Il partito che avete votato e portato al successo nelle ultime elezioni europee, il partito in cui riponete le vostre speranze di un futuro migliore, in queste ultime settimane ha impegnato tutte le sue forze per stravolgere la Costituzione secondo un progetto concordato in segreto, al di fuori del Parlamento, con Berlusconi.
La riforma del Senato vi viene presentata come il passaggio obbligato per modificare il bicameralismo, additato come responsabile di tutte le lentezze del Parlamento, e al tempo stesso per ridurre i costi della politica. Entrambi gli effetti sono assai incerti (per esempio lo stipendio dei senatori è meno di un decimo del bilancio del Senato).
Ma è necessario sapere quale sarà l’effetto principale della riforma. Il futuro Senato dei consiglieri regionali, non eletto dai cittadini, lascerà tutta la potestà legislativa alla sola Camera, conservata nella costosa pienezza dei suoi 630 deputati. E questa, secondo la legge elettorale già votata nella stessa Camera, sarà ancora, come oggi, formata da soggetti nominati dai segretari di partito e votati a scatola chiusa dagli elettori.
Peggio ancora: il rapporto tra maggioranza e opposizione sarà falsato dal premio di maggioranza e dalle soglie di accesso alla spartizione dei seggi. La più grossa delle minoranze col 37% dei voti avrà il 52% dei seggi. E non cambia molto se la soglia sarà posta al 40%: il premio sarà sempre del 15%. Per ora i partiti non coalizzati che non raggiungano l’8% saranno esclusi; così anche i partiti coalizzati che non tocchino il 4,5%. Per questi la beffa: i voti da loro raccolti aiuteranno il partito maggiore a guadagnare il premio, ma essi saranno esclusi dal Parlamento. Le modifiche alle soglie saranno poco più che limature. Sempre milioni di voti buttati via, milioni di cittadini privati della rappresentanza politica mentre la più grossa delle minoranze diventerà una falsa, ma legale, maggioranza.
Non è finita: la falsa maggioranza potrà scegliersi il Presidente della Repubblica e modificare a proprio vantaggio la composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura. Così gli istituti di garanzia fondamentali saranno tutti in mano alla falsa maggioranza. Questa a sua volta, formata da nominati-ubbidienti, sarà in mano a chi l’avrà costruita. La dittatura della maggioranza alla Camera sarà esercitata sotto la dittatura del leader sulla sua stessa maggioranza. Tutto il potere a un uomo solo.
La democrazia sarà ridotta alla possibilità di eleggere un capo ogni cinque anni.
Se Berlusconi da solo avesse tentato di produrre tutto ciò, i cittadini di centrosinistra sarebbero da mesi nelle piazze. Ora invece voi, elettori del Partito Democratico, assistete alla scena più incredibile: il vostro partito adotta e realizza il programma di Berlusconi insieme a lui.
Ma neanche Berlusconi, al tempo della sua riforma costituzionale, aveva osato troncare il dibattito in aula come ha fatto nella settimana trascorsa il Partito Democratico: taglio ossessivo degli emendamenti e contingentamento dei tempi d’intervento. Le opposizioni hanno ormai briciole di tempo per parlare.
E nemmeno i cittadini potranno più parlare: le firme per le leggi di iniziativa popolare sono aumentate da 50 a 250 mila, le firme per i referendum abrogativi da 500 a 800 mila. La partecipazione diretta del popolo alla politica è impedita sul nascere. Ora il governo promette di ridurre l’aumento. Ma non ha intenzione di annullarlo. E dovrete anche ringraziarlo?
Cittadini, elettori del Partito Democratico
Ricordate al vostro partito che nel 2006 il popolo sovrano a stragrande maggioranza aveva cancellato la riforma costituzionale di Berlusconi e confermato la Costituzione del 1948. Ricordate che la Costituzione è posta a garanzia del cittadino e a limitazione del potere, mentre la riforma attuale realizza il contrario.
Ricordate al vostro partito che il Parlamento attuale è stato prodotto da una legge elettorale in cui la Corte Costituzionale ha riconosciuto gravi profili di incostituzionalità. Chi è stato eletto con questa legge ha il dovere primario di affrontare le difficoltà economiche del paese ma non ha il diritto di toccare la Costituzione.
Ricordate al vostro partito che chi modifica la Costituzione deve, per pura cautela, ragionare come se potesse perdere le elezioni e non farsi illudere dalla prospettiva della vittoria.
Ricordate al vostro partito che se dovesse un giorno perdere le elezioni sarebbe del tutto impotente di fronte alla nuova falsa maggioranza.
Parlate con i vostri eletti. Fate sentire il peso della vostra opinione.
Ricordate a voi stessi che se assisterete immobili o consenzienti a questo delitto contro la democrazia avrete perso una parte decisiva della vostra libertà.