"Per primo pensare a vivere,poi filosofare"

di Rosario Patanè-Liberacittadinanza - 08/03/2018
La sovranità popolare ridotta a mera sopravvivenza

Del risultato elettorale così sconvolgente,niente mi inquieta e mi allarma come la manifestazione del nuovo blocco sociale che per suo tramite si è formato e sembra vieppiù consolidarsi.

Un blocco sociale disomogeneo,innaturale ,non sostenuto da alcuna cultura ideologica o di pensiero, a mio parere già pronto ad una deflagrazione non lontana quando le aspettative  così rozzamente alimentate si saranno inevitabilmente disattese dalle logiche della Ragioneria Generale e dell’apparato capitalistico-finanziario europeo e mondiale

 Un misto innaturale,dicevo,perché:

Vi convivono ansie profonde e drammatiche,spesso disperate e disperanti di una esistenza ferocemente  sacrificata dalla logica del potere e del denaro ,assieme  a miriadi di costellazioni di diffuso privilegio medio borghese ,di attori sociali  che si sentono ( e sono ) privati da tempo del loro collaudato “ ruolo “, che non trovano più nelle relazioni e nell’ascensore sociali ;

assieme all’egoismo profondo  “lombardo-veneto”  della media borghesia imprenditoriale e della buona borghesia delle professioni,della grande impresa il cui unico vero intendimento è la difesa ultraegoistica del proprio “orto chiuso” di un benessere da difendere costi quel che costi in una visione profondamente a-sociale e “pagana” della vita.

Vi convivono giovani senza sparanza,prima ancora che senza futuro,senza maestri e senza la ricchezza di attingere alle fonti di una “storia” che si è fatta persona e ha costruito il villaggio in cui si svolge la nostra esistenza, senza alcuna guida,de-ideologizzati, bravissimi ad una semplificazione tout-court della “ politica” e della concezione della “polis”,per molti versi dovuta al grave decadimento educativo  del mondo della scuola e dell’Università e per molti cattivi maestri;

assieme  agli anziani sempre più anziani ,cui si aggiunge la fitta e disperata schiera dei cinquanta/sessantenni sena lavoro e senza identità.

Vi convivono quelli che pensano che solo una palingenesi qual che sia possa  ricreare le condizioni di una nuova “era” e  fasce estesissime di classe operaia e lavoratori,non più rappresentati e tutelati dalla grande organizzazione storica della Sinistra social-comunista,che ha abbandonato il suo linguaggio vitale e soffocato la loro voce senza corrispettivo alcuno che non sia la precarietà elevata sistema ,in nome di uno sviluppo immorale e cieco  asservito alle logiche del capitalismo finanziario e monetario più selvaggio  della storia.

Vi convivono quel nord e quel sud d’Italia ,che sono innanzitutto il “nord” e il “ sud” dell’esistenza; il retaggio storico mai risolto  di una diseguaglianza elevata a sitema,funzionale a mire  prima espansionistiche e poi esclusivamente  mercantili, nella logica di uno “scambio”  diabolico tra ricchezza e povertà,tra produzione e consumo, tra cittadinanza attiva e servaggio civile.

Ognuno si è preso la sua fetta di potere di questa classe dirigente miserabile,sorda e cieca,che ha badato soltanto alla autoncoservazione, così riccamente privilegiata che forse si deve risalire ai grandi decadimenti storici degli  Imperi per trovarne di simile.

Questo è il mio profondo dolore civile e la mia ancora più profonda inquietudine per ciò che sta per accadere.

Non appena cominceranno gli atti di governo,infatti,ognuno già dall’indomani vorrà vedere e pretendere  quello che le tante illusorie finestre spalancate sul benessere e sulla preservazione del privilegio  gli hanno già mostrato,in un crescendo senza scrupoli  di realtà virtuale perversa  che non potrà mai diventare una realta effetiva senza un profonda condivisione dell’idea di Società e di Democrazia partecipata che può scaturire  da una profonda e diffusa cultura costituzionale della Cosa Pubblica e del suo governo.

Non mi preoccupa  affato che questo o quel “partito” abbia raggiunto livelli elettorali strabilianti; da questo punto di vista ho assistito tante volte nella mia vita a queste esplosioni elettorali,che ogni volta hanno fatto gridare alla “fine del mondo” e  a nuovi inizi inarrestabili.

Potrei cominciare da quel famosissimo  “ sorpasso”  - inaudito per quei tempi – del Partito Comunista sul partito-stato che era la Democrazia cristiana: il PCI di Berlinguer raggiunse un  32 per cento di allora in purissimo regime proporzionale che rappresentato ad oggi sarebbe valso  come una vittoria totale.

Potrei riferirmi al tempo in cui il neofascismo dilagava e specie qui da noi in Sicilia,proprio da noi sotto le falde dell’Etna sembrava un’ inarrestabile avanzata dei fascisti “regolari” organizzati  nelle pieghe della tolleranza democratica e costituzionale

Potrei riferirmi a quel ventennio berlusconiano,per molti versi così strutturato e così istituzionalizzato da apparire veramente come l’”edizione definitiva” della nuova repubblica.

E’ a questo punto,quando la crisi mondiale e la globalizzazione,hanno creato ricchezza senza lavoro e sviluppo drogato e fittizio,che la” classe diriente” distrugge  tutte le  tutele dello stato sociale,travestendo antichi e inalienabili diritti da modernità e snaturandoli fino alla loro sterilizzazione totale

La precarietà,la “mobilità”, l’intrapresa economica senza quell fine di utilità sociale solennemente garantito e fortemente tutelato dalla Carta Costituzionale : così la “casta” ha camuffato,illuso,imbrogliato sulla impossibilità di una mantenimento della distribuzione della ricchezza  ha fatto finta di non vedere ,in un’aberrante depravazione civile e morale della Politica

L’abbattimento di ogni “vincolo” ( nuovo modo cinico di definire i diritti  individuali e collettivi  del lavoratore ) ,la precarietà elevata a sistema ,l’incantesimo malvagio dell’occupazione temporanea senza diritti e futuro,sono stati i nuovi idoli elevati per ingannare il popolo italiano

Invano,la mia generazione e tanta parte della società e della Cultura italiane,hanno gridato,imprecato,implorato.Invano la stessa Chiesa  .Invano larga parte del mondo della cultura e dell’arte.Invano la testimonianza di vita dura e autentica del grande mondo del Volontariato italiano.

Invano.

Oggi corvi,sciacalli,iene e avvoltoi, sono già schierati per partecipare all’immondo banchetto sul “cadavere” della Sinistra Italiana.

Ma la Sinistra non è un “ partito” né uno “ schieramento” né una “ coalizione” !

E’  una  insopprimibile categoria morale  e civile, dell’esistenza di uomini che nella Cittadinanza virtuosa e solidale ,nella nobiltà della vita spesa senza alcun altro interesse che la felicità di tutti  e soprattutto nella elevazione della vita di chi è ultimo, emarginato,impoverito,stranito di se stesso e del suo futuro,realizza un profondo anelito spirituale.

Il suo fine ,una volta ,si chiamava ,nel desueto  e ormai disprezzato lessico ottocentesco, il “Riscatto”. Dell’Uomo dai carcerieri della sua  Vita.

Ma si chiama ancora così. Ha bisogno solo di capire quali nuovi abiti indossare una volta di più,come ha fatto sempre nel corso della storia degli Uomini.

E non morirà mai.

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Rosario Patanè
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