Berlusconi al Quirinale? Mai!

di Pancho Pardi - 09/10/2010
Da qui alle nuove elezioni dobbiamo far ripartire un'opera di persuasione di massa: Berlusconi al Quirinale mai!

Le ultime notizie dal fronte televisivo sono chiare.
Berlusconi lascia l'interim del Ministero per lo Sviluppo Economico e la Comunicazione. L'aveva mantenuto per cinque mesi, durante i quali ha provveduto in tutti i modi a facilitare il destino di Mediaset: ostacoli a Sky nel digitale terrestre, regalo a sé stesso con la riduzione al 5% del contenzioso tributario accumulato per la sottrazione di Mondadori alla Cir di De Benedetti; 7 milioni invece di 180. Lascia l'interim e passa le consegne a Paolo Romani, già Viceministro e fedele esecutore da decenni di tutte le direttive berlusconiane in campo editoriale: un ministro ad personam.
Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, con un colpo di mano toglie a Carlo Freccero la direzione di Rai 4. Non ci sono motivazioni ma la ragione è evidente. Non conta nulla che Freccero sia uno dei più apprezzati inventori di programmi televisivi. Anzi è probabile che sia un'aggravante: con l'avvicinarsi di una nuova campagna elettorale il dominio sul mezzo deve essere totale e non è tollerata alcuna indipendenza. Tramite Masi il padrone unico blinda la comunicazione televisiva a proprio vantaggio.

Anche le notizie dal fronte politico sono chiare.
Nello stesso tempo la sua maggioranza gli confeziona uno scudo definitivo per le sue numerose vicende giudiziarie. E non solo prevede la sua immunità come Presidente del Consiglio ma aggiunge addirittura il prolungamento dell'immunità nel caso in cui divenisse Presidente della Repubblica. Avremmo così intoccabile al Quirinale il campione del falso in bilancio, l'ispiratore di dimostrate corruzioni di magistrati, il pluriinquisito e pluriimputato sfuggito ai suoi processi solo perché si è confezionato le leggi per garantirsi ripetute prescrizioni. Chi predica la necessità di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla magistratura diventerebbe presidente del Consiglio superiore della magistratura.

Nell'opposizione molti tendono a non prendere sul serio il pericolo. Appare loro come un timore eccessivo. Ragionavano così anche quando rinunciavano a fare una legge rigorosa sul conflitto d'interessi. C'erano geni nel centrosinistra che, interpellati da colleghi giustamente in allarme, rispondevano: state tranquilli, lo teniamo per le palle. Indovinate l'autore della frase.

Oggi molti, troppi, nell'opposizione contano sulla fronda di Fini e sulle obbiettive difficoltà di Berlusconi. Ma trascurano la sua potenza mediatica e la forza persuasiva dell'enorme ricchezza. Essere realisti oggi significa tenere conto che nelle condizioni date ha ancora la possibilità di scalare il Quirinale. Sarebbe un'ignominia incancellabile per la democrazia italiana. E' necessario spiegare bene a tutti il pericolo e prima di tutto non nasconderlo, non considerarlo evanescente.
Da qui alle nuove elezioni dobbiamo far ripartire un'opera di persuasione di massa: Berlusconi al Quirinale mai!

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