Oggi noi festeggiamo la Repubblica e insieme la nostra Costituzione. E’ una ricorrenza importante, una festa fondamentale, anche se spesso per il passato è stata oggetto di attacchi pericolosi. Abbiamo avuto in Berlusconi, infatti, un presidente del consiglio incapace di essere equilibrato ed equidistante, ma soprattutto sempre teso a coartare il testo costituzionale per avvantaggiare sé e la propria parte. Non dobbiamo dimenticarcene, solo perché adesso il suo astro è in declino e soprattutto non dobbiamo dare per scontato che il nostro attuale presidente del consiglio intenda rispettare il dettato costituzionale.
L’articolo 54 della nostra
Costituzione recita : «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere
fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I
cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di
adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei
casi stabiliti dalla legge». Non basta: sulla Costituzione giurano i
Presidenti del Consiglio e i ministri, promettendo «fedeltà e leale
osservanza», secondo quanto dice il giuramento e prescrive l’art.
1, comma 3, della legge n. 400/88.: «Giuro di essere fedele alla
Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di
esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione».
Nonostante questo giuramento il caimano e i suoi si comportarono
senza disciplina e onore, denigrando e attaccando in modo sempre più
virulento tutte le forme di garanzia che sono i cardini di uno Stato
democratico, tanto che già nel 2003 fu presentato un esposto
dall’opposizione del CS, in cui si leggeva che "il presidente
Berlusconi con un insieme integrato, progressivo e cumulativo di atti
legislativi, comportamenti istituzionali, pubbliche comunicazioni,
sta conducendo da tempo un attacco ai principi fondamentali della
Costituzione e al suo spirito generale".
Non dobbiamo dimenticare le dure lotte che abbiamo fatto in difesa della Costituzione e dobbiamo ricordarci che la nostra Costituzione ci ha protetto fino ad ora da ogni tipo di dittatura: i nostri padri sapevano bene cosa facevano quando ne hanno stilato il testo, conoscevano le nostre debolezze ed escogitarono una serie di sistemi di sicurezza che impedissero abusi e rigurgiti dittatoriali. Dobbiamo stare attenti che Renzi il rottamatore, con la scusa di riforme di cui non abbiamo bisogno, non vanifichi i sistemi di controllo impliciti nella Carta Costituzionale.
Le riforme di cui parla Renzi vanno dunque lette con attenzione ed è il caso di stare sempre all’erta, perché la seduzione dell’ autoritarismo è sempre fortissima.
Ricordiamoci che prima della fondazione della nostra Repubblica la festa nazionale italiana era fissata nella prima domenica di giugno, in cui si festeggiava lo Statuto albertino.
Non diamo dunque per scontato nulla,
non crediamo di essere al sicuro, ma mentre oggi facciamo festa,
promettiamoci anche di non abbassare mai la guardia e di vigilare
sulla Costituzione.
W la Repubblica! W la Costituzione! W l’Italia