Curve Inverse

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 15/09/2024
La probabilità che una cosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità- Arthur Bloch

Viaggiare questa estate in giro per Italia ed Europa con tutti i mezzi di trasporto correnti attraversando stazioni, aeroporti, autostrade e porti mi ha fatto intravvedere quale sia una delle cause naturali nella crisi della democrazia ed in generale nel tramonto del modello occidentale. Lo so che messa così suona un filino pomposa, ma che devo fare? Ad un tratto mi è apparsa la verità. Folgorante come la via di Damasco o di Pechino Express.

 A mio avviso nell’insieme della società in cui abito, il cosiddetto occidente democratico ( forse anche altrove ma non so.. ) c'è troppo rumore e troppo poca sostanza. Dalle istituzioni piove disinteresse e l’ascolto verso i Cittadini è zero, mentre la gestione si dimostra sempre più priva di ogni reale efficacia.

L'insieme- di suo già deprecabile- è poi inserito in un contesto di sovraffollamento e di modesta organizzazione statale, sociale, cittadina. Mi è parso inevitabile che le sporche ed insicure stazioni ferroviarie o della metro apparissero come metafore degli interi sistemi paese.

 Direi che oggi siamo davanti, messa in chiaro come in un plastico di Bruno Vespa, alla teoria delle curve inverse: crescente/decrescente e dei loro conseguenti punti di contatto e di frizione. E’ una teoria interessante e tutto sommato recente. Ne chiacchiero un pò cosi, per come la vedo applicabile ai tempi che viviamo.

 Curve crescenti: i fenomeni espansivi

 Forse la più evidente curva crescente è l'accesso.

 Un accesso a beni, strumenti, supporti garantito a basso sforzo e con facile reperimento per tutto ciò che è secondario e non strutturale, oppure per tutto ciò che sembra funzionale al meccanismo capitalista, sia nel PIL che nella catena del profitto. Penso ai viaggi low cost/ low service, alle tecnologie abilitanti del commercio online, ai contratti di precariato che sono il più ipocrita accesso al lavoro che si sia mai visto.

Credo - è una mia idea - che non sia sempre un bene la crescita indiscriminata dell'accesso. Confesso che recentemente l’ho anche pensato per il diritto di voto, ma questa è un'altra storia ed è meglio che sul tema mi taccia perché sono comunque fazioso e politicamente scorretto.

 La massima facilità all' accesso sarebbe giusta per l'acqua o per la sanità, per il lavoro contrattualmente protetto, così come per la corretta ed ampia informazione o per l'istruzione a tutti i livelli. Ma queste sono cose serie ed essenziali, dunque proposte da lorsignori e monsignori quasi a numero chiuso. Che poi in Italia vuol dire aperto a parenti di politici e figli di preti, come si usa dire maliziosamente. Ne parleremo in altre circostanze.

 E' invece libero ( a parte ridicoli balzelli ) l' accesso alle città specie quelle rese celebri a tutto il cafonume dai social e dalle serie tibbu' . L' estate ha rivelato in pieno quanto sia pericolosa questa forma d'accesso così assoluta e deregolamentata in un quadro come l’attuale dove emerge in modo evidente la pochezza raggiunta dalla formazione scolastica e comportamentale. 

Parliamo di città che sono musei a cielo aperto, che sono memoria della civiltà e della storia umana, prese d’assalto senza nessun rispetto.

Venezia e stata travolta da orde di buzzurri americani che andavano orinando su ponti rinascimentali. Triste spettacolo tanto quanto vedere le fontane di Roma o di Parigi ed i canali di Amsterdam od i fiumi delle capitali svizzere usati dalla stessa genia di cowboys, sempre gonfi di birra, come piscine in cui tuffarsi in cerca di refrigerio. Non parliamo di quello che tali atteggiamenti hanno provocato negli abitanti come nei veri turisti. E’ nella stampa da tempo. Ricordo solo che in diverse di queste città la gente è addirittura scesa in piazza contro accessi indiscriminati di visitatori che parevano più simili a pericolose cavallette che ad ammiratori.

Infatti, se quello che ho visto in giro è il turismo di oggi allora io sono un rottame del passato. Se visitare città d'arte è questa roba confusa arrembante cafona e maleodorante allora capisco perché oggi in Italia il ministero del turismo sia affidato alla Santanchi? Che sarà pure un’inquisita ma è principalmente una persona superficiale ed incompetente messa in quel ruolo cruciale senza alcun discernimento.

Per me questa roba così voluta e così incoraggiata non è turismo. Quello che ho visto è solo un essere li, scattarsi un selfie da postare in una qualsiasi cloaca social e poi andarsene come si era venuti, senza aver capito ed imparato un cazzo.

 Altra curva crescente di eguale pochezza e facilità e l'accesso deregolato alla comunicazione.

Per tanto tempo abbiamo sognato un mondo in cui le minoranze avessero un loro sbocco nella comunicazione di massa. Quando sono nati i social abbiamo sperato. Non è andata cosi. Quei fiumi un tempo aperti e liberi sono oggi stagni o cloache che vivono a servizio solo della maggioranza, peraltro costruita in laboratorio dai nuovi centri di potere. Una maggioranza imbrogliata, manipolata, ma anche cialtrona e meschina.

Nelle acque dei social, in quel poco poco spazio lasciato libero dai potentati e dalle lobby nuotano pesci grotteschi.

Ormai ogni rutto può diventare qualcuno grazie al seguito di migliaia di nessuno. Dalla pandorista Ferragni fino a Tamara l influencer di Velletri è tutto un fiorire di mezze seghe amate e seguite da loro pari. Ovviamente ha trovato un posto nelle pastette di Zuckemberg anche la Boccia, l’attuale monopolista dei talcsciò. Devo dire che di lei meno non me ne può fregare. Non mi importa se abbia ragione o torto, se sia quello che sembra o quello che vuol far sembrare. E’ l’ennesima creatura da social. Tuttavia non è lei il problema anche se ci provano tutti da destra a sinistra ( ??? ) a trasformarla in ruolo chiave. Il problema è un ministro che è dentro la testa come appare da fuori: piccolo e goffo. Un buffo ometto bugiardello e piagnone che da ministro della cultura ha fatto Galilei maestro di Colombo. Come dire che Garibaldi ha tratto spunto dalla vita di Che Guevara. Dare la colpa a lei di tutto serve ad assolvere il vero colpevole, chi ha scelto il ministro in questione. Parlare di lei in continuazione serve ad altri ministri del passato, che hanno piazzato famigli e consorti negli scranni della politica retribuita. Cane non mangia cane, scheletri nell’armadio altrui nascondono i propri. Devo dire che costei, la nuova Mirandolina, fa di tutto per agevolare questo compito con un continuo ciarlare. Ma la legge della vita è da sempre questa: ognuno è quello che è.

 Se poi butto un occhio al gossip l’unica cosa che mi domando è perché mai si siano lasciati. Sono perfetti insieme. Due persone di cultura in armonia, coppia ricca di buona fede ed altruismo. Un pudico amore che può dare esempio ai cattivoni trasgressivi lgbt nel quadro dei santi valori di patria e famiglia tradizionale tanto amati e soprattutto tanto praticati dalla nostra opalescente destra. Salvini e Meloni on the top.

 Curve decrescenti:  le prassi meno seguite

 All' opposto di quanto descritto in crescita ecco la più evidente curva decrescente: il controllo. Quel controllo necessario a ridurre la confusione e raddrizzare la pessima qualità di ogni prestazione. Sia essa la scelta dei deputati o dei ministri, oppure quella di ogni tipologia di servizio pubblico o privato.

 Devo dire che il controllo è andato in malora da un bel pezzo. Mi ricordo come esempio una ministra dell'istruzione di un governo del sedicente centro sinistra. Una che sembrava pettinata coi petardi ed aveva scritto varie cazzate sul suo curriculum. La neo ministra era certa che mai l'avrebbero controllata ma venne sgamata e sbugiardata dai giornalisti tipo Sallusti detto il bello della diretta. Lo stesso che ora frigna perché gli avversi hanno sgamato il suo Santonano o il cognato della cognata.

Quella ministra, di cui ho rimosso il nome, arrivò a confessare un diploma di terza media o poco di più. Ci fu zero controllo per lei in ingresso, come per i ministri cinquini più avanti, com'è adesso per vari ministri di questo mediocre governo.

 Dopo la prima repubblica - che aveva certamente molte colpe- la seconda ha mostrato come l'azzeramento delle misure di controllo previste anche dalla Costituzione produca solo scarti. Non serve a molto guardare indietro ma lo faccio lo stesso. Come diceva Fausto Amodei: quel che resta dietro a noi / non importa che si perda / ci si accorge prima o poi / che è solo merda.

 Penso - come esempio di persone che mai avrebbero potuto passare un serio check point- a quella coppia di ferro del passato, ai due finti avversari Berlusconi e Prodi. Il primo un ometto indiscreto pieno di conflitti di interesse mai curati ed in odore di malaffare, l'altro un professore autoreferenziale in odore di incenso e sedute spiritiche.  Tutti e due strumenti di seconda fila durante la prima repubblica ed in seguito primi attori nella disintegrazione morale ed economica del Paese

 Eppure non furono il peggio. Va riconosciuto.

Dovevamo vederlo in scena per tutti gli anni a seguire fino ad ora, il peggio. Una danza macabra di ex fascisti incompetenti e maneggioni, di comunisti pentiti traviati da ex democristiani a loro volta incompetenti arroganti e maneggioni. Governi come il giallo verde che erano accrocchi di mezze seghe livorose. Opposizioni che erano il nulla rumoroso e qualunquista capaci solo di far sparire il socialismo per avere in cambio un campo largo in cui non peraltro non ha mai giocato una squadra seria e duratura.

La mancanza di controllo dall’alto, che vuol dire prima di tutto regole chiare e rispettate, fa il paio con la mancanza di controllo dal basso, cioè dal corpo sociale nella sua interezza. Il Cittadino che già aveva poco o niente per interagire col potere è stato privato di piccoli modesti strumenti come il referendum all’italiana da soggetti esotici come Amato. Questa è stata ed è la vita nella cosiddetta seconda repubblica.

Liberi da ogni controllo reale i politicanti hanno svilito la Costituzione, sbeffeggiato il ruolo attribuito ai parlamenti, svuotato di senso la democrazia.

 L’inconsistenza dei sedicenti governi di centro sinistra ha consentito l’emergere di questa destra che da sempre fa dell’accesso all’inutile ed al precario la sua bandiera cosi come fa dell’arbitrio e dell’assenza di ogni controllo, rivendicati come libertà, l’asse portante della sua azione.

Ne abbiamo avuti tre o quattro di governi chiaramente di destra ma siamo giunti fino a qui, fino a questa maggioranza imbarazzante che governa malamente l’Italia, grazie al concorso di una politica auto proclamatasi progressista altrettanto fallimentare.

Non mi stancherò mai di dire, come e dove posso, che in Italia come in Europa non sono le capacità di populisti e reazionari a spostare l’asse di quel che resta della UE, sono invece le colpe degli incapaci messi a governo delle cosiddette liberal o social democrazie.

Questa calda confusa e sanguinosa estate mi ha ricordato quanta ragione avesse Gaber nel dire ..io se fossi Dio mi ritirerei in campagna, come ho fatto io.

Ha ragione Giorgio, la nostra generazione non solo ha perso, mi sa che è pure di troppo. Siamo abituati a pensare che le cose della vita si conquistano a fatica e si costruiscono con disciplina. Qui ormai tutto è regolato al ribasso, dai biglietti dell’aereo al titolo di onorevole. Tanto poi a far fruttare il minestrone residuale, ci penserà il don Vito di turno. Non è più il nostro tempo. Non so di chi sia e che cosa sia, ma so che non è quello in cui posso rispecchiarmi, nemmeno criticamente. E’ certamente un mio limite, è certamente la mia ignoranza. Ma è così.

Le curve inverse andranno avanti a lungo, in questa od in altre legislature, sotto questo o diversi governi perché non si è fatta nessuna riforma seria, perché non si è creata nessuna nuova squadra, perché gli interessi di chi governa davvero il sistema occidentale non contemplano in alcuna forma ed in alcun modo il ruolo centrale della Cittadinanza.

Andrà avanti così a lungo sempre che la curva crescente della guerra non soverchi del tutto la curva decrescente dell’intelligenza, della diplomazia, del dialogo.

Sempre che Netanyahu non spiani Teheran con la sua atomica o che le armi difensive regalate dagli yankee agli oligarchi ucraini, non colpiscano Mosca.

In tal caso, come spesso penso e mi permetto di dire, avremmo tutti libero accesso alla fornace.

Ed un pochino mi secca.

 

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