Cacciari docet?

di Pancho Pardi - 11/05/2016
Ospite abituale a Otto e mezzo o, come si dice, da Lilli Gruber, Cacciari critica la riforma costituzionale ma poi alla fine dichiara che voterà Sì.

Mi fa schifo quindi la voto: misteri gaudiosi della filosofia?

A uno come Cacciari, che capisce sempre tutto prima di tutti gli altri (fa testo la sua aria di  rassegnata sopportazione quando gli altri scoprono l’acqua calda che lui aveva scoperto anni prima), è inutile ricordare ciò che lui sa benissimo.

Sa che: la cosiddetta riforma del Senato serve in apparenza a consegnare alla Camera tutta la potestà legislativa; quella potestà è in realtà nelle mani del solo governo, che fa quello che gli pare, compresa la scelta del futuro Presidente della Repubblica e il modellamento della futura Corte Costituzionale; infine il governo è consegnato dalla legge elettorale Italicum, come già col Porcellum, a una minoranza che si impadronisce di tutto tramite un premio che potrebbe portarla da un circa 30% dei voti a un sicuro 54% dei seggi.

Perché Cacciari vota Sì a questa schifezza? Non si può indagare nel segreto dell’animo ma si può immaginare la ratio maligna: per dare tutto il potere a Renzi e vedere l’effetto che fa. E poi poter dire: ve l’avevo detto io…

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