Renzi ha governato per circa due anni prima che la sua “riforma” fosse approvata. In questa condizione, che lui giudica ingovernabile, ha fatto tutto ciò che voleva: in un Parlamento” ingovernabile” ha imposto una modifica costituzionale che stabilisce il dominio indiscusso del governo sul Parlamento e una legge elettorale, l’Italicum, che rafforza e rende definitiva la consegna del governo a una minoranza, già assicurata in via provvisoria dal precedente Porcellum, grazie al quale ha governato in questi anni.
E’ questa provvisorietà che gli dà noia. Vuole il possesso definitivo del governo e pretende che gli italiani, per garantirsi la meraviglia di un governo Renzi lungo quanto lui vorrà, rinuncino alla garanzia costituzionale fondamentale: che il governo non sia onnipotente.
Sostiene Renzi che chi non è d’accordo con la sua modifica costituzionale vuole l’inciucio. Come si può chiamare, se non inciucio, la “profonda sintonia” del Nazareno con Berlusconi, poi la sostituzione di Sel col gruppetto di Alfano e alla fine l’intesa strategica con Verdini?
Se c’è in Italia un inciucista di professione è proprio Renzi. E piantiamola con questa storia ridicola della mancanza di alternative. Se il sindaco di Firenze sgoverna l’Italia qualsiasi bravo sindaco, a patto che non sia solo un pubblicitario come lui, può governarla. Facciamo la verifica?
Post scriptum: Renzi è così convinto delle sue ragioni che invece di affrontare il contraddittorio ha sequestrato l’informazione pubblica. Sulla scena compaiono solo lui e i suoi tirapiedi: l’apologia del Sì occupa in pianta stabile tutti i programmi. Le ragioni del NO sono confinate fuori dalle reti pubbliche. Ma i cittadini possono pensare che questa volta la pubblicità potrebbe essere nociva.