Troviamoci lunedì pomeriggio davanti a Montecitorio.
Facciamo udire la nostra voce alla Camera dei deputati
contro la nuova legge elettorale.
La Corte Costituzionale aveva bocciato il Porcellum ma
il cosiddetto Italicum è peggio. I deputati saranno ancora
nominati dalle segreterie di partito; il premio di
maggioranza (unico in Europa) resta enorme e, per di più,
andrà non alla coalizione ma alla lista vincente. La soglia
per accedere al premio è salita dal 37 al 40 per cento, ma
se nessuno la raggiunge il premio toccherà a chi vince il
ballottaggio tra le due liste più votate. Potrebbe quindi
accadere che una lista che ha preso il 35 per cento dei voti
possa ricevere il 55 per cento dei seggi: una minoranza che
diventa falsa maggioranza.
Non ci si può stupire. Infatti questa legge elettorale mostruosa è figlia della più falsa delle maggioranze: il Partito Democratico che l'ha voluta e imposta a tutti i costi governa sulla base del 27 per centro preso alle elezioni del 2013 e col premio previsto dal Porcellum ha intascato la falsa maggioranza dei seggi alla Camera, con cui spadroneggia incurante della sua natura di minoranza di fronte all'intera platea dei cittadini col diritto di voto.
Questa profonda distorsione della democrazia viene da lontano ed era l'aspirazione esplicita di Berlusconi. La sua parola d'ordine era "La Costituzione non dà a chi governa gli strumenti per farlo". Ora è stata adottata dal Partito Democratico che vuole attribuire al governo la potestà legislativa che spetta al Parlamento. Così una falsa maggioranza prodotta dal Porcellum vuole produrre una ancora più falsa maggioranza con l'Italicum.
Se la nuova legge elettorale passerà un solo partito potrà comandare senza ostacoli nell'unica Camera rimasta dopo la riduzione del Senato a mesto dopolavoro per consiglieri regionali. E poiché gli eletti dovranno eterna gratitudine al capo che li ha fatti eleggere il partito che vincerà sarà una autentica falange di ubbidienti alla volontà del capo.
Non solo: il partito vincente avrà i numeri per
eleggersi, alla scadenza, il Presidente della Repubblica
preferito e per modificare a
proprio vantaggio la Corte Costituzionale. Gli organi di
garanzia decisivi della Repubblica saranno nelle mani del
capo del governo. Il quale, se passa la riforma della Rai
voluta da Renzi, avrà a propria disposizione le reti
televisive pubbliche. Ecco il premierato assoluto che voleva
Berlusconi e che il Partito democratico disegna per sé
stesso, con un'arroganza davvero senza limiti.
E gli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini?
Fanno una brutta fine. Per proporre referendum abrogativi si
dovranno raccogliere non più 500.000 firme ma 800.000. Per
presentare leggi di iniziativa popolare le firme non saranno
più 50.000 ma ben 250.000.
In nome di una dubbia governabilità il governo Renzi
cancella il diritto fondamentale alla rappresentanza
politica e alla partecipazione diretta dei cittadini.
Il partito democratico pensa di vincere le elezioni e ha disegnato una riforma costituzionale e una legge elettorale per avere il potere assoluto in caso di vittoria.
Ma questa sarà sempre assicurata? Il caso riserva sorprese e, prima o poi, il Partito Democratico perderà e allora i suoi parlamentari attuali scopriranno che cosa hanno fatto. Ma più ancora lo scopriranno i cittadini con la limitazione dei loro diritti e con la rottamazione delle loro aspirazioni.
Affermiamo davanti alla Camera dei deputati che il
premierato assoluto è una lesione insidiosa della democrazia
anche se cade in
mano al centrosinistra.
Lunedì 4 maggio tutti a Montecitorio!