Sulla questione della violenza da parte dei manifestanti mi sembra che Cinzia Sciuto (letto su MicroMega on line di oggi, 19 dicembre) abbia trovato l’argomento meno retorico e più sobrio per esprimere disaccordo. Argomento efficace più di qualsiasi schema predicatorio, e potrebbe essere sostenuto senza difficoltà all’interno dell’assemblea studentesca, anche la più accesa.
Molti commentatori hanno attirato l’attenzione sulla scarsa attendibilità della classe politica. In particolare la campagna acquisti per il voto di fiducia ha confermato l’attitudine tradizionale della maggioranza a praticare la corruzione come “continuazione della politica con altri mezzi”. Ma purtroppo ha illustrato anche la disgustosa arrendevolezza di membri dell’opposizione. Il Palazzo assediato ha messo in mostra la sua intima natura attuale e quindi la debolezza intrinseca del suo preteso magistero. Gli esponenti di maggior rilievo delle Camere elettive possono anche fare le tirate istituzionali più alte ma queste suonano false. Mai come oggi i discorsi alti esprimono bassezza.
Un luogo comune ripetuto fino alla noia in Parlamento è stato il tributo alla professionalità e alla misura delle forze dell’ordine. In realtà video e fotografie hanno documentato manganellate e calci a manifestanti catturati distesi in terra, anche ragazze. Testimonianze difficilmente smentibili raccontano di fermati costretti a sdraiarsi dentro le camionette e poi calpestati dagli agenti. Minacce con espliciti riferimenti a Genova 2001. Ciò negli stessi giorni in cui lo stesso capo della polizia (allora e oggi) viene dalla magistratura incolpato di aver mentito proprio sulla “macelleria messicana” di quei giorni (l’espressione è di un commissario di polizia interrogato sui fatti)
Violenze ingiustificabili anche nei confronti di colpevoli in flagranza. Ma in realtà gli arrestati sono quasi tutti, se non addirittura tutti, soggetti isolati rastrellati nella confusione successiva alle cariche. Mentre è probabile che nessuno degli autori di violenze sia stato preso. La conferma viene anche dalla motivazione dell’arresto: resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Se c’erano altri motivi perché tacerli?
E’ davvero curioso che il ministro Maroni, a suo tempo colpito da condanna definitiva per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, stigmatizzi il rilascio degli arrestati. Potrebbero, secondo lui, tornare a fare violenza la prossima volta, mentre si deve ancora dimostrare che l’abbiano fatta in precedenza.
Prende così forma l’idea di adeguare ai manifestanti le regole previste per i tifosi violenti. Tralascio le difficoltà tecniche: prendere davvero i violenti e non i manifestati spaesati, processarli, condannarli in via definitiva e infine segnarli con il bollino di esclusione dalle manifestazioni. Verrebbe da dire: provateci, e chissà se arrivate in fondo in un solo caso. Ed è ironico che tipi come il cosiddetto ministro La Russa, riconosciuto specialista di manifestazioni violente, si facciano promotori della suggestiva idiozia.
Considero soltanto dove può arrivare la “costituzione materiale” nelle mani degli analfabeti costituzionali. Un potere corrotto e corruttore è pronto a piegare i diritti fondamentali dell’uomo all’esigenza di ridurre al silenzio la critica sociale. Riduce la complessità della vita civile alla semplicità elementare del paradigma televisivo: fa solo pubblicità e vuole solo applausi.
Quando questa brutta storia finirà sarà sempre troppo tardi.