Giugno 1981 . Un bambino cade in un pozzo, si tenta di salvarlo in mille modi e senza successo. Una storia terribile, data la giovane età della vittima. Una storia disperata. Una tragedia umana , familiare , diventata un grande affare mediatico. Ore di diretta televisiva, terribile, angosciante. Tutta Italia soffre in diretta con la famiglia e per quel piccolo, ipnotizzata dall’assurdo che talvolta la vita impone. Pertini, persino lui , accorre sul posto. Un giorno o più di diretta televisiva che riempie occhi, cuore e menti. Indimenticabile dramma che ricorre dopo 40anni in questi giorni.
Lavoro da qualche anno nella più grande azienda italiana di largo consumo, sono nell’ ufficio di Alfonso, il responsabile della comunicazione, un navigato pubblicitario ed un esperto di marketing. Ha quasi 50 anni, io ne ho 28 e sono ancora gonfio dell’emotività che i lunghi anni 70 anno lasciato in me. Uomo di estrema sensibilità, ma di concreto pragmatismo Alfonso guarda con me la tv che , per ragioni del suo mestiere, ha in un angolo della stanza. Siamo in silenzio. Accende una sigaretta , mi guarda. Commenta. E’ una storia terribile .. ma stanno nascondendo qualcosa..
Aprile 1981. Ciro Cirillo viene rapito dalle Brigate Rosse. E’ un pezzo da novanta della DC. Uomo di potere. Uomo di tessiture. Presidente della Regione Campania dal 1969 al 1975. Una carriera vissuta a fianco di Antonio Gava. Cirillo è stato responsabile in tutti i gangli della circolazione di denaro pubblico, per decenni. A capo dell’edilizia popolare, degli acquedotti, dell’industria , dell’urbanistica. Da mesi Napoli sta cercando di sanare le terribili ferite fisiche lasciate dal terremoto dell’anno precedente. Interi quartieri devastati, il centro storico inagibile, le periferie abbandonate a se stesse. La gente vive dove può come ai tempi della guerra, dopo i bombardamenti. Si temono altre quattro giornate di insurrezione , questa volta contro lo Stato. Il governo ha perciò stanziato una cifra enorme ed il denaro circola rapidamente.
Cirillo verrà liberato nel Luglio del 1981 dopo una trattativa che ha visto un triangolo mortale ed inquinato.. Brigate Rosse, Democrazia Cristiana, Camorra.
In quei terribili giorni di Giugno, quando la tragedia di Vermicino diluvia attraverso la televisione siamo in piena bagarre mediatico politica. Il PCI da mesi attacca frontalmente la gestione dei fondi del terremoto ed il rapimento di Ciro Cirillo rende evidente la gravità della situazione e lo scandaloso accaparramento politico camorrista dei finanziamenti alla ricostruzione.
La DC , che ha chiuso gli occhi davanti al rapimento dello scomodissimo Moro, si impegna a fondo in una articolata trattativa. Per arrivare alle BR , i cui leader dichiarati sono in carcere, coinvolge sia Cutolo, il capo indiscusso della camorra, che la sempre invasiva P2 , la loggia di Gelli legata ai servizi segreti internazionali della NATO.
Lo rivela l’inchiesta del giudice Carlo Alemi. Il magistrato, chiamato a dirigere l’indagine, fruga nei fatti e legge nelle evidenze, interpretando i collegamenti sottesi .
Lo fa professionalmente senza nessuna pregiudiziale politica, ma senza accettare pressioni o condizionamenti. Così scoperchia una pentola terribile. Dai fatti emerge che già all’indomani del sequestro il SISDE ( servizio informazioni sicurezza democratica ) ha inviato due funzionari a gestire il caso. Si recano in prima istanza, immediatamente da Cutolo, al carcere di Ascoli Piceno dimostrando così ,nei fatti, quale relazione intercorra con quella gente. Onorevoli campani del Partito Comunista chiedono con insistenza che gli atti dell’indagine vengano resi pubblici. Senza successo.
L’inchiesta Alemi rivelerà nei mesi a seguire, drammaticamente, la rete di fili intessuta dalle parti in gioco dimostrando come, in quei convulsi giorni da maggio a luglio, lo Stato sia intervenuto direttamente nella trattativa e come la camorra e la massoneria piduista siano gli artefici dello scambio denaro contro Cirillo, messo in campo per chiudere la vicenda e silenziare ciò che essa conteneva : la gestione dei soldi della ricostruzione..
Mentre tutto questo ambiguo trattare è ancora in piedi e la sinistra e la destra di allora chiedono chiarezza, mentre la DC tratta con la peggiore specie di furfanti , siano essi ammantati di terrorismo politico o schiettamente criminali, bisogna sviare l’attenzione dell’opinione pubblica . Sviare l’Italia intera ancora scossa dalla bomba di Bologna e dall’aereo abbattuto ad Ustica . I fatti terribili dell’estate precedente.
Ognuno di noi , in quel momento, guarda sconcertato a Napoli. A quell’ambiguo rapimento. A quel clamore su un nome buffo che fuori dalla Campania pochi conoscono perché il potere vero è sempre in ombra.
Ed eccolo il caso. Ecco il bambino nel pozzo, il peggiore incubo nella vita di tutti. Ecco ciò che può servire per far guardare altrove. Per sottacere un evento esplodendone un altro di contenuto emotivo dirompente.
Emilio Fede è da aprile 1981 il direttore del telegiornale rai. Invia immediatamente una troupe sul posto. Calano telecamere nel pozzo, impiantano il circo mediatico intorno al luogo della tragedia. Un terribile singolo caso che mai avrebbe attratto l’opinione pubblica ( infatti, stessa sorte accade ad altri bambini pochi mesi dopo senza alcuna attenzione particolare da parte dei media ) diventa il diluvio di cui parla Chomskj. L’esplosione che fa voltare la testa a tutti. Il qualcosa per nascondere che Alfonso mi indicava.
E’ Fede che decide questa gigantesca operazione di comunicazione, mai vista prima? Ci vuole fede davvero per credere nell’autonomia di un direttore Rai. Sembra uno stile quasi copiato dal film l’asso nella manica con Kirk Douglas. Qualcuno oggi dice che proprio allora nacque in Italia la televisione del dolore. In realtà il caso Vermicino, su cui oggi si costruiscono fiction buoniste, è l’ennesimo episodio di disinformazione nel nostro Paese da sempre frontiera di ogni sorta di guerra di spie.
Guardiamo i nomi di allora. La Dc è al governo con Forlani. Subito dopo verso la fine di Giugno arriverà Spadolini. Il ministro dell’interno è Rognoni , all’industria Piccoli. Antonio Gava è la guida della DC campana e della grande corrente di potere che monopolizza l’intera DC nazionale. Giuliano Vassalli dichiarerà nel 1988, nel ruolo di Ministro di Grazia e Giustizia, Hanno partecipato in massa alla trattativa ..Libero Gualtieri , riferendo alla commissione antimafia negli anni novanta, dirà che vi erano stati fatti di gravissima degenerazione e deviazione dei nostri servizi di sicurezza.
Ma chi li aveva autorizzati, diretti, gestiti ? E’ tutta la Dc che va sotto processo.
E sull’informazione, lo strumento di distrazione di massa ? Il direttore generale della Rai è Villy De Luca, il direttore del TG1 come detto Emilio Fede. Su di loro incombe il giudizio feroce della stampa di opposizione ..li indica come autori di una evidente manipolazione. A luci spente verranno poi rimossi .
Ma non sono solamente questi i nomi da ricordare.
Ciriaco De Mita esponente di spicco della DC, celebrato a sinistra per il suo essere intellettualmente aperto ( sic ) dichiarerà qualche anno dopo i fatti , nel pieno del processo ed in carica come presidente del consiglio che Alemi si era posto al di fuori del circuito istituzionale. Il Giudice dichiarerà, mesi fa in un’intervista a Repubblica, sono vivo per miracolo. Dice tutto di quella spregiudicata pastetta.
Non c’è altro da aggiungere. Ho scritto queste note al volo e sono certo che hanno mille lacune. Chi vuole può andare a rileggere tutti i fatti su internet. Uscirebbe da questa piccola indagine con un profondo disgusto per l’eterno ripetersi di questi orditi politica- informazione- corruzione- manipolazione. Per questo usare costantemente il potere mediatico per sviare ogni crescita della coscienza. La diseguaglianza si nasconde dietro i virus , la corruzione dietro terribili incidenti , Moro dietro le Brigate Rosse.
Passano gli anni e noi invecchiamo. Ci perdiamo dentro le nostre vite. Seguiamo il vento. Altri non invecchiano mai, cambiano solo faccia e nome sostitutivi come cloni. Altri non si perdono mai ed altri il vento lo creano. Ma non c’è più quasi nessuno da questa parte della libera informazione che punta i piedi, che chiede nomi , che si batte per la trasparenza.
Intanto il Copasir , il comitato per il controllo sui servizi segreti, per la legge dei contrappesi va all’opposizione. L’unica rimasta dunque a Fratelli d’Italia. La scelta è per Adolfo Urso. Giornalista, esperto di carta stampata e di informazione, missino da sempre.