divorziare – con la cantante “esistenzialista” Juliette Greco ( la cui versione della canzone Les feuilles mortes, col testo di Jacques Prévert, resterà nella storia della musica), che ci ha lasciato anche lei e poco dopo il suo ex compagno.
E poi ancora Flavio Bucci, Pino Scaccia, Daria Nicolodi - moglie di Dario Argento e madre di Asia- e la grande ballerina Zizì Jeanmaire, moglie del famoso coreografo Roland Petite, bellissima ancora nonostante i suoi 96 anni, che illuminò la nostra retrograda Tv negli anni 60, con le sue gambe strepitose. La deliziosa Pamela Tiffin, che ricordiamo nel divertentissimo film “Straziami, ma di baci saziami” con Tognazzi e Manfredi, è morta a 78 anni, per cause naturali.
Attori conosciuti soprattutto negli anni 60-70 come Armando Francioli (chiamato l’uomo in Lebole, per via della pubblicità che faceva a un particolare tipo di abiti), 101 anni, e come Sergio Fantoni, 90 anni, ci hanno lasciato quando ormai la loro fama era ricordata solo da persone di una certa età.
E sempre a 90 anni ci ha lasciato sir Sean Connery, attore carismatico, divenuto famoso come 007, ma capace di intense interpretazioni, come quella di Guglielmo da Baskerville.ne Il nome della rosa, o quella di un anziano Robin Hood, in Robin e Marian, con un’altrettanto straordinaria Audrey Hepburn. Ma anche in grado di sostenere ruoli brillanti e divertenti come quello del padre di Harrison Ford in Indiana Jones e l’ultima Crociata. Famoso per il suo impegno civile e politico verso la sua amatissima Scozia, è stato anche un filantropo.
Al mondo dello spettacolo, sul versante della musica, è da collocare la scomparsa del batterista dei Pooh Stefano d’Orazio, morto per il Covid e la perdita della soprano Mirella Freni dalla voce dolcissima, amica d’infanzia di Pavarotti. E con grande dolore di tutti è mancato anche il grande maestro Ennio Morricone, autore delle più belle e suggestive colonne sonore di tanti film.
Anche nel mondo della cultura si notano delle assenze dolorose: Franco Maria Ricci, scrittore e raffinatissimo editore della stupenda rivista FMR; lo scrittore Alberto Arbasino; l’autore di tante spy story John Le Carré; l’adorabile Philippe Daverio, storico dell’arte, poliglotta, divulgatore colto e raffinato; il giornalista Arrigo Levi; lo stilista giapponese Kenzo Takada e quello francese Pierre Cardin, di origine italiana; lo storico Giorgio Galli autore di un libro fondamentale come Hitler e il nazismo magico; lo scrittore e giornalista cileno e naturalizzato francese Luis Sepùlveda, a suo tempo imprigionato e torturato dalle truppe di Pinochet. E’ morto per il Covid. E’ mancato anche il giornalista, scrittore, divulgatore e aforista Roberto Gervaso, che per anni lavorò con Indro Montanelli; ci ha lasciato anche Christo, artista, performer e famoso come“impacchettatore di monumenti”.
Nel mondo della politica si annoverano il liberale Alfredo Biondi, il radicale Mauro Mellini che si battè per il divorzio in Italia, il giornalista comunista Giulietto Chiesa, l’egiziano Hosni Mubarak, il cui nome fu trascinato da Berlusconi nell’affare di Ruby indicandolo come lo zio della ragazza e la grande Rossana Rossanda.
Gravi perdite anche nel settore dei fumetti: Albert Uderzo, papà di Asterix e Obelix insieme a Goscinny, mancato anche lui qualche anno fa; Quino, il papà di Mafalda e Claire Bretécher autrice della pagima dei frustrati e del bolotto occidentale, che insieme a Quino imparammo a conoscere e ad amare sulle pagine di Linus.
Pesante anche il bilancio del mondo sportivo: Sandro Mazzinghi, pugile, scrittore e cantante e campione del mondo dei pesi medi jumior ci ha lasciato a 82 anni per un ictus; Kobe Bryant, giocatore di pallacanestro, cresciuto cestisticamente in Italia, è morto a 42 anni con sua figlia Gianna di 13 anni, in un disastro aereo; ci hanno lasciato: il ciclista Italo De Zan, a 95 anni per il Covid; i calciatori: Pierino Prati attaccante del Milan e vincitore di una coppa intercontinentale è morto a 74 anni in una casa di riposo e Mario Corso (detto Mariolino) centrocampista, che fu uno dei simboli della cosiddetta “Grande Inter” di Helenio Herrera, la squadra che negli anni Sessanta vinse tre scudetti e due Coppe dei Campioni consecutive. E’ morto a 78 anni. Ci ha lasciato anche, a 64 anni, il grande Pablito, Paolo Rossi, l’eroe del mondiale del 1982, per un male incurabile. E infine se n’è andato anche el pibe de oro, Diego Armando Maradona, un eroe del pallone con una vita molto complicata e, a quanto pare, purtroppo anche una morte controversa. A 96 anni è morto Sergio Zavoli, giornalista, scrittore, politico, creò Processo alla tappa, seguendo il Giro d’Italia e Tutto il calcio minuto per minuto, programmi che rivoluzionarono il modo di seguire lo sport.
Finiamo questa triste carrellata, salutando due super centenari: Erminia Bianchini, nata nel 1908 e dunque di 112 anni e Giovanni La Penna di 111 anni, perché nato nel 1909. Anche la gran parte delle persone decedute, che abbiamo qui ricordato, ha una età molto avanzata e solo una minima percentuale di esse è morta a causa della pandemia. Questo è davvero molto confortante e ci fa sperare nel futuro. Inoltre ormai abbiamo i vaccini, stanno sperimentando farmaci efficaci, e soprattutto non tutti quelli che contraggono il virus prendono la malattia in modo grave. Molti se la cavano mediamente senza troppi guasti e anche fra quelli che finiscono in terapia intensiva non tutti muoiono.Allora, cerchiamo di essere ottimisti, razionali e pazienti: la strada da fare è ancora lunga, ma io sono certa che la luce che si intravvede in fondo al tunnel non è un treno e che se avremo pazienza ne usciremo nel giro di un anno, un anno emmezzo. Nel frattempo avremo dato un po’ di respiro alla Natura, il che è possibile che abbia un influsso positivo anche sulle mutazioni climatiche. E infine il Trump potrà finalmente levarsi dai piedi e andare a giocare a golf… barando anche lì, secondo quanto dicono quelli che lo conoscono.
Dunque, cari amici e compagni, non posso che augurarvi un anno nuovo sereno e pieno di attese e di salute. Insomma un annus mirabilis.
Buon Anno e buona vita a tutti noi!
Barbara Fois
Per chi vuole approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Morti_nel_2020
https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-stati-uniti/
http://www.nbst.it/654-vaccino-coronavirus-quali-terapie-farmaci-covid-19-cure.html
https://www.ilpost.it/2020/01/13/animali-morti-incendi-australia/
https://www.agi.it/fact-checking/femminicidi_dati_italia-6157007/news/2019-09-10/