Il prossimo 23 luglio è indetta una giornata nazionale di mobilitazione in tutte le città d’Italia e d’Europa per chiedere che tacciano le armi e si avvii una conferenza di pace. Tacciano le armi, Negoziato subito! Verso una conferenza internazionale di pace
Dicono no al blocco dei prezzi e delle tariffe perché si vive in un Paese a libero mercato, dove è possibile speculare sulla pelle dei pensionati, dei salariati, dei cittadini subordinati...
Grandi manifestazioni e centinaia di migliaia di firme, raccolte in tutta Europa, avevano esortato gli europarlamentari a respingere un greenwashing indecente coperto da aiuti pubblici e facilitazioni finanziarie. Non c’è stato nulla da fare.
Dopo l'attacco dell'onorevole Fassino in Commissione esteri alla Camera, emerge con chiarezza la difficoltà a parlare della questione palestinese anche secondo i dettami giuridici: l’idea che il diritto internazionale sia cogente per i nemici e facoltativo per gli alleati è una declinazione pericolosa del concetto di autonomia della politica, che da giurista non posso esimermi dal condannare
Il marketing della guerra si nutre di una retorica tutta sua sul concetto di resistenza. Così vengono inventati paragoni a dir poco traballanti (ad esempio tra le resistenza degli ucraini e la Resistenza italiana) e non si invoca l’invio di armi per altre resistenze sparse nel pianeta
Se le cose stanno così, e cioè se il re accetta di rimettersi la corona solo a patto che il suo regno sia assoluto, il Movimento farebbe malissimo a rimangiarsi la pur timida voce con cui, dopo un anno e mezzo, ha finalmente sussurrato che quel re è nudo.
Draghi ha presentato le dimissioni al Capo dello Stato, il quale gli ha ordinato di parlarne in Parlamento mercoledì prossimo, o accettando di proseguire con detta ristretta maggioranza, o di dimettersi definitivamente. Il problema più grave tuttavia è il fatto che gli attuali parlamentari non hanno in mente un nuovo e chiaro programma di governo.