Il primo appuntamento, non certo l'unico, è per il pomeriggio (ore 15)
del 23 settembre davanti al Senato, piazza delle Cinque Lune.
Sappiamo
tutti che la trasformazione del Senato in dopolavoro per consiglieri
regionali è un passaggio secondario nello stravolgimento dell'assetto
costituzionale italiano. Il passo principale il Parlamento l'aveva fatto
quando ha approvato la nuova legge elettorale, prevista per la sola
Camera. Una legge che attribuisce alla più grossa delle tre minoranze
(PD, Cinque Stelle, Centrodestra) un premio di maggioranza mostruoso
capace di trasformarla in una falsa ma irresistibile maggioranza in
grado di governare da sola, scegliersi il futuro Presidente della
Repubblica e plasmare a proprio piacimento la Corte Costituzionale.
Tuttavia,
poiché la legge riguarda la sola Camera dei deputati, il Senato deve
per forza essere ridotto alla casa fantasma dei consiglieri regionali.
Il passaggio di questa controriforma è necessario per realizzare la
falsa maggioranza nella Camera. L'appuntamento va quindi preso molto sul
serio.
Va preso ancora più sul serio se sarà confermato il
cedimento dell'opposizione interna al PD in cambio della concessione di
una forma edulcorata di elettività dei consiglieri regionali destinati
al Senato fantasma.
In una democrazia normale il potere
legislativo appartiene al Parlamento e il governo è titolare del solo
potere esecutivo. Il Parlamento attuale invece ha preso e continua a
prendere decisioni che consegnano il suo stesso potere legislativo al
solo governo, rompendo la decisiva distinzione tra i due poteri.
Ma
il Parlamento attuale è il prodotto di una legge dichiarata
incostituzionale dalla Corte. Aveva dunque il dovere di astenersi dal
toccare la Costituzione.
Chi guida il governo attuale faceva il
sindaco di Firenze e ha lasciato, a suo dire, il "mestiere più bello del
mondo" per andare a farne uno per lui evidentemente ancora più bello:
stravolgere l'assetto costituzionale del paese.
Può farlo perché i
parlamentari del PD si sono consegnati incaprettati nelle sue mani
convinti che con lui a capo del governo avrebbero concluso senza scosse
l'intera legislatura. Il loro destino è appeso a un filo e non ci
riguarda.
Ci riguarda invece l'incubo di una falsa e onnipotente
maggioranza guidata da un pubblicitario senza scrupoli, che realizza,
peggiorandolo, il programma del suo predecessore e mentore Berlusconi.
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