Sen. Francesco Pardi
Mr. Frank La Rue
Special Rapporteur on the promotion and protection
of
the right to freedom of opinion and expression
c/o Office of the
High Commissioner for
Human Rights
United
Nations Office at Geneva
Palais
des Nations
1211 Geneva 10
Switzerland
Fax: +41 22 917 9006
e-mail: urgent-action@ohchr.org
Email: freedex@ohchr.org
Ms. Dunja Mijatovic
OSCE Representative on Freedom of the Media
Wallnerstrasse 6
1010 Vienna
Austria
Fax: +43 1 514 36 6802
Roma, 20 ottobre 2010
Mi rivolgo a Voi in ragione della crescente preoccupazione per la tutela della libertà d'espressione e di stampa in Italia, così come previsti dalle Convenzioni Internazionali e dalla nostra Costituzione, dove è sancito che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".
Esprimo queste considerazioni da parlamentare membro della Commissione di Vigilanza Rai, organo parlamentare con il compito di sorvegliare l'attività del servizio televisivo e radiofonico pubblico, perchè ho maturato la convinzione che ci sia bisogno della più grande risonanza possibile per consentirci di lavorare nella pienezza delle funzioni, troppo spesso svilite dal governo e dalla RAI.
In questi anni assistiamo a continue erosioni e restrizioni di questo diritto fondamentale, perpetrate attraverso ostacoli materiali e sanzioni ai giornalisti, prese di posizione da parte dell'Esecutivo e della Direzione Generale della tv pubblica. Non da ultimo, inchieste giudiziarie condotte dalla procura di Trani confermerebbero legami tra il Presidente del Consiglio, il direttore generale della Rai e uno dei commissari dell'Autorità Garante delle Comunicazioni. Tale circostanza, qualora confermata, incrinerebbe definitivamente la credibilità di questo organo di garanzia.
Questi eventi si svolgono in un contesto anomalo, come scritto nella Risoluzione 1387 (2004) del Consiglio d' Europa "Attraverso Mediaset, il principale gruppo commerciale, di comunicazioni e di radiodiffusione d’Italia, ed uno dei più grandi nel mondo, il Sig. Berlusconi
possiede circa la metà del broadcasting nazionale nel paese. Il suo ruolo come capo di governo lo posiziona inoltre ad influenzare indirettamente l'organizzazione di radiodiffusione pubblica RAI, che è competitore principale del Mediaset. Poichè Mediaset e RAI controllano insieme circa il90% del pubblico televisivo ed oltre tre quarti delle risorse nel settore, il sig. Berlusconi quindi ha un controllo senza precedenti sul “media” più potente in Italia. (...) L'Assemblea è interessata specialmente dalla situazione della RAI, che è contraria ai principii di indipendenza stabiliti nella raccomandazione 1641 (2004) dell'Assemblea su emittenti di servizio pubblico. RAI è stato sempre uno specchio del sistema politico del paese ed il pluralismo interno si è spostato dalla rappresentazione proporzionale delle ideologie politiche dominanti nel passato verso "il vincitore prende tutto", riflesso dell’attuale parte politica al potere".
E' utile ricordare che il Premier enunciò il cosiddetto "editto bulgaro" una dichiarazione rilasciata a Sofia nel 2002: "L'uso che Biagi... Come si chiama quell'altro? Santoro... Ma l'altro? Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga". Ed infatti i tre professionisti citati non ebbero modo di continuare ad esercitare il loro lavoro. Nel caso specifico di Enzo Biagi, la Rai si è privata di un maestro del giornalismo, ed in quello di Michele Santoro ha dato adito ad un contenzioso giuridico che ha ripristinato il diritto di quest'ultimo a lavorare in Rai.
Accade che una delle più seguite trasmissioni di approfondimento politico, Annozero, spesso critica verso il governo, venga materialmente ostacolata con ripercussioni contrattuali sulla redazione e recentemente il suo conduttore è stato sanzionato per aver duramente contestato pubblicamente le difficoltà in cui si trova ad operare. Come nella sentenza Judgment by the European Court of Human Rights (Fourth Section), case of Manole a.o. v Moldova, Application no. 13936/02 of 17 September 2009, in cui la Corte ha stabilito che il quadro normativo non forniva garanzie sufficienti contro il controllo del Governo sul senior management della tv pubblica moldava e quindi la sua linea editoriale, è possibile intravedere la violazione del diritto d'espressione del giornalista e dei cittadini di essere informati. A supporto di quanto affermato, si cita la Risoluzione 1636 (2008) del Consiglio d'Europa "Indicatori per la democrazia nei media": il punto 8.20 prevede infatti che "i broadcasters del servizio pubblico devono essere protetti dall'interferenza del potere politico nel loro lavoro quotidiano ed editoriale. Le posizioni dirigenziali apicali dovrebbero essere negate a persone con chiare affiliazioni a partiti politici" e al punto 8.23 che "i membri del governo in carica non dovrebbero intrattenere attività professionali nei media".
Sulla stessa scia si collocano i continui logoramenti inflitti alla realizzazione della trasmissione televisiva Vieni via con me, incardinata su temi primari per la coscienza politica italiana quali mafia, corruzione, disastri ambientali, con l'intervento di autori ed artisti di fama internazionale. E' da ricordare in questa sede che uno degli autori del programma è autore di un romanzo non-fiction tradotto in tutte le lingue sulla camorra. Contro di lui, in un contesto pubblico, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che "la mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo, ma guarda caso è quella più conosciuta, perchè c'è stato un supporto promozionale che l'ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro paese. Ricordiamoci le otto serie della Piovra programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo e tutta la letteratura in proposito, Gomorra e il resto". Un comportamento esecrabile rispetto alla Raccomandazione 1897 (2010) che al punto 8 chiarisce che "con riferimento alla Risoluzione 1577 (2007) del Consiglio d'Europa "Verso la decriminalizzazione della diffamazione" (...) i governi e i
parlamenti dovrebbero rigettare chiaramente e apertamente le false nozioni di interesse nazionali evocati contro il lavoro dei giornalisti".
Il ministro per lo Sviluppo Economico e le Comunicazioni, ha invece definito "odiosa", una trasmissione televisiva di giornalismo di inchiesta, Report, in cui si approfondivano le proprietà di abitazioni acquistate in Antigua attraverso società offshore, riconducibili al Presidente del Consiglio. La trasmissione è andata in onda nonostante l'avvocato del Premier abbia preventivamente richiesto di sospenderne la pubblicazione.
Anche i programmi di satira non sono esenti dall'essere soppesati: "Glob è ributtante" ha detto il Ministro della Cultura relativamente ad una trasmissione comica. L'allora Viceministro dello Sviluppo Economico disse della conduttrice di Parla con me "Dandini è anche peggio di Santoro" riferendosi ad un giornalista televisivo indicato spesso come l'apice della faziosità. Vale la pena ricordare che la Raccomandazione 1897 (2010) al punto 9 ricorda che "i membri del Governo e i parlamentari non dovrebbero utilizzare la propria influenza politica per silenziare i media critici, ma confrontarsi in un dibattito costruttivo attraverso i media".
Il telegiornale più seguito della televisione pubblica, Tg1, è stato recentemente sanzionato dall'Autorità Garante per le Comunicazioni con una multa pecuniaria per lo squilibrio nella rappresentazione dei partiti nella competizione elettorale, a favore della maggioranza di governo. La direzione del Tg 1 è stata contestata a più riprese per la rappresentazione edulcorata delle vicende giudiziarie del Premier e nella maggioranza, tra cui una condanna per reati di mafia, la sottovalutazione delle proteste dei cittadini dell'Aquila e la critica aperta di una manifestazione indetta dal sindacato dei giornalisti per la libertà di stampa. Nella redazione hanno avuto luogo eventi poco commendevoli: sono infatti stati allontanati giornalisti e redattori che hanno manifestato il loro dissenso verso queste scelte, tra questi una rappresentante sindacale dei giornalisti , in aperta contraddizione dell'articolo 10 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ed il recente caso Wojtas-Kaleta v. Poland, Application no. 20436/02 of 16 July 2009, in cui la Corte ha sancito l'avvenuta violazione della libera espressione della giornalista e sindacalista della tv pubblica polacca, sanzionata per aver criticato le scelte editoriali sull'eliminazione dell' orchestra della rete .
Il direttore del canale Rainews, l'allnews del servizio televisivo pubblico, denuncia da tempo di lavorare con scarsità di mezzi, fondi e personale e ormai da mesi rischia di perdere la direzione del canale nonostante i successi ottenuti, a causa della spartizione lottizzata delle cariche.
Sotto il profilo legislativo è necessario menzionare il disegno di legge sulle intercettazioni, su cui è intervenuto, tra gli altri, lo stesso relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione Signor Frank La Rue, per chiederne la modifica o l'abolizione, perché "se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia". Anche la Signora Delegata dell'Osce per l'Informazione ha apertertamente criticato "Il progetto di legge approvato dal Senato nella sua formulazione attuale contraddice le raccomandazioni dell'Osce, specialmente nella misura in cui proibisce l'uso di alcune fonti confidenziali e materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia".
Con riferimento agli svariati appelli rivolti dal Consiglio d'Europa al Parlamento italiano al fine di rivedere alcuni elementi delle cosiddette leggi "Frattini" e "Gasparri", non solo ciò non è accaduto, ma la situazione si è aggravata con l'apertura del mercato al digitale terrestre e l'espansione del satellitare, dove si è di fatto spostato il conflitto d'interessi, con l'aggravante che il Presidente del Consiglio ha assunto per cinque mesi l'interim del Ministero dello Sviluppo Economico e delle Comunicazioni, nonostante l'evidente conflitto d'interessi.
Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione peculiare, diversa dalla censura tout court, piuttosto ad un continuo logoramento teso a rendere il diritto d'espressione una concessione octroyée di volta in volta sulla base dei contenuti, rendendola di fatto un privilegio.
La libertà di espressione e di stampa, di informare ed essere correttamente informati, sono un presidio democratico. Per questa ragione, ogni forma di compressione è da considerarsi temibile. Sui fatti esposti e documentati in allegato, richiamo pertanto la vostra attenzione e chiedo una valutazione.
Francesco Pardi