Ecco una delle manifestazioni più evidenti della libertà di opinione che è possibile manifestare in Europa: nel nostro continente abbondano gli autori che ogni giorno insistono a dire che la guerra in Ucraina è stata provocata dall’occidente (Nato, USA, stati europei). Ai loro occhi l’aggressione russa non è solo giustificata ma richiede la continua replica in tutte le sedi possibili della giustificazione. In un recente dibattito in una parrocchia fiorentina Franco Cardini ha voluto insistere con calore sul tema. Ora Barbara Spinelli lo riprende sul Fatto Quotidiano. Da questa fermezza analitica viene dedotta la conclusione operativa: si deve smettere di inviare armi all’Ucraina. La produzione di armi arricchisce i produttori, e l’abbondanza di armi sul terreno aumenterà solo il numero dei morti. Quindi niente armi all’Ucraina. Ci fosse uno che per sbaglio dica: per essere seri, contestualmente impediamo l’uso delle armi alla Russia! Nessuno lo dice. Per realismo si può immaginare: è facile disarmare l’aggredito, impossibile disarmare l’aggressore. Ma sull’argomento un lieve veleno si deposita: l’essere stata provocata all’aggressione non giustifica le armi in mano alla Russia?
Ai sostenitori instancabili della provocazione occidentale si potrebbe chiedere risposta a tante domande. Il crollo dell’URSS è stato provocato dall’occidente? La rovina dell’economia sovietica sotto Eltsin e il primo Putin è stata provocata dall’occidente? (State attenti c’è chi lo pensa: Cardini per esempio sostiene che sia stata in buona parte colpa dei Chicago Boys, questi maghi che con la bacchetta trasformano le carrozze in zucche). E anche la repellente miscela di socialismo totalitario e capitalismo gangsteristico da Eltsin in poi è stata imposta dall’occidente? E la stessa irresistibile volontà ha causato la guerra in Cecenia con la capitale Grozny rasa al suolo? E l’attacco alla Georgia e al Kazakistan? E l’invasione della Crimea? E lo spianamento della Siria? Tutta farina dell’occidente? E già che ci siamo anche la durata al potere di Putin estesa, con gli opportuni trucchi costituzionali, per ventidue anni (quattro più del decrepito Brezhnev)?
La variante autocritica, non solo spinelliana, infierisce sull’Europa. Che gli USA vogliano comandare tutto è considerato esecrabile ma comprensibile. Ma l’Europa come fa ad accodarsi al dominio USA? Perché si deve adattare alla servitù volontaria? Perché non ha uno scatto di reni per proporre un negoziato? Sembra che il negoziato non c’è perché l’Europa non ha l’energia per proporlo. Basterebbe che lo facesse e il negoziato si aprirebbe. Ma vediamolo questo negoziato. Sulla base di un cessate il fuoco nelle condizioni attuali all’aggressore restano in mano i territori strappati e all’aggredito solo le sue rovine. Questo richiede la saggezza della pace? E se l’aggressore sarà trincerato nei territori sottratti chi pagherà i danni di guerra in tutto il paese distrutto? L’Ucraina dovrà consolarsi con le sue macerie?
Conosciamo l’ultimo argomento. C’è il ricatto nucleare, c’è la non rinviabile transizione ecologica. Solo la resa dell’Ucraina farà uscire dai guai tutti, tutti gli altri. L’Ucraina si deve sacrificare per il bene della Terra?