Considerata da lontano la cornice del Decamerone appare come l'applicazione di un modulo letterario di tradizione antica sempre rinnovata. Una formale giustificazione per il calendario delle giornate, l'avvicendamento delle voci narranti, la sequenza dei temi concordati. Ma allo sguardo d'insieme risalta anche l'originale anticonformismo: curiosa attitudine di uno scrittore che invece di piangere sulla peste che svuota la città e uccide gli abitanti come mosche, la usa con spregiudicata disinvoltura per mettersi a raccontare storie, alcune tragiche ma molte divertenti e scollacciate!
Per cogliere l'enormità basta connettere il Decamerone alla peste di Atene narrata da Tucidide nella Guerra del Peloponneso. Vi viene facile immaginare uno scrittore ateniese che approfitta della peste incombente per inscenare un carosello novellistico? Il vittimismo moderno, che fa di ogni piccolo incidente una tragedia epocale, si ritrae inorridito: non si può scherzare su queste cose! E invece Boccaccio non solo non si ritrae ma, affrontato con realismo lo spunto iniziale (i dieci giovani reclusi nella valle dell'Affrico sono un ottimo esempio di volontario confinamento sociale), si getta con entusiasmo nel puro piacere della narrazione. Ma l'esperienza diretta della reclusione contro il contagio aggiunge ora una banale constatazione: quando si è davvero chiusi per mesi che altro si può fare se non raccontarci storie? Ma nel panorama che ci circonda dove sono il prete di Varlungo e Monna Belcolore?
Guardo dalla finestra: le stesse auto sono sempre allo stesso posto, qualche isolata figura con cane, poco rumore dai viali, gli alberi mettono il primo verde in silenzio. Le notizie documentano la paralisi progressiva: miliardi di fiori nella piana di Pistoia mandati al macero, allevatori di vacche da latte devono accudirle anche se non vendono più nulla. L'economia si rattrappisce, la società si contempla stupefatta. Ci sono cose che non si capiscono: se certe volte basta un eccesso di ribasso per sospendere un titolo in pericolo perché ora mentre si chiude la produzione non si chiudono le Borse? Chi sono gli invisibili che guadagnano sul crollo dei titoli?
In Comma 22 Joseph Heller raccontava che nel '29 il padre del Maggiore Maggiore Maggiori nel Tennessee veniva pagato dal governo federale per l'erba medica che non coltivava, e quanto più non coltivava tanto più veniva pagato. Sintesi ingenua, ma non tanto, del New Deal.
Nei primi anni della rivoluzione francese l'economia balbettante inventò gli assegnati, una cartamoneta immaginaria la cui credibilità dipendeva dalla convinzione collettiva. La crisi degli assegnati mise in ginocchio la rivoluzione assediata ma non riuscì ad atterrarla.
In una condizione in cui assediati siamo tutti (forse qualcuno più qualcuno meno) che cosa si aspetta a stampare moneta e distribuirla? Non dobbiamo risalire tutti insieme lo stesso scalino? Sarà affermazione ingenua ma: Eurobond senza i vincoli del MES!