Vive la France!

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 02/05/2023
Aux armes et caeterà – Serge Gainsbourg

Con la Francia ho da sempre un rapporto complicato che alterna ammirazione e irritazione. I francesi mi piacciono. Sono orgogliosi ed antipatici, centrati sul sé soggettivo. Appaiono litigiosi anche intelligenti e caustici ed hanno il sussiego seccante di chi è convinto di essere il sale della terra. Un po' come lo siamo noi mediterranei, sardi o siciliani. Parigi è la mia città amica, quella che sento un po' casa, molto meno di Cagliari o Palermo, ma più di Roma. L’ho vista 50anni fa da ragazzo di provincia e da allora ho un rapporto costante. E’ l’unica città europea che ha vissuto quattro rivoluzioni di Popolo. Due di grandissima portata storica, due minori. Lo senti nell’aria. Così come a Roma respiri il venticello ambiguo della partitica e del potere papale. Per i primi dieci anni di amicizia ho vissuto la città da studente e viandante squattrinato, nei suoi quartieri poveri come Sarcelles, dopo i confini di Saint Denis, o nel centro storico del quadrato di San Michel con le case comune. In quelle vacanze ho avuto modo di conoscere la gendarmerie. Ricordo una fuga memorabile durante gli scontri a Nanterre. Era il lontano 1973, ma ad occhio e croce per via tibbù o per i racconti del mio amico Cedric, dit Eric, compagno di altri tempi, i gendarmi hanno lo stesso piglio disinvolto di allora. Menano come fabbri. Perciò, quando si vedono gli scontri di Parigi si può pure dire che sono il prodotto dei casseurs o delle frange estremiste, ma si deve ricordare che davanti alla manifestazione non è schierato l’asilo Mariuccia. Il concetto di provocazione ha almeno due facce, se non tre. Lo sa bene chi la piazza l’ha bazzicata.

Le manifestazioni che da mesi, mesi!, scuotono la Francia sono la prova evidente della vitalità antagonista del Popolo francese. Per questo, nonostante la disaffezione elettorale ed il verticismo di un’istituzione come la presidenza simile ad una monarchia a tempo, la democrazia francese è viva. Noi no. Posto che, come ebbe a dire Monicelli, l’Italia non conosce il riscatto rivoluzionario, posto che noi – la nostra generazione – si è dissanguata con quasi due lustri di scontro senza esito, resta comunque incomprensibile come ormai da più di vent’anni puppiamo, solo con qualche mugugno, l’insopportabile.

Parallelismi inopportuni

Eppure avremmo di che incazzarci. E non con questo governo che è solo l’ultimo responsabile di una caterva di errori e sciatteria. Costoro sono mediocri fasciobigotti, così come i precedenti erano puttanierobigotti o pastettarobigotti. Intendiamoci: non ho nessuna intenzione di perdonare quest’ultimi ..è che personalmente ( dunque irrilevantemente ) condanno anche gli altri.

Facciamo dei piccoli, inopportuni, parallelismi tra i nostri contigui europei e la nostra situazione misurando la capacità di reazione ed opposizione almeno su due temi cruciali, i morti sul lavoro e la nuova povertà. Misuratori, tra i più importanti, della qualità della politica. Nel suo senso più vero e dunque più nobile.

Nei primi tre mesi dell’anno 2023 in Italia abbiamo avuto 196 morti sul lavoro. Un orrore, ma non siamo quelli messi peggio. Ecco una fonte ( OpenPolis- genn.2023 ) Il Portogallo è il primo paese UE per numero di incidenti in rapporto alla popolazione (2.814 ogni 100mila occupati). Seguono Francia (2.597) e Spagna (2.304). Con 1.037 infortuni, l’Italia si attesta leggermente al di sotto della media Ue

Con questi dati si coniuga un’altra ricerca aperta sui dati del 2020, gli ultimi presi in considerazione dall’Eurostat. Nell’Unione europea si sono verificati complessivamente 2.735.566 infortuni non mortali e 3.355 infortuni mortali, in poche parole, un morto ogni 815 infortuni. ( nota personale: percentualmente più del covid, con infinitamente minore attenzione da parte dell’informazione!) . Il vice segretario generale dei sindacati europei, Claes-Mikael Stahl,  dichiara che i ricercatori prevedono che i decessi sul lavoro continueranno a crescere nei prossimi anni in Italia e in Ungheria e non saranno mai eliminati in Spagna e Francia. Se gli incidenti mortali proseguiranno allo stesso ritmo del decennio precedente, tra il 2021 ed il 2029 le morti in Europa ammonteranno a 25.166, di cui 4.664 in Italia. ( Jacopo Perrone- 20 ap 2023- MentiInFuga ).

Cosa si è fatto in Italia? Poche attenzioni, notizie sfumate, zero dibattiti a tema, qualche parolina commossa e retorica nei concerti. C’est tout. In Francia scioperi, in Germania nuovi controlli, in Portogallo il governo di sinistra ha proposto di elevare la soglia di responsabilità padronale. Esiste poi – nel triste calcolo - il problema dell’under rating, cioè la sottostima prodotta dal non denunciato. Quanti sono gli infortuni che toccano agli immigrati? Difficile a dirsi perché non esiste un’analisi sul lavoro sommerso. Cosa si fa? Niente di concreto. Non ce l’ho con Landini che mi pare una brava persona, osservo sommessamente che non mi frega niente di dare dell’ipocrita alla Meloni. E’ un eccesso di attenzione personale. Mi importava di più vedere sul banco degli imputati per omicidio colposo i vari responsabili del dicastero del lavoro ed i premier. Almeno degli ultimi 20anni. Tutti. Importava di più vedere in piazza i sindacati sul tema. Importava di più vedere proposte di leggi severe. Ma così butta la politica di opposizione in Italia.

Diceva Bowen, si è vero piove sul giusto e sull’iniquo, ma sul giusto di più perché l’iniquo gli frega l’ombrello. Finché il giusto non si incazza. Evabbè.

La nuova povertà ( poi nuova mi pare un aggettivo ottimista ) è figlia dell’eccesso di arricchimento. Assunto che il denaro è come una barra di metallo, se la tiri da una parte viene via dall’altra, se c’è chi muore di fame è perché esiste chi si può costruire astronavi, come Bezos, o panfili coi cessi d’oro, come gli sceicchi del petrolio o la mafia russa. Non c’è uno straccio di legge che colpisca i grandi accumulatori di denaro. Non è un reato. Ma come! Nella UE si può sanzionare un governo che non utilizza il surplus di bilancio ( si può ma non si fa ) e non si può perseguire chi accumula ricchezza in modo abnorme. Dice il saggio: ma come stabilisco il concetto di abnorme? Basta la vista. Se uno a caso, chessò..Zuckemberg?.. ha un portafoglio personale di 200 miliardi, che da solo cuba il pil di tre o quattro stati africani, forse il concetto abnorme appare più chiaro. Come lo perseguo? E io che cavolo ne so, mica faccio l’avvocato, dico solo che non sono accettabili leggi che consentono ad uno di nuotare nelle banconote ed all’altro di frugare nei cassonetti per mangiare. E’ una frase demagogica? E sai chi se ne frega!

In Italia che si fa? Si revoca il reddito di cittadinanza. Per carità era una cosa sconclusionata, fatta e gestita coi piedi dalla banda del ministro Di Maio, praticamente il gruppo vacanze della parrocchia. Ma era la via giusta. La Meloni dice con piglio manageriale .. togliamo la carta a chi potrebbe lavorare per darla a chi non può. Quando ho finito di ridere veniva da piangere. Forse si può osservare che il piccolo dettaglio sta nella natura del lavoro. Tutti possono consegnare pizze, o fare i bagnini per tre mesi, o servire caffè ai panciuti progressisti di Capalbio. Tutti. Ma ci costruisci una società futura con queste cose? E’ questa l’applicazione del pomposo articolo 1 della Costituzione? Andiamo bene. In Germania, Francia, nel resto d’Europa esiste il reddito minimo, ed esiste il salario minimo. Non sono stati regalati dagli illuminati, sono il frutto di aspri confronti di piazza anni fa. Sono l’esito del conflitto di classe.

Da noi? Beh è vero, da noi sindacati e progressisti l’hanno chiesto. Gli hanno risposto no ( nell’ordine Prodi, Berlusconi, Draghi etc ) ed i virtuosi, cortesi, hanno detto.. Vabbè grazie, ne riparleremo. Santa ed inutile pazienza.

Vive la France

Primo maggio di piazza a Parigi e di canzoni a Roma. Cultura e dunque lodevole, ma come diceva Jannacci trattasi di canzonette. Un bidet alla coscienza. Con tutto il rispetto per onesti artisti. Sono due termometri infilati nel corpo del conflitto di classe. In Francia lo si pratica da noi lo si mette in rima.

Del resto in Francia il capo dell’opposizione si chiama Jean Luc Mélenchon. Jean commentando gli scontri ha detto subito la violenza è cultura di destra, ma era accompagnato in queste riflessioni della sua parte a sinistra, giacobina che commentava: la responsabilità dello scontro attuale è tutta del governo, che è all’origine dell’aggressione al mondo del lavoro e ai giovani. In Italia il capo dell’opposizione chi è? Non lo so. Conte? Mah! Schlein? Devo dire che sono un po' confuso sul tema Ely. Anche per l’altalena stramba di dichiarazioni. La Schlein dice che il governo schiaffeggia la precarietà e poi dichiara altrove che si paga una consulente in armocromia per il suo abbigliamento.

Lungi da me farmi i fatti privati degli altri, ma se sei un capo politico e li rendi pubblici, beh..il commento è lecito. Tre cose: 1- ma chi se ne frega? 2- visti i risultati cambia consulente. 3- davvero non c’era altro da dire nel quadro generale, ed in subordine, non era meglio evitare il giornale in questione ed il tema nello specifico? Mah!

Forse non vi è contezza del contesto drammatico, o peggio il dramma è che non vi è contezza del contesto. Né del ruolo che ha il capo dell’opposizione. Né cosa sia opposizione. Neppure del come si fa opposizione. Ed infine.. a chi ci si oppone. Perché in Francia, vive la France!, ci si scontra con le politiche sociali di un governo liberale e lo si fa con l’opportuna determinazione. In Italia, signora Schlein, al contrario ci si confronta con la destra sovranista e nazionalista. E’ un filino diverso, o no?

La Francia da lezioni all’Europa sull’antagonismo. Bisognerebbe capirlo, elaboralo e seguirlo. In Spagna ieri ( 1 Maggio ) la piazza gridava o salario giusto o scontro continuo. Non sono parole, chi conosce l’animo spagnolo lo sa bene.

Vive la France. Senza riserve, al netto del moralismo che sento tra gli italici progressisti sugli scontri di piazza, a Parigi e nel resto della Francia si fa opposizione vera. Ai progressisti e limitrofi mi si consenta di ricordare una piccola verità popolare. Lor signori, si scende in strada in centomila e per logica statistica 300 coglioni o prezzolati li trovi sempre. E che diamine, non si sta a casa per questo rischio! Si mette un servizio d’ordine come si deve e la polizia non serve.

Servizio d’ordine. Mi si scusi. Archeologia, licenza poetica. Difficile in Italia capire chi lo farebbe assumendosene la responsabilità. Uno come Erri De Luca. E poi, chi lo trova tutto il tempo da spendere per accoppiare bene i colori dell’uniforme? Che fatica.

Adieu mon chou.

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