Basterebbe da sola, senza nessun altro commento, questa stupenda frase di Terzani , così lucida, diretta ed onesta, ancora così drammaticamente attuale. Basterebbe da sola a dare i brividi e scuotere coscienze se parlasse a gente che ancora mostra un briciolo di onorabilità. Ma questa gente, politici, giornalisti, opinionisti, brave massaie con le mascherine e prelati con l’amuchina, non ne ha più nemmeno un’oncia.
Basterebbe forse , se questa danza macabra dedicata al virus non avesse trascinato nel suo gorgo ,come una tromba d’aria, tutto il residuo buon senso e quel minimo di onestà intellettuale che almeno speri di vedere nel prossimo e nella comunicazione di massa.
Ma siccome nessuna coscienza viene più scossa dai veri e silenziati drammi rievochiamo alcuni semplici terribili dati . Superano quota 3 mila i decessi legati al coronavirus in 65 Paesi al mondo . L’hanno detto ieri in più di trecento ore di varie televisioni, da Rai1 a Tele Condominio. Trecento ore di collegamenti fuori dagli ospedali, di chiacchiere degli esperti, conferenze stampa della protezione civile, dibattiti-pollaio conditi dalle insulse frasi fatte snocciolate da politici improvvisati., di finti pentimenti dei giornalisti sciacalli ora pentiti dal panico generato con le loro sparate senza pudore. Un deforme crescendo di duplicazioni, contraddizioni, puttanate e manipolazioni. Tremila vittime. Detesto il computo dei morti, perché uno è già troppo, ma oggi ci riduciamo persino a questo indecente calcolo di vite. Ed allora facciamo il conto del vero dramma.
Nella generale disattenzione , ho visto forse dieci minuti di parole in tutti i caroselli televisivi ( meno di quelle dedicate alle polemiche sul calcio a porte chiuse ) 1 milione e mezzo di Siriani stanno morendo di stenti. Centinaia di migliaia di bambini moriranno di assideramento nelle prossime settimane. Intrappolati nel corridoio tra Siria e Turchia, vittime di una guerra voluta da Barack Obama, che aveva l’unico merito di essere di colore e per questo, in un mondo razzista, è stato esentato da ogni critica , proseguita dal dittatore Putin e dal suo servo Assad, riaccesa dal macellaio Erdogan .
Nessuno parla seriamente di questa vera strage, di questo orrore vero. Nessuna arena, nessun agorà, nessun tiggì. Poche ipocrite parole buttate in fretta e subito il bavosetto di turno sillaba guardando la telecamera .. e dopo la pubblicità torneremo a parlare del coronavirus. Palinsesti a costo zero che infarciscono ogni tv e rendono profitto netto ogni sciagurata interruzione pubblicitaria. Nessuna umana pietà è presente, nessuno sforzo di adesione morale a chi soffre davvero la guerra e la carestia, a chi davvero ogni giorno rischia la propria vita. L’Europa capitalista, grassa e laida come i disegni di George Grosz, tremebonda davanti alla polmonite, nemmeno ricorda le vittime civili di una guerra indegna ed atroce. Eppure è facile trovare i dati, anche un giornalista televisivo ci riuscirebbe! Per saperne qualcosa basta consultare il sito del Syrian Network for human rights. Siamo oltre il mezzo milione di morti. In sette anni. I profughi sono 5 milioni. Famiglie disintegrate, storie personali azzerate, bambini senza futuro smarriti e minati nel cuore e nel corpo che scorrono in un lungo fiume umano nei boschi ghiacciati che dalla Turchia portano in Grecia.
Inghiottito dalla bolgia sulla polmonite sparisce anche il dramma del Mediterraneo. Alle porte di casa nostra. Negli ultimi cinque anni sono morti in mare più di 17000 Migranti. Più di 3000 ogni anno. Più del terribile morbo che ci propinano in ogni dove, ad ogni istante.
Da ogni parola spesa in queste migliaia di ore in diretta trapela l’essenza immorale di questo mondo, l’egoismo cieco della gente, la viltà l’opportunismo ed il servilismo dell’ informazione. Ho visto un servizio incredibilmente lungo sui danni al turismo, ho sentito una insopportabile litania sulla difesa del made in Italy. Un dibattito assurdo sul fatto che adesso gli untori siamo noi. Ho visto un rozzo governatore infilarsi maldestramente una mascherina. Immagini che mai avrei voluto vedere, parole che mai avrei voluto sentire.
Ed ora il disgusto supera la voglia di polemizzare, la nausea cancella l’indignazione e la trasforma in rabbia profonda che annulla ogni possibile patteggiamento, ogni possibile comprensione per una società siffatta.