Finisce il 2021, ma non la pandemia

di Barbara Fois - Liberacittadinanza.it - 02/01/2022
Fatti importanti, bilanci, riflessioni e prospettive per il futuro

Un anno strano questo 2021 che se ne va. Pieno di contraddizioni, di speranze e di delusioni, di vittorie e di sconfitte, ma pure di sorprese, anche nella politica: da febbraio è arrivato Mario Draghi a Palazzo Chigi, anche se a noi andava benissimo anche Conte… ma è anche un anno crudele, in cui ci hanno lasciato tante persone conosciute e spesso amate, e tanti cittadini comuni…troppi.

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Arrivano i vaccini !!!
Il 27 dicembre del 2020  è stato chiamato il V day, perché fu il primo giorno in cui si comincò a vaccinare. Il primo vaccino approvato è stato il Pfizer, seguito poi da Astrazeneca e Moderna. I vaccini Pfizer e Moderna utilizzano la tecnologia mRna, ossia vengono utilizzate delle molecole di RNA messaggero (mRNA) modificato, che consegnano alla cellula un “messaggio” per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina Spike del Covid-19. Questo fa sì che il nostro sistema immunitario possa riconoscere il virus, al suo contatto, e lo possa neutralizzare. AstraZeneca, e in seguito anche Johnson&Johnson, “…si basa sul vettore virale che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore DNA per fornire le istruzioni per sintetizzare nel nucleo delle cellule umane la proteina spike di SARS-CoV-2…”
Nei primi mesi del 2021 sono cominciate le vaccinazioni a catena: prima sono stati vaccinati gli operatori sanitari e poi gli anziani e via via tutti gli altri. All’arrivo del vaccino c’è stata un’ondata di sollievo ed entusiasmo da una parte della gente, mentre cresceva dall’altra parte la diffidenza e il dubbio, la sfiducia e il sospetto e cominciavano a fioccare le fake news e nasceva la minoranza dei novax e dei negazionisti. Gente non solo contro la scienza, ma a favore di ogni spiegazione, per quanto assurda e improbabile, purchè contraria a quella ufficiale. La voglia di ribellione e le panzane arrivano per prime soprattutto dall’America di Trump, che non si rassegna ad aver perso e spinge i suoi seguaci anche ad atti di violenza. Nasce da queste basi l’assalto al Capitol Hill a Washington, il 6 gennaio scorso. Che i novax nostrani hanno cercato miseramente di copiare, assalendo la CGIL. Il resto l’ha fatto certo tipo di informazione, che per far crescere l’audience, in talk di dubbia serietà, ha messo insieme scienziati e novax e sono scoppiate risse verbali, di nessun aiuto alla comprensione reciproca e tanto meno alla conversione dei diffidenti. La cosa era ancora in equilibrio instabile, ma almeno eravamo ormai quasi sicuri di essere a un passo dall’uscire fuori dal tunnel, quando è arrivata la variante omicron e siamo precipitati di nuovo nell’angoscia, mentre le corsie d’ospedale si riempiono di nuovo di contagiati, per il 90% non vaccinati.
Dal tentativo di costringere le persone a vaccinarsi, senza disporre l’obbligatorietà del vaccino, è nata l’idea del “green pass”, una sorta di lasciapassare che possono avere solo i vaccinati e che li lascia entrare un po’ ovunque: dai cinema ai ristoranti, ai bar, ai teatri, ai palazzetti dello sport, ai mezzi pubblici, etc. Ultimamente, dopo l’arrivo della nuova variante, le disposizioni sono diventate anche più rigide e praticamente i novax sono costretti a casa, in quarantena continua, come lebbrosi, emarginati da ogni occasione di socialità. Chi mi legge sa bene che i novax non hanno certo le mie simpatie, ma queste emarginazioni forzate, dal sapore di punizioni, non mi piacciono affatto. Mi fanno venire in mente quella poesia di Brecht: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare"..
Credo che ci siano modi migliori per convincere la gente a vaccinarsi: creare dei centri per parlare con loro, per spiegare meglio tutto quello che attiene ai vaccini, anche con l’aiuto di psicologi. Non credo che ci dobbiamo dimenticare che sono persone come noi e che nella gran parte dei casi hanno paura. Sarebbe stato meglio che il vaccino fosse stato da subito obbligatorio, come lo è stato quello antipolio o quello contro il vaiolo: perché è così che abbiamo battuto queste terribili malattie. Ma stavolta nessuno si è voluto prenderne la responsabilità ed è per questo che stiamo annaspando e saltando da un lasciapassare all’altro, da una restrizione all’altra.
Ed ora è la volta dei bambini, che sembrano molto più determinati degli adulti a vaccinarsi. Mentre tre giorni fa aspettavo il mio turno per la mia terza dose, ho guardato – appesi alle pareti nella hub -  i disegni meravigliosi fatti dai bambini che si sono vaccinati: sono così immediati eppure così pieni di buonsenso, di fantasia e di fiducia! Così esplicativi e didascalici che li farei vedere ai novax!

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Un anno di disastri ambientali
Ma non c’è solo la pandemia a preoccuparci e a mettere in forse il nostro futuro. Il 2021 è stato anche l’anno più drammatico dal punto di vista dell’ambiente: ci dicono che luglio è stato il mese più caldo della Terra, con incendi spaventosi un po’ ovunque. Ne abbiamo scritto a lungo questa estate, con dolore, sia per la distruzione delle piante, alcune insostituibili perché millenarie, come il nostro olivastro sardo, sia per quella della fauna selvatica, che è stata decimata. Dall’inizio dell’anno, sono andati in fumo oltre 158 mila ettari di boschi e foreste. I numeri vengono dati nel report "Incendi e desertificazioni" a cura di Europa Verde. “ Ricci, scoiattoli, cervi, caprioli, volpi, ghiri, passeri, capinere, falchi, tartarughe, salamandre, lucertole: sono stimati in diversi milioni gli animali selvatici arsi vivi negli incendi boschivi che, dall'inizio dell'estate, hanno colpito soprattutto il Sud Italia, dove la crisi climatica morde con la desertificazione delle terre. In Sicilia, solo dall’inizio del 2021, oltre 78mila ettari sono bruciati, pari al 3,05% della superficie della regione. In Sardegna 20mila ettari sono bruciati causando l’evacuazione di centinaia di persone. Serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme che hanno raggiunto pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio e mezzi agricoli.”
Fra l’altro un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione:  “Il cambiamento climatico, con siccità prolungate alternate a intense precipitazioni e aumento repentino delle temperature, sta divorando il territorio, innescando processi come l’erosione delle coste, la diminuzione della sostanza organica dei terreni (anche a seguito di pratiche agricole intensive) e la salinizzazione delle acque…. "Mentre il Governo continua a lanciare messaggi di paura agli italiani sulle politiche legate alla transizione ecologica, il paesaggio sta per essere spazzato via dalla crisi climatica", scrivono i Verdi nel dossier.”
Vent’anni fa i Verdi promossero una legge che ha introdotto il reato di incendio boschivo, ma poi
arrivò il governo Renzi, che con la riforma Madia del 2016 cancellò il Corpo Forestale dello Stato. "Il responsabile ha un nome e un cognome e noi non possiamo fare a meno di chiederci cosa stia facendo adesso, dalla sua poltrona al Senato, Matteo Renzi", affermano i Verdi. "E il Ministro Cingolani dov’è di fronte all’avanzare del fuoco e, di conseguenza, dell’inesorabile desertificazione del Sud Italia? Evidentemente è più impegnato a salvare la Motor Valley, le trivellazioni nell’Adriatico, il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina", si chiedono. "Oltre a un provvedimento che ripristini il Corpo Forestale, è assolutamente necessario un importante e incisivo intervento organizzativo e un’efficace messa a punto delle risorse materiali e umane, rafforzando, in termini di personale e mezzi, i nuclei investigativi specializzati nei reati ambientali che negli anni sono stati distrutti".
Fortunatamente la riforma Madia del Corpo forestale è stata bocciata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Nello specifico, il decreto legislativo n. 177 del 2016, in esecuzione della legge Madia, aveva previsto la soppressione del Corpo forestale dello Stato e l’assorbimento nell’Arma dei carabinieri. La norma, si era tradotta nel pasticcio della militarizzazione di un corpo altamente specializzato a ordinamento civile, con inevitabili conseguenze in termini di compressione di diritti fondamentali. Su questo tema, i lavori parlamentari sono adesso orientati a scorporare i forestali dall’Arma e a creare una moderna e snella polizia ambientale.
Il problema è che questo paese è pieno di improvvisati e pericolosi pasticcioni, di mezze calze che pensano di essere dei grandi riformatori e straordinari statisti e sono invece solo dei narcisi presuntuosi e ignoranti. E purtroppo il problema non è solo nostro, basta vedere le risultanze del vertice del G20 a Roma e quello del Cop26 a Glasgow: in tanti non sono riusciti a tirar fuori un ragno dal buco, per quel che riguarda l’ambiente. Aveva ragione Greta Thumberg: questa gente è brava solo a fare bla bla bla.
 

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Il millenario olivastro sardo, distrutto dal fuoco.

Catastrofi, terremoti, eruzioni
Eppure quest’anno è stato davvero terribile per l’ambiente, con tutte le catastrofi naturali, le inondazioni, i terremoti e le eruzioni di vulcani, ma evidentemente non sono bastati a preoccupare coloro che dovrebbero difenderlo. Certo, è stato un anno terribile anche per tragedie dovute a gravissimi incidenti, come il crollo del cavalcavia della metropolitana a Città del Messico, con 26 morti e 86 feriti. O il disastro ferroviario a Taiwan, dovuto a un camion che è caduto da un pendio e ha investito il treno su cui viaggiavano 488 persone, provocando la morte di 50 di loro e il ferimento di 200. E non possiamo certo dimenticarci dell’incidente qui in Italia della funivia del Mottarone, in cui sono morti tutti i passeggeri (14 su 15) e si è salvato solo un bambino, attualmente conteso fortemente fra parenti materni e paterni, povera creatura.
Quanto ai terremoti: sono stati davvero violentissimi: ad Haiti, con magnitudo 7.20, si è arrivati a 2207 morti, 12.268 feriti, 344 dispersi e 60.000 abitazioni danneggiate e distrutte. Ma il più violento è stato quello dell’Alaska che è arrivato alla magnitudo 8.20: il quarantesimo più potente al mondo! E poi tifoni, uragani, trombe d’aria, perfino qui da noi in Italia!, mentre i vulcani entravano in eruzioni continue, come il nostro Etna e Cumbre Vieja, quello delle Canarie. Sembrava che fosse proprio arrivata la fine del mondo… mentre i ghiacci dei poli si liquefacevano, sottraendo ogni spazio vitale a orsi, foche e pinguini…

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Lo sport ci ha salvato dalla depressione
Non tutto è stato negativo, però, per il nostro paese: è stato un anno d’oro per lo sport: a luglio la Nazionale Italiana vince l’edizione paneuropea di calcio e siamo campioni d’Europa. Poi arrivano le Olimpiadi di Tokio dal 23 luglio all’8 agosto, dove riusciamo decimi con 40 medaglie: 10 d’oro, 10 d’argento e 20 di bronzo. E decimi siamo anche alla paralimpiadi con 5 ori 7 argenti e 6 bronzi. A settembre l’Italia vince il campionato europeo di pallavolo maschile e anche quello femminile. E non dimentichiamo i trionfi sulla neve, della cosiddetta “valanga rosa”, con Marta Bassino e Sofia Goggia. Sull'erba di Wimbledon Matteo Berrettini, primo italiano a raggiungere la finale dello Slam londinese, cede - in quattro set e dopo circa 3 ore e mezzo di lotta - al numero uno del mondo Novak Djokovic. L'azzurro esce dal campo tra gli applausi del pubblico e degli sportivi presenti.
 

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Ma anche la musica ci ha offerto un po’ di endorfine: a maggio il gruppo musicale dei Måneskin vince la 65 edizione dell’Eurovision Song Contest e poi apre a novembre a Las Vegas il concerto dei Rolling Stones, ringraziati personalmente sul palco da Mick Jagger.

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Un saluto a chi se ne è andato per sempre
Come facciamo sempre tutti gli anni vogliamo qui ricordare e salutare tutte le persone conosciute che ci hanno lasciato e a cui siamo grati per quello che i loro talenti ci hanno regalato. E’ stato davvero un anno terribile, in cui abbiamo perso tante persone straordinarie: da Gino Strada a Carla Fracci, Franco Battiato, Raffaella Carrà,  Lina Wertmüller… ma andiamo per ordine.
 

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L’anno è iniziato male, con la scomparsa di Lawrence Ferlinghetti, quasi 102 anni, uno dei personaggi più straordinari della cultura americana, poeta ed editore della Beat Generation, di Kerouac e di Ginsberg. Anzi: finì in galera per aver pubblicato Urlo di Allen Ginsberg, accusato di oscenità. Nel 2011, ricordando le proprie origini italiane, partecipò ai festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia con due poesie, che furono di ispirazione a numerosi artisti che parteciparono alla grande mostra, a maggio-giugno 2011 a Torino, dal titolo “Lawrence Ferlinghetti e i 150 anni dell'Unità d'Italia “.

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Fra gli scrittori abbiamo perso anche Wilbur Smith, romanziere zambiano naturalizzato sudafricano, autore di 49 racconti che hanno venduto 140 milioni di copie. Lo sfondo dei suoi romanzi è sempre l’Africa, ma l’arco temporale è vastissimo: dal periodo degli antichi egizi fino al tempo attuale.
Ma è come sempre il settore della musica e dello spettacolo che paga il prezzo più alto in numero di perdite.  Da Raoul Casadei, re del liscio romagnolo, a Chick Corea grande jazzista, pianista geniale, inarrivabile virtuoso della tastiera. Così come lo è stato Franco Cerri della chitarra, anche lui scomparso in quest’anno. Musicista raffinato, ha suonato con i più grandi jazzisti del mondo, come Dizzy Gillespie, Chet Baker, Gerry Mulligan, la straordinaria cantante Billie Holiday, il percussionista Tullio De Piscopo, il pianista Enrico Intra, etc. E’ stato un grande divulgatore di questo settore musicale, attraverso diverse trasmissioni televisive come Di jazz in jazz, Jazz primo amore, Il jazz in Italia e Il jazz in Europa. E tuttavia da molti certamente è ricordato per uno spot pubblicitario, in cui era “l’uomo in ammollo”…

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Franco Cerri                                               Paolo Pietrangeli

Paolo Pietrangeli ci ha lasciato per colpa del Covid. E’ stato un cantautore, regista, sceneggiatore e scrittore, politicamente schierato a sinistra e per la mia generazione famoso per alcune canzoni estremamente popolari, nel ’68, che sono diventati dei veri e propri "inni" e il cui successo continua a vivere: Valle Giulia e, soprattutto, Contessa. E’ stato un aiuto regista cinematografico, con Visconti, Bolognini e Fellini e poi televisivo, nelle reti Fininvest, di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi, pur mantenendo la sua autonomia politica.
Ci ha lasciato anche Milva, la rossa pantera di Goro, e il compositore greco Mikis Theodorakis, torturato dal regime dei colonnelli, autore della colonna sonora di Zorba il greco e di canzoni molto popolari negli anni ’60 come Il ragazzo che sorride e Un fiume amaro. Ha scritto anche un album per Milva…
 
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Il grandissimo Franco Battiato se ne è andato in silenzio, come Raffaella Carrà e Carla Fracci, personaggi di prima grandezza, ma gelosi della propria vita privata, al punto che nemmeno gli amici sapevano bene delle loro condizioni di salute. E’ inutile per stelle di questa grandezza dire di più: tutti sappiamo bene chi erano e cosa hanno fatto. Sono quelli meno famosi che hanno bisogno di qualche dettaglio in più. Infatti, per quel che riguarda Cinema e TV ricorderò solo i loro nomi: Jean-Paul Belmondo e Lina Wertmüller, per esempio non hanno bisogno certo di dati biografici o professionali, ma forse per altri attori e attrici è necessario qualche dettaglio in più.
   
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Nino Castelnuovo, per esempio, è diventato famoso per la sua interpretazione di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi di Sandro Bolchi sulla Rai nel 1967, ma aveva già esordito nel cinema nel film del 1959 di Pietro Germi Un maledetto imbroglio, rifacimento del libro di Carlo Emilio Gadda Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Il pubblico però lo ricorda certamente come l’atletico testimonial della pubblicità di un olio dietetico, in cui veniva ripreso nell'atto di saltare una staccionata.  Se ne è andato anche Elio Pandolfi, attore, cantante e doppiatore. Innumerevoli le sue partecipazioni a programmi radio, tv, film, varietà, a doppiaggi di film (ha doppiato lo “zio Fester“ ne La famiglia Addams 1 e 2) ed era sua la voce perfino di Paperino e Daffy Duck. Sempre nel campo dell'animazione doppiò il personaggio di Le Tont nel disneyano La bella e la bestia (1991).
Anche Gianfranco D’Angelo è deceduto: era un po’ di tempo che non lo si vedeva, dopo i successi di pubblico dei tempi di Drive In. Ha rinverdito qualche successo partecipando a Striscia la notizia insieme a Enzo Greggio, ma non a lungo. E abbiamo perso anche Enrico Vaime, autore televisivo  scrittore, drammaturgo,conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano. Ha spesso firmato i suoi lavori in coppia con Italo Terzoli, con cui ha costituito la ditta artistica Terzoli & Vaime, a cui si deve fra tante cose il programma “Gran Varietà”.

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                                                                            Enrico Vaime

Quest’anno tremendo si è portato via due grandi e meravigliose attrici: Piera Degli Esposti  e Olympia Dukakis. Ho conosciuto personalmente Piera Degli Esposti negli anni ’80, a Cagliari e la intervistai per una TV locale. Una donna straordinaria, intelligente, tenera e fortissima. Mi raccontò tante cose della sua vita e così scoprii che era sorella di una mia cara amica: Carla Frontini.
Olympia Dukakis vinse l’Oscar interpretando la madre di Cher nel film Stregata dalla Luna.

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Piera Degli Esposti                                                Olympia Dukakis                       J. Sassard

E’morta anche Jacqueline Sassard. Era una attrice francese attiva negli anni ’60 e penso che di lei si ricordi solo il suo film d’esordio: Guendalina, di Alberto Lattuada, che la rese temporaneamente famosa. Fra gli attori caratteristi ricordiamo il nostro adorabile Renato Scarpa, l’indimenticabile dottor Cazzaniga nei film di Luciano De Crescenzo Così parlò Bellavista e Il mistero di Bellavista, senza contare il dolcissimo Robertino di Ricomincio da tre di Massimo Troisi.

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 Renato Scarpa

La TV rimpiange il commentatore sportivo Giampiero Galeazzi e quello politico Demetrio Volcic, ma soprattutto la prima “signorina buonasera” della nostra Rai: la deliziosa Nicoletta Orsomando. Mentre nel mondo della politica sono passati a miglior vita il craxiano Carlo Tognoli, i comunisti Luigi Covatta ed Emanuele Macaluso, la memoria storica del PCI; il sindacalista Guglielmo Epifani e l’ex presidente del senato Franco Marini, bruciato da fuoco amico nella candidatura alla presidenza del Colle. E l’ammiraglio Falco Accame. Tra i trapassati ci sono anche delle teste coronate: il principe Filippo di Edimburgo, marito della regina Elisabetta d’Inghilterra, e l’italiano Amedeo di Savoia Aosta.
Nel mondo dello sport mancheranno i calciatori Tarcisio Burgnich e Giampiero Boniperti. E fra le persone eccezionali ricordiamo Michael Collins, uno dei primi tre uomini che arrivarosno sulla Luna, ma soprattutto il nostro Gino Strada, che vogliamo salutare per ultimo, perché ci dispiace lasciarlo andare. Sarebbe sempre stato doloroso perderlo, ma di questi tempi, con quello che l’Umanità sta passando fra pandemia, guerre, talebani e disastri ambientali, con i disperati migranti sballottati fra le onde o imprigionati fra alti muri pieni di filo spinato, la sua assenza è una vera tragedia. In queste condizioni viene difficile credere che il 2022 possa essere un anno migliore, ma proprio pensando alla sua invincibile forza di fare sempre quello che è giusto, dobbiamo crederci, magari impegnandoci di più a fare la nostra parte.

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Cari amici e compagni, vi e ci facciamo gli auguri più profondi e veri per un 2022 sereno, libero dal virus, dalle guerre e dai disastri ambientali, ma soprattutto liberato dai politici cretini, avidi, corrotti e incapaci. E con un presidente della Repubblica di cui poter essere fieri.

Barbara Fois

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