Abbiamo portato Rai 3 a vedere gli allevamenti intensivi di pesci
di Stefania Sarsini -
Liberacittadinanza.it -
02/10/2021
L'acquacoltura negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale per rispondere all'aumento del consumo di pesce, ma proprio come la pesca è diventata un'attività insostenibile, dannosa per gli ecosistemi marini e soprattutto fonte di sofferenza per miliardi di pesci.
Stefania ieri sera eravamo su Cartabianca, il programma di Bianca Berlinguer in onda su RaiTre!
Io e Paolo, uno dei nostri investigatori, abbiamo accompagnato una giornalista in un allevamento intensivo di orate e branzini in Liguria, le cui gabbie immerse in mare contengono centinaia di migliaia di pesci.
Quasi 1 milione di persone hanno potuto vedere la realtà in cui vivono questi animali.
Purtroppo questa industria, nata per soddisfare la crescente domanda di pesce e, allo stesso tempo, risolvere i problemi causati dall’overfishing (pesca eccessiva che sta svuotando mari e oceani) si sta dimostrando dannosa per gli ecosistemi marini, oltre a essere fonte di enorme sofferenza per miliardi di pesci.
Il 53% del pesce consumato nel mondo proviene proprio dall'acquacoltura, quindi da allevamenti, e il dato è in costante crescita. Anche i consumi di prodotti ittici continuano ad aumentare — in Italia nel 1960 si mangiavano 10 kg di pesce a testa all'anno, oggi il triplo.
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Le gabbie dell'allevamento sono posizionate lungo le coste, perciò, come ho spiegato alla giornalista, non c’è ricambio d’acqua. Questo fa sì che le deiezioni, i mangimi, gli antiparassitari, gli antibiotici, gli alghicidi, che vengono utilizzati regolarmente, si depositino sul fondo compromettendo l'ambiente circostante.
Come mostrano le immagini, le gabbie sono completamente spoglie, non c’è nessun arricchimento ambientale e quindi i pesci non possono fare altro che nuotare in cerchio, senza alcuno stimolo, se non mangiare. Questo a lungo andare provoca stress cronico e li rende più suscettibili alle malattie.
Durante il servizio, Paolo, del nostro team investigativo, si è immerso in acqua per filmare da più vicino le gabbie: «L’acqua è torbida, ci sono molti pesci morti, e quelli vivi sono attaccati l’uno all’altro perché non c’è spazio. Si respira un odore quasi di marcio», spiega.
Negli allevamenti intensivi di pesci la mortalità infatti è molto alta, va dal 15 al 20%. Quello visitato dai nostro investigatori insieme a #Cartabianca è un allevamento all’ingrasso, simile a quelli di terra utilizzati polli, maiali o tacchini. Qui gli animali vengono immessi nelle gabbie quando pesano dai 3 ai 5 g e per raggiungere la taglia commerciale, che si aggira sui 300-500 grammi, le orate ci impiegano 18 mesi, i branzini anche 24.
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L'importanza delle immagini in Tv |
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L'opportunità di mostrare queste immagini in Tv è di fondamentale importanza per informare quante più persone possibili sulle problematiche di questa industria.
L'acquacoltura negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale per rispondere all'aumento del consumo di pesce, ma proprio come la pesca è diventata un'attività insostenibile, dannosa per gli ecosistemi marini e soprattutto fonte di sofferenza per miliardi di pesci.