Esattamente un anno fa in Iran, una giovane donna kurda: Masha Amini, detta anche Jina e Zina, in vacanza a Teheran, coi suoi genitori, fu arrestata dalla polizia morale perché il suo velo era messo male e massacrata di botte. Aveva 22 anni. Da lì scoppiò una rivolta incredibile in tutto il paese e non solo fra le donne e fu uccisa anche un’altra giovane donna: Hadis Najafi.
Le donne iraniane insorsero e cominciarono a strapparsi il velo dalla testa e a tagliarsi i capelli. Anche qui in Italia, alla Triennale di Milano, fu allestito un contenitore dove le donne milanesi e le turiste potevano donare una ciocca dei loro capelli in onore alle donne iraniane e a quelle due giovani donne, massacrate da uomini ignoranti, ottusi e crudeli. Quel gesto fu ripreso ovunque in occidente. Sembrava che sarebbe successo chissà cosa e invece tutto fu inghiottito nel buio del silenzio stampa.
I giornali e le TV si occupavano solo della guerra in Ucraina, ma anche questa ormai ha stufato tutti. La nostra capacità empatica è un orologio a tempo: se vuoi che la gente si disinteressi a un argomento parlane tanto, troppo. Per questo ha senso, almeno una volta all’anno, ricordare la sofferenza di intere popolazioni, sotto il giogo di governi illiberali, oppressivi e fanatici, e soprattutto lo strazio di tante donne in tutto il mondo, non solo a casa nostra.
BF