Questa vergognosa vicenda è accaduta, non in 
un'aziendina, ma alla Sirti, una grande azienda 
che opera nel settore delle Telecomunicazioni.
In pratica, un operaio dello Stabilimento Sirti 
di Nardò, mentre prelevava un pacco da un 
corriere, indietreggiando, inciampava in un 
gradino, e si provocava un infortunio grave (trauma lombosacrale).
L'azienda gli ha inviato una contestazione 
disciplinare: 
http://www.fiom.cgil.it/it/sirti/c_09_07_10-Sirti.pdf 
, invitandolo a discolparsi, altrimenti lo sanzionerà.
Considero il comportamento della Sirti molto 
grave, adesso siamo arrivati al punto che  per 
fare prevenzione si punisce chi si infortuna, 
come se le aziende fossero immuni da colpe!
I vertici della Sirti si dovrebbero leggere 
attentamente le sentenza della Cassazione n 18998 
del 6 maggio 2009, che ha stabilito che gli 
errori commessi dagli operai per gli infortuni 
sul lavoro, non cancellano la colpa dell'azienda.
Anche se questa contestazione disciplinare è 
priva di fondamento, questo è quello che 
purtroppo potrebbe succedere in tutte le imprese 
dopo l'emanazione del decreto correttivo per il 
Dlgs 81/08 (testo unico sicurezza sul lavoro).
La Fiom-Cgil ha perfettamente ragione quando dice 
in una nota sul suo sito web:
"La Sirti, la Confindustria, il Governo tentano 
di intimidire i lavoratori, con il ricatto dei 
provvedimenti disciplinari, così da non far 
denunciare gli infortuni, che scompariranno come 
per incanto, diventando assenze per malattia e 
così permettendo alle aziende anche di 
risparmiare sul premio assicurativo dell'Inail"
Come ho detto più volte questo decreto correttivo 
è una vera e propria controriforma della sicurezza sul lavoro.
Con la scusa di semplificare, il Governo 
Berlusconi stravolge il Dlgs 81 del 9 Aprile 
2008, entrato in vigore il 15 maggio del 2008.
Tra le tante modifiche peggiorative (non 
dimentichiamoci che questo decreto correttivo 
modifica 136 articoli sul 306, compresi tutti gli 
allegati al Dlgs 81/08), l'abrogazione del 
divieto di visita medica preassuntiva  da parte 
del medico di fiducia dell'azienda (art 41, comma 
3, lettera a), che è in contrasto con l'art 5 
della L300/70 (Statuto dei lavoratori), il 
sostanziale svuotamento della cartella 
sanitaria  di rischio del lavoratore( con 
modifiche e cancellazione di commi dell'articolo 
25), tentativo di svuotamento del libretto 
formativo del lavoratore, eliminazione del 
riferimento alla direttive europee previsto 
dall'articolo 41 del Dlgs 81 per quanto riguarda 
la sorveglianza sanitaria, modiche all'art 42 del 
Dlgs 81, che riducono le tutele dei lavoratori 
inidonei alla mansione, la negazione di consegna 
all'Rls (Rappresentante dei lavoratori per la 
sicurezza) del Documento di Valutazione dei 
RIschi (DVR), la redazione del DVR a 90 giorni 
dall'inizio dell'attività produttiva, quando 
nelle aziende con significativi livelli di 
rischio è importante che la valutazione dei 
rischi preceda l'avvio delle produzioni, 
l'affidare al datore di lavoro la scelta dei 
criteri di redazione del DVR, secondo principi di 
"comprensibilità, semplicità e brevità", 
l'equiparazione dei volontari (art 3) ai 
lavoratori autonomi, con la conseguenza della 
loro sottrazione alla maggior parte delle  tutele 
(i dpi e la sorveglianza sanitaria sarebbe a 
carico del volontario), si impedisce alle RSU 
(Rappresentanze sindacali Unitarie) di 
intervenire per quanto riguarda materie di loro 
stretta competenza (carichi di lavoro, turni, 
riposi notturni e settimanali, ferie, ecc) , e si 
demanda tutto ciò ai soli Rls.
In questo modo si nega ai lavoratori e alle loro 
rappresentanze il diritto di contrattare 
l'organizzazione del lavoro, determinando nel 
contempo l'isolamento dell'Rls, si cancella 
l'obbligo del datore di lavoro (articolo 18, 
comma 1, lettera aa) a comunicare all'Inail il 
nominativo (ove presente) dell'Rls interno, 
prevedendo in mancanza di questa comunicazione, 
che la rappresentanza sia esercitata dall'RlsT 
(Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 
Territoriale). Il Governo sostituisce tutto ciò, 
con un meccanismo che prevede che siano i 
lavoratori a dover comunicare al datore di lavoro 
di non aver eletto il proprio Rls interno, poi il 
datore di lavoro comunicherà tutto ciò, non più 
all'Inail, ma bensì agli Organismi Paritetici, 
che peraltro non sono ancora costituiti nella 
maggior parte del territorio nazionale.
Si attribuisce il potere di "assegnazione" 
dell'RlsT agli Organismi Paritetici, i quali sono 
per definizione espressione anche della parte 
datoriale, si sposta la maggioranza della risorse 
per gli RlsT (costituzione, formazione e 
attività) agli Organismi Paritetici, eliminando 
la quota di finanziamento  proveniente da parte delle sanzioni.
Anche in questo caso di rischia di ridurre 
l'incisività degli RlsT e di snaturare il loro ruolo.
Si da il potere agli enti bilaterali (art 2 bis) 
di certificare la corretta attuazione delle norme 
tecniche e delle buone prassi, dell'adozione dei 
modelli di organizzazione e di gestione delle 
imprese, si deresponsabilizzano di fatto i datori 
di lavoro o i dirigenti, che non risponderebbero 
della morte o dell'infortunio se l'evento è 
ascrivibile al fatto di un preposto, progettista, 
medico competente, lavoratore, lavoratore 
autonomo (art 15 bis), si riducono la maggior 
parte delle sanzioni per i datori di lavoro, i 
dirigenti e i preposti, mentre le si aumentano 
per i lavoratori (vedi articolo 59 decreto correttivo).
Anche qui il messaggio è chiaro, il vero 
responsabile degli incidenti sul lavoro è il 
lavoratore stesso e non chi organizza la produzione.
Il 24 giugno 2009 le Commissioni di Camera e 
Senato hanno dato parere positivo (anche se con 
diversi rilievi) alla schema di decreto 
correttivo al Dlgs 81/08, che adesso tornerà in 
CdM, che ne dovrà approvare una seconda versione, 
tenendo conto dei pareri espressi dal Parlamento 
e dalle Regioni (parere negativo).
La scadenza della delega rimane fissata al 16 
agosto 2009, cioè, se per la mezzanotte di quella 
data il provvedimento non sarà firmato dal 
Presidente della Repubblica, la delega decadrà.
Invito il Presidente della Repubblica, dopo tutte 
le parole spese, chiedendo più sicurezza e salute 
nei luoghi di lavoro, a NON FIRMARE ASSOLUTAMENTE QUESTO DECRETO LEGISLATIVO.
Se il Presidente della Repubblica è coerente con 
le sue dichiarazioni, non può firmare questo 
Dlgs, che è un colpo fatale alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Spero vivamente che il Presidente della 
Repubblica Giorgio Napolitano, raccolga questo mio accorato appello.
Io credevo di averle sentite tutte nella mia vita, ma mai avrei immaginato di leggere questa notizia: "Si infortuna sul lavoro, l'azienda gli fa una contestazione disciplinare"
          
 
    
