Un anno fa, il 4 dicembre 2016, in un referendum popolare, un'imprevista, vasta maggioranza bocciò seccamente la riforma costituzionale voluta a tutti i costi da Renzi e dal suo partito.
Sarebbe stato naturale attendersi che le forze più impegnate nella difesa della Costituzione dessero appuntamento al popolo per celebrare nel modo più degno la straordinaria vittoria.
Dobbiamo invece registrare l'assenza di iniziative degne della ricorrenza. Che cosa si doveva fare? Bisognava organizzare per tempo una grande manifestazione nazionale, a cui chiamare non solo i comitati più attivi ma anche i testimoni significativi del mondo del lavoro, della cultura, dello spettacolo e, perché no, anche dello sport.
Sarebbe stata l'occasione per dare forza alla necessaria vigilanza contro nuovi tentativi di distorsione costituzionale ma anche alla nuova lotta che oggi ci impegna: l'azione contro una legge elettorale che ancora una volta impedirà al popolo italiano di votare per la sua reale rappresentanza. Una legge elettorale che mette nelle mani di pochissimi cittadini privati, capi di partito, il poter di nominare a priori la maggior parte delle assemblee elettive.
Questa manifestazione nazionale sarà la grande assente del 4 dicembre. Libertà e Giustizia propone una sua interessante giornata di dibattito il 3 a Firenze ma ciò non può supplire alla mancanza di una grande iniziativa popolare.
I molti cittadini impegnati nelle loro città a organizzare raduni e dibattiti locali avranno la precisa percezione dell'occasione mancata.
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