Dopo essersi fatto dettare la nuova legge elettorale,
pessima e incostituzionale, da Berlusconi, Renzi accoglie la
proposta di Forza Italia sulla modifica della forma di
governo: più potere al presidente del consiglio.
È un vecchio chiodo fisso di Berlusconi: la Costituzione
non dà a chi governa gli strumenti per farlo. Il presidente
del consiglio, poveretto, può al massimo fissare l'ordine
del giorno nel consiglio dei ministri, poi è privo di poteri
reali. B. aggiungeva: non posso nemmeno sostituire i
ministri. Dimenticava di averlo fatto sei volte e di aver
perfino sostituito sé stesso, la volta che si privò
dell'interim di un ministero in cui era subentrato a un
ministro dimesso.
Ora Renzi fa un'altra cosa di sinistra: fa suo un
principio storico della destra. Vuole una modifica
costituzionale che gli permetta di revocare i ministri.
Qualcuno del PD gli spieghi che questa bazzecola comporta la
modifica dei poteri del presidente della repubblica: si può
immaginare che questo nomini i ministri e che il premier
possa revocarli?
Un piccolo suggerimento a chi vorrà parlare a questo
proposito con lo statista di Rignano sul'Arno: dato che è
solito saltare dal mestiere più bello del mondo (sindaco di
Firenze) a un altro ancora più bello (premier) si chieda se
non sia il caso di diminuire i poteri del mestiere più bello
sopra tutti gli altri (capo dello stato).
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