FISCO IN ITALIA. Occorre riformare il concetto di CAPACITÀ CONTRIBUTIVA…

di Maurizio Sbrana - liberacittadinanza.it - 19/11/2023
Le modalità di tassazione attuali non faranno altro che peggiorare ulteriormente in futuro la struttura socio-economica dell’Italia

Da decenni si discute sulla necessità di RIFORMARE IL FISCO IN ITALIA, attualmente contraddistinto da un’evasione abnorme (dati ufficiali parlano di una perdita per l’Erario di un centinaio di miliardi di euro annui…).
E molti governi hanno tentato di fare riforme sulle tassazioni, ma fin qui senza utilità evidenti.
È più che evidente che in Italia non esiste una classe politica all’altezza di comprendere che se in un Paese non ‘funziona’ alla perfezione il Sistema Tributario, prima o poi lo sviluppo del Paese si blocca!   È ciò che sta accadendo purtroppo all’Italia.

E tutto ciò perchè non si vuole affrontare una seria Riforma fiscale, partendo dal concetto di Capacità Contributiva…
Attualmente infatti preminentemente la tassazione colpisce i REDDITI ottenuti dal contribuente in un dato anno. I maggiori introiti per l’Erario sono pertanto costituiti dall’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che colpisce fino ad oltre il 90% i Lavoratori Dipendenti e i Pensionati, ovvero  coloro che hanno le ritenute alla fonte, tramite i cd. ‘sostituti d’imposta’.
Per l’anno che sta arrivando le ALIQUOTE, in base alla Manovra per il 2024, saranno:
23% fino ai 28.000 euro, 35% tra i 28.000 e i 50.000 e  43% oltre i 50.000.

Poi esistono molte deroghe a queste percentuali di tassazione, tutte nell’interesse di ceti benestanti…
Le plusvalenze finanziarie sono tassate al 26%,
Gli interessi sui Titoli di Stato tassati al 12,50%,
I proventi da locazioni di immobili al 21%, o addirittura al 10%  (per contratti a canone concordato),
Le Successioni sono esenti da tasse fino a 1 milione di euro (per eredi in via diretta) e al 4% se superano il milione di euro. Accade cosí che annualmente lo Stato italiano rinuncia a circa 15 miliardi di euro, quanto cioè percepisce la Francia con le sue tasse sulle successioni (l’Italia non arriva ad 1 miliardi annui…).    Eccetera…
Non ci vuole molto a capire che un tale modo di impostare un sistema tributario è del tutto carente sotto due principali  profili, e senza logica economica .

Il primo è che le tasse colpiscono, come visto, le fasce popolari in maniera, con tutta evidenza, eccessiva, e tale da contribuire ad una compressione di risorse destinabili invece a beni di consumo, che potrebbero incrementare il PIL della Nazione, sviluppandola molto più velocemente…
E il secondo riguarda il vero concetto di Capacità Contributiva, falsato chiarissimamente dall’impostazione del tutto errata ed anticostituzionale del nostro Sistema Tributario, che all’ART.53 della nostra Carta indicava molto semplicemente ciò che andrebbe fatto, e cioè:

ART.53: “” Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche, in ragione della loro CAPACITÀ CONTRIBUTIVA . Il sistema tributario è informato a criteri di PROGRESSIVITÀ””

Ma se per la Capacità Contributiva vengono calcolate soltanto alcune cose , e non altre, tassate in maniera diversa, come visto, l’Art.53 non viene applicato.
E da qui discende la CRISI ITALIANA. Che crea diseguaglianze eccessive tra i diversi ceti della popolazione, privilegiando i “benestanti” e tartassando i “poveri”…
E cosí le Statistiche internazionali ci informano che tra il 1990 e il 2020 i redditi da lavoro annuali, in parità di potere d’acquisto, sono scesi in Italia dell’1% (!!!), mentre, negli stessi 30 anni, sono invece aumentati del 48% in USA, del 33% in Francia e del 30% in Germania.

E le modalità di tassazione attuali non faranno altro che peggiorare ulteriormente  in futuro la struttura socio-economica dell’Italia.   Stiamo scivolando su un piano inclinato, con scarsissime possibilità di potersi fermare, prima dell’abisso, se non si decide di intervenire al più presto … Occorre una rivoluzione culturale, senza alternative alcune.
O la ‘ rabbia popolare ‘ potrebbe svolgere i suoi deleteri possibili effetti !

Maurizio Sbrana

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