Del Distanziamento e della Conversione

di Corrado Fois - Liberacittadinanza - 13/05/2020
“Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.” (Albert Einstein) - “Il cerchio è la distanza più lunga tra due punti uguali “ ( Tom Stoppard )

Passiamo, tra Stato e Regioni come sempre disuniti e rissosi, alla Fase due. Voglio assicurarmi un ritorno alla normalità e perciò abbandono le mestizie pandemiche e ritorno a riflettere ( parola grossa nel mio caso.. ) sulla cronaca di questi giorni sospesi. Parto da qualche piccola e facile considerazione sui nostri rappresentati. Quelli a cui, per avverso fato ed erroneo voto, abbiamo consegnato la Repubblica in una fase così complicata. (…oops ..a proposito .. hush hush un’altra Repubblica , quotidiana , è stata consegnata si sa bene a chi, ma forse si deve ragionare sul perché e sul come ). Utilizzo, come filtro, una parola nuova che abbiamo imparato in questi giorni di arresti domiciliari : distanziamento. In conclusione del pizzino utilizzerò un altro termine rieditato in questi giorni … conversione.

Distanziamento è un termine rotondo, un filino desueto, che suona come un “o famo strano” in bocca ai politici italioti che arrancano goffamente lungo le impervie rive della nostra sintassi ( vabbé ..non è che pure io..ma lasciamo perdere ). Potremmo tradurre distanziamento come : l’effettivo prodotto del frapporre distanza ( cfr. Treccani ). In cosa consiste? Facciamo un paio di esempi

Salvini e la verità

I bugiardi sono più vicini alla verità degli stupidi, perché almeno, negandola, la conoscono. Salvini non la conosce. Il soggetto è peculiare. Distanziato da sempre dalla realtà comune, incapace di interpretarla in modo compiuto e di trasmetterla con onestà intellettuale ( ?? ) ha imparato a riconoscere superficialmente solo le cose più ovvie che trasmette , con un lessico ridotto, ai suoi accoliti. Il male dell’Italia è da sempre lo scarso senso di responsabilità e l’epifanico ne è puro esempio. Davanti ad uno sfascio senza precedenti, a decine di migliaia di morti , con un Paese precipitato in un evento che tutti , io per primo, non avevamo ben compreso il leghista in mutande si esprime al suo meglio: sparge veleno, amplifica ansietà, insulta e poi frigna per le reazioni, come i bulletti di strada presi a sberle, e semplifica costantemente in modo distorto le attualità complesse. Tuttavia mi pare che abbia almeno compreso, mentre Zaia lo pressa da dietro, che sta rischiando un altro distanziamento , quello in atto tra lui ed una vittoria personale che aveva a portata di mano ed ha dissipato. Shakespeare scriveva un pensiero intelligente si addormenta in un orecchio stupido. Fortunatamente.
Meloni ed il buon gusto

Aho a belli damise na mossa .. Giorgia, la mamma nazionale, in queste settimane è esplosa in tutta la sua virulenza. Felice della crescita nei sondaggi dei suoi fratelli gongola come la sora Assunta che al mercato ha comprato i carciofi in saldo. Rappresentante della destra nazionale ( la nostra ovviamente, non quella vera.. ) ha imparato due tre cosette che le hanno scritto e che ripropone in varie salse , all’amatriciana/ cacio e pepe/ ar sugo, salvando un po’ di forma. Non appena cambia il contesto, ed è forzata alla creatività personale eccola scivolare nel becerume … ne cito un esempio. “Conte scorretto e scomposto, dice menzogne”. In nessun Paese europeo si possono sentire frasi più goffe e sgraziate che rivelano cattivo gusto e incapacità di rispettare i toni adeguati alla Politica, quella con la P maiuscola. Le si addice una frase di Mark Twain non ho mai permesso che l’istruzione interferisse con la mia educazione. Eggià.

Berlusconi e lo stato

Cito dal Fatto Quotidiano di qualche giorno fa … ”Un tweet viene cancellato e riproposto, con identico testo, pochi secondi dopo: “Sto partecipando ai lavori del Parlamento europeo che è riunito da remoto. Abbiamo discusso e stiamo votando provvedimenti finalizzati a fornire una risposta concreta all’emergenza Covid-19. L’Unione europea deve muoversi rapidamente e con coraggio“. Questo il testo sia nel primo che nel secondo messaggio. Solo che nel primo messaggio si vedeva, dipinta su un quadro appeso sulla destra, una natica. “ . Berlusca e lo stato, dell’arte.

Renzi e la buona fede

Credo che passerei sopra la mala fede dell'avversario se solamente avesse la buona fede di riconoscersi tale.” Per questo tipo esotico basta l’eloquente frase del biologo Jean Rostand .

Conte e la chiarezza

Forse si sta rivelando meglio di come mi era apparso all’inizio a causa della mia cronica faziosità. Tuttavia resta assai lontano da quello che immagino sia il principio della chiarezza : cos’è la situazione, come la gestisco, che obiettivo mi do, cosa faccio subito e cosa farò dopo, come misuro i risultati. Vabbè non si nasce leader , lo si diventa con lo studio e l’applicazione. Ammetto che non ha avuto tempo di maturare e si è trovato precipitato dentro l’impensabile. Suggerisco una breve lettura di Peter Drucker ( il management della società prossima ventura, Franco Angeli ed ) ed una sua frase Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.

Ed il distanziamento più serio … L’Europa e la solidarietà

Non importa quello che si è deciso, non importano le divergenze di opinioni, gli interessi contrapposti, i piccoli egoismi di chi chiede come di chi nega. Non importano i negoziati ed i loro esiti sempre parziali, perché ormai l’Europa si è rotta, come un meccanismo che ha sgretolato i giunti di connessione, come un corpaccione che ha perso anima ed energia coibente. Potremmo trovare mille perché tutti egualmente validi se ognuno viene letto dal punto continentale dove poggiano i piedi, ma sarebbe un esercizio sterile e riduttivo di fronte al più grande fallimento storico, allo svanire della più grande e stupenda utopia della nostra epoca. Nel recinto sbrecciato di un Continente da sempre in conflitto Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia sono confusamente d’accordo nel volere una nuova alleanza solidale , l’Olanda , patria della truffa fiscale, di contro gigioneggia sulle stabilità finanziarie con i Paesi del Nord a far da coro, ma sono solo le marionette del puparo tedesco. Lo scontro finge di risolversi in un ambiguo decisorio, ma la sostanza del fallimento non è più mascherabile. Inutile restare abbracciati ad un sogno che è diventato un’agonia. Non c’è più Spinelli, non c’è Khol, non c’è più Mitterand. Abbiamo, nei vari governi, un pugno di mediocri ragionieri ognuno insidiato dai populisti locali che mordono il consenso elettorale. Dream is over.

Ed allora perché non ne prendiamo atto? L’Europa è afflitta dalla paura della separazione, accompagnata dall’incognita dei diversi schemi costituzionale e parlamentari che, tutti, reggono male l’urto del cambiamento in tempi nei quali la velocità di risposta e di azione è determinante. Non è più chiaro a che condizioni decine di Nazioni possano restare dentro un sistema alla tedesca che è diventato evidentemente autoreferenziale. Quale prezzo i vari Governi saranno chiamati a pagare per sostenere una relazione sghimbescia ed asimmetrica come quella tra Nord e Sud del Continente? Nessuno lo dichiara ed appare evidente quanto il timore del peggio blocchi la ricerca del giusto.

Il problema non è tutto politico e gestionale. E’ una crisi prodotta dallo sgretolamento dei valori fondanti. I mesi che ci aspettano saranno difficilissimi dal punto di vista economico, ma non è per questo che è fosco l’orizzonte. Nel dopoguerra l’ Europa uscì brillantemente da rovine ben peggiori di quelle attuali, ma aveva politici esperti al comando, ideali forti e diffusi, una comunicazione di massa tanto rigida quanto chiara. Tutte cose che non abbiamo più. Ed è questo che temo : l’inconcludenza dei parlamenti attuali, la mancanza di fiducia nel futuro del Cittadino alimentata quotidianamente da un’informazione che ovunque è ormai peggiore del circo delle pulci . Senza il combinato disposto tra scelte strategiche e fiducia istituzionale, addirittura più importanti dei soldi e dei debiti, temo che imploderemo. Forse più che un piano Marshall servirebbe un piano continentale che coniughi investimento, sburocratizzazione, efficienza decisoria interna ed aperture internazionali . Ma chi dovrebbe immaginare e poi concretizzare questo nuovo slancio sono i quattro improvvisati che purtroppo ormai conosciamo bene.

Perciò, prendendo atto che l’Europa è scoppiata, speriamo che i ritagli di questo accordo al ribasso ci consentano un minimo di sopravvivenza e che questa ipocrita parvenza di trattato tenga lontano lo spettro di una frammentazione e della conseguente marginalità che renderebbe il potere mondiale in mano a Cina , Usa e Russia. Nel frattempo , visto che al Cittadino vien dato solo il ruolo di spettatore, continuiamo a stare sul balcone a cantare nessun dorma, e battere coperchi e pentole sperando di restare distanziati non solo dal virus ma anche da qualche altra nuova guerra, in varie forme, che forse si profila all’orizzonte

Ed infine passo alla conversione , tema che in questi giorni offre spunto per alcune considerazioni.

Tra applausi ed imbarazzi rientra in Italia Silvia Romano, o Aisha , come preferisce essere chiamata ( auguri..le complicazioni con la burocrazia ed il fisco italioti saranno clamorose ) . Per me sono più interessanti gli imbarazzi.. perché gli applausi fanno parte ormai del rito dei distanziati . Applaudiamo dai balconi, in video chat, nelle radio ..presumo ci faccia sentire vivi e partecipi.. o anche solo sentire. Personalmente sono contento cha Aisha abbia salvato la vita, ma faccio fatica da vecchio testone a capire la claque. Cosa applaudiamo, mi domando … l’efficienza dei nostri servizi con aggiunto eventuale riscatto? L’ efficacissima diplomazia italiana? Oppure lei . E se applaudiamo proprio lei, perché lo facciamo? Si applaude chi ha avuto coraggio e l’altruismo di andare laggiù a dare una mano, subendo la violenza di un sequestro, o chi ha il coraggio di ritornare in altra veste nel proprio Paese, soffrendo un vero e proprio linciaggio morale... Le due questioni hanno radici e ragionamenti diversi non mescolabili. Consideriamo il primo aspetto, la cooperazione.

Prestare opera di volontariato nelle nostre od altrui periferie è assolutamente meritorio. Va considerata una libera scelta, di natura morale e politica ed il fatto che comporti dei rischi deve essere messo in conto da chi la compie e gestito, in termini preventivi, da chi organizza la cooperazione. L’allora Silvia doveva averne piena contezza e chi l’ha mandata piena responsabilità. Sappiamo infatti che chi opera nelle nostre periferie rischia di beccarsi una coltellata se inciampa nello spaccio e lo disturba mentre nelle periferie altrui, incontra rischi ancor più corposi, complicati dalle differenze culturali, valoriali, comportamentali. Non sta a me sindacare perché Aisha sia andata lì a portare la sua opera e non qui, poiché appunto sono scelte, ma temo che lo abbia fatto con un eccesso di entusiasmo ed un difetto di programmazione e preparazione. Ne ragiono tra un istante. Non ha comunque smesso di correre rischi a termine dell’odioso sequestro .. ne vive altrettanti ora, rientrando a casa sotto un velo islamico.

E qui il secondo aspetto..la conversione come atto pubblico, dunque politico. Il cambio di rito religioso ha trasformato, agli occhi degli italiani, la vittima in complice .C’è stato una specie di choc sociale che sintetizzo con una frase colta al volo “ abbiamo speso soldi per portarci a casa un’altra musulmana “ . E ’ stato semplice accettare per il pubblico italico, a suo tempo, la conversione inversa di Magdi Allam. In questo caso c’è invece feroce accanimento ..e ipocrita silenzio. Fin troppo ovvia la ragione . In aggiunta il caso ha un’aggravante, per questa nostra sempre ignobile società, che Aisha sia una donna. Per fortuna non bazzico quel frullatore di cazzate che sono i social e mi sono risparmiato così le prevedibili oscenità idiote riversate dai vari vermi da tastiera. Ma non solo quella cloaca pubblica è stuzzicata dai commenti velenosi, anche nella stampa vedo svolazzare commenti indegni e non sono solo circoscritti ai soliti idioti di firma nota. Immagino che potrà accadere nei dibattiti televisivi, con l’inevitabile Santaché ( li scanserò accuratamente )… ma vedo che Aisha è già tentata dall’ infilarsi nell’elettrodomestico per dare spiegazioni e giustificazioni e forse per un po’ di altro … perché non c’è nulla di più variabile delle convinzioni assolute, e l’innocenza semplicemente non esiste.

La vicenda , che mi ostino a considerare personale, ha un altro aspetto cui accennavo prima. Le forme della attuale cooperazione, ad esse ritorno per concludere.. Andare in un mondo diverso per viverci ed essere di aiuto richiede rigorosa preparazione .Se ti muovi come un dilettante, spontaneamente, spinto solo da pulsioni personali, se dimentichi che anche la cooperazione volontaria, anche l’esercizio della bontà richiedono competenza ed addestramento, disciplina e prudenza ( basti ricordare la durissima e disciplinatissima Madre Teresa ) allora diventi controproducente. E lo diventi soprattutto per chi vorresti aiutare, per quelle popolazioni locali, disperate e perdenti, che necessitano di attenzione e rispetto e non di rancore e sospetto. Che già si è sentito rimbalzare nei vari commenti dei soliti politici.

Che Aisha eserciti la religione che si è scelta da adulta in sostituzione di quella che le hanno insegnato da piccola sono fatti suoi .. che si lascino andare in giro ragazzi impreparati è invece faccenda collettiva. Chiunque decida di imbarcarsi in un’attività di cooperazione , per mestiere o volontariato, deve essere valutato bene e se non è preparato a sapersi gestire, se non è di corpo e mente forte è meglio che stia a casa. O vada alla stazione di Milano, o nei campi dei braccianti immigrati più o meno regolarizzati ..dove ad ogni ora c’è bisogno di una mano e di un controllo vigile, costante, onesto.

E’ vero che uno stato correttamente laico non può decidere il destino individuale dei propri Cittadini, ognuno è giustamente libero di esprimere le proprie scelte e può andare aldilà del sottoporsi a valutazioni di adeguatezza.. ma allora vada libero ed … uniquique suum

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