Attenzione. Nell’ultimo numero di MicroMega su “Fascismo e berlusconismo (2)” Veltroni e D’Alema concordano su un tema pericoloso.
Nell’ambito delle cosiddette riforme istituzionali insistono sul rafforzamento del potere esecutivo.
Veltroni sceglie la formula dolce: rafforzamento duplice dei poteri di governo per il premier e dei poteri di controllo per il parlamento. Resta da spiegare, e nessuno lo spiega mai, come si fa ad aumentare i poteri di controllo del parlamento mentre si aumentano i poteri del capo del governo. Non sarà il contentino illusorio dello “statuto dell’opposizione”?
D’Alema adotta una formulazione meno ipocrita e più temibile. Contempla solo due modelli: “quello del semipresidenzialismo e quello neoparlamentare del governo del primo ministro”. Anche qui una piccola ipocrisia: evitare di chiamare il secondo modello col suo nome vero: premierato forte. Ma in entrambi i casi un superamento della democrazia parlamentare a vantaggio di un potere sovradeterminato in mano a una persona sola.
I due sembrano non accorgersi che la prassi di governo di Berlusconi si è fin dall’inizio inoltrata su quella via. Erodere l’autonomia delle camere, ridurle a inerte votificio delle schifezze governative. Sottomettere il legislativo all’arbitrio dell’esecutivo, sottomettere l’esecutivo alla sua potestà personale, tentare di continuo di acquisire controllo sul potere giudiziario.
Una domanda elementare: che senso ha fare opposizione a Berlusconi in nome del principio cui tiene di più: il potere del capo sopra le assemblee elettive?