L’Italia è commissariata dai partner europei e il governo è obbligato a misure draconiane. Noi, deputati e senatori delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio, siamo convocati per giovedì 11 agosto a Montecitorio per ricevere comunicazioni del ministro Tremonti. All’ordine del giorno soluzioni immediate alla crisi? Niente affatto. Il ministro vuole parlarci della modifica degli articoli 41 e 81 della Costituzione. Ma è davvero necessaria per affrontare le difficoltà del paese?
L’articolo 41 stabilisce che “L’iniziativa economica privata è libera”. Ma siccome la frase successiva dice che “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale” Tremonti vi vede un pericoloso condizionamento comunista. Ci proporrà di abolirlo. Il professore ci dovrebbe spiegare come i vari miracoli economici italiani abbiano potuto realizzarsi sotto la mannaia di un principio costituzionale così limitativo.
L’articolo 81 obbliga il Parlamento all’approvazione del rendiconto consuntivo annuale e fissa il principio che tutte le leggi devono garantire la copertura delle spese previste. È così chiaro che il motivo indiscutibile per cui il presidente della Repubblica può rinviare alle Camere una legge è proprio la mancanza di copertura. Ora il governo vuole introdurre in Costituzione il principio del pareggio obbligatorio di bilancio. Fumo negli occhi. Significa inchiodare qualsiasi governo all’assoluta mancanza di elasticità nella manovra economica. Se fosse davvero adottata il paese sarebbe condannato al fallimento.
Ora la crisi attuale pretende la massima tempestività dell’azione, mentre qualsiasi riforma costituzionale richiede anni. Se anche il governo si impegnasse allo spasimo non riuscirebbe a cambiare gli articoli 41 e 81 entro la fine della legislatura.
La maggioranza ritiene di poter governare solo modificando la Costituzione. Ma la sua pessima riforma globale della Costituzione è stata bocciata duramente nel referendum del 2006. E oltretutto quest’anno altre pessime leggi ordinarie sono state seppellite da nuovi referendum. Mentre addita prospettive di lungo periodo, nell’immediato il governo sa solo praticare la macelleria sociale. In Italia ormai la progressività dell’imposizione fiscale (art. 53 Cost.) funziona alla rovescia: chi ha poco paga tutto, chi ha tutto paga niente.
Ora il ministro Tremonti ci dia la garanzia che l’11 agosto non ci affliggerà con una conferenza stampa sulla modifica degli articoli 41 e 81 e, magari, sulla ridicola trasformazione dello Statuto dei lavoratori in Statuto dei lavori. Si impegni pubblicamente ad affrontare solo il problema più grave e accetti il contraddittorio. In caso contrario, senza decisioni e senza voto, la riunione dell’11 agosto sarà una farsa. E il momento è troppo serio per partecipare a una farsa.