Promemoria. Gli sconfitti del 4 dicembre raccontano e perfezionano ogni giorno la loro storia: il risultato referendario ha impedito la modernizzazione del paese, ha sottratto i vantaggi del sistema maggioritario, ha reintrodotto le pastoie del proporzionale; impedirà la stabilità dei governi; condannerà la società all'immobilismo e l'economia alla stagnazione.
Se invece avessero vinto loro sarebbe stato un bengodi e l'Italia avrebbe corso con gli stivali delle sette leghe.
Barano, sapendo di barare. Non è il referendum che ha prodotto l'assetto tripolare che rende impossibile e ancora più ingiusto il maggioritario di quanto quel sistema sia in qualsiasi condizione; ed è stato Renzi, apologeta della governabilità, a demolire il governo sostenuto dal suo partito.
Ma c'è di più: la causa prima della situazione attuale non è affatto il referendum costituzionale ma la volontà assurda e miope di voler imporre con la "riforma" Renzi-Boschi l'attribuzione di tutto il potere al governo e con l'Italicum la consegna del governo a una minoranza.
Con la massima semplicità i cittadini hanno bocciato senza appello entrambe le scelte. Ora i signori sconfitti si illudono di riuscire a inventare un sistema elettorale ancora una volta orientato a impedire il diritto costituzionale alla rappresentanza politica. Vogliono rendere vano il diritto di voto per continuare a dominare il Parlamento. Sanno di essere una scadente minoranza ma vogliono truccare la legge elettorale per apparire maggioranza.
L'inganno precedente è già stato svelato il 4 dicembre 2016. Chi vuole continuare a ingannare i cittadini si illuda pure.